Questa nuova edizione del Codice Civile e delle Leggi complementari viene data alle stampe per dare conto di tutte le più recenti modifiche intervenute nel corpus del codice civile e nella legislazione speciale.
Tra le più recenti novità normative sono da segnalare: il D.L. 30-12-2019, n. 162 (cd. Milleproroghe), la L. 27-12-2019, n. 160 (Legge di bilancio 2020) nonché il D.M. 12-12-2019 di modifica del saggio di interesse legale.
Con l’emanazione a febbraio 2019 del nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. 12-1-2019, n. 14) tutta la normativa relativa al fallimento ha subìto importanti modifiche che, stante l’entrata in vigore differita ad agosto 2020 sono riportate in testo nella normativa di riferimento: in pratica, fino a quella data ci sarà un doppio regime: quello del R.D. 267/1942 per le procedure pendenti e per quelle introdotte fino ad agosto 2020 e quello nuovo, del D.Lgs. 14/2019, destinato ad applicarsi nelle procedure introdotte successivamente.
Il volume, per l’organizzazione sistematica e l’aggiornamento, costituisce un valido strumento di consultazione e orientamento per quanti, per motivi professionali o di studio, necessitano di un codice sempre attuale, con una selezione mirata di leggi speciali che, grazie ad opportune note di confronto e di rinvio, presenti nell’articolato, offrono la possibilità di «espandere» i contenuti in relazione ai propri specifici interessi.
Di tutte le novità normative viene dato puntuale riscontro nell’indice cronologico, anche se punto di forza dell’opera resta l’articolato indice analitico-alfabetico, continuamente arricchito di voci e richiami, per un immediato reperimento delle norme.
Sfiora il chip e ascolta le più belle melodie di Tchaikovsky! Età di lettura: da 12 mesi.
I gatti, che mistero. Vi siete mai chiesti quali pensieri si nascondano dietro quegli occhi maliardi? E quali avventure vivono, i misteriosi, mentre noi non li guardiamo? Quindici vite segrete di gatti straordinari messe in poesia da Sébastien Perez e magnificamente illustrate da Benjamin Lacombe. Età di lettura: da 5 anni.
C'è stato un tempo in cui il diktat del capitale conosceva dei limiti. Si arrestava ai cancelli della fabbrica: oltre, la vita scorreva in forme che non si lasciavano imbrigliare nell'orizzonte limitato della logica di produzione e dello scambio di merci. Quel tempo è ormai lontano. Oggi, alla società basata sull'economia di mercato si è sostituita una società di mercato e basta. Viviamo in un mondo «a capitalismo integrale e mercificazione sconfinata». Il che, è chiaro, coinvolge anche la sfera dell'affettività e dell'erotismo. Il globalitarismo al potere - nuovo totalitarismo glamour onniavvolgente - ci vuole precari e omologati, neutri anche in amore. Novelli Don Giovanni, figura emblematica dell'instabilità amorosa e dell'isolazionismo sentimentale. Le relazioni solide, basate su progetti di vita condivisi e una visione dell'amore come forza eterna, cedono il passo a forme consumistiche di rapporto: incontri fugaci e privi di conseguenze, legami occasionali facili tanto da instaurare quanto da spezzare, sesso virtualizzato e rapporti online. Dalla precarizzazione erotica e sentimentale alla femminizzazione del maschio, dal nuovo femminismo postmoderno alla crisi della famiglia, dalla gendercrazia al trionfo del neutro indifferenziato unisex, Diego Fusaro accompagna il lettore attraverso i temi principali di una riflessione che ci coinvolge tutti, in quanto esseri eminentemente amorosi. E se a cadere sono addirittura i fondamenti più intimi del rapporto interpersonale, cosa può esserne della struttura sociale che ci accoglie, della nostra «famiglia allargata»? Il filosofo Diego Fusaro ci invita a riflettere sul nuovo ordine amoroso globalizzato e deregolamentato. Per scoprire che il laissez-faire del liberismo economico e di quello sentimentale sono - paradossalmente - due facce della stessa medaglia.
Un piccolo manuale per non lasciarsi travolgere dalla vita moderna e ritrovare fiducia in se stessi. E se tutta una parte delle nostre preoccupazioni e tensioni dipendessero da una cattiva gestione della mente? Nel pensiero abbiamo un alleato o un sabotatore? Le antiche sapienze occidentali e orientali, riproposte in maniera semplice e adattate al contesto attuale, possono farci vivere in maniera diversa. Ovvero, migliore.
Autostima, vergogna, grandiosità: i temi più attuali nel dibattito sul narcisismo.
L'autore:
Fabio Madeddu è professore ordinario di Psicologia clinica presso il dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, dove dirige la Scuola di specializzazione in Psicologia del ciclo di vita. Ha pubblicato, fra gli altri, con Raffaello Cortina: La diagnosi strutturale di personalità secondo il modello di Kernberg (con E. Preti, 2012); Giovane adulto (con M. Lancini, 2014); I mille volti di Narciso. Fragilità e arroganza tra normalità e patologia (2020).
Per una psocoanalisi che fa spazio a parole come piacere, sogno, creatività, crescita.
Gli autori:
Giuseppe Civitarese, psichiatra e psicoanalista, è membro della SPI e dell’International Psychoanalytic Association. Ha pubblicato, tra gli altri saggi: L'intima stanza. Teoria e tecnica del campo analitico (Borla 2008); L'ipocondria e il dubbio. L'approccio psicoanalitico (Franco Angeli 2011); La violenza delle emozioni (Raffaello Cortina 2011); Psicoanalisi in giallo (con A. Ferro, M. Collovà, G. Foresti, F. Mazzacane, E. Molinari, P. Politi, Raffaello Cortina 2011); Sensi e l'inconscio (Borla 2014); Il campo analitico e le sue trasformazioni (con A. Ferro, Raffaello Cortina 2015); Un invito alla psicoanalisi, sempre con Antonino Ferro (Carocci 2018), come Vitalità e gioco in psicoanalisi (Raffaello Cortina 2020).
Antonino Ferro, full member dell’International Psychoanalytic Association, è stato presidente della Società psicoanalitica italiana (SPI). Tra i suoi saggi pubblicati in Italia ricordiamo: La tecnica nella psicoanalisi infantile. Il bambino e l'analista: dalla relazione al campo emotivo (Raffaello Cortina 1996); La psicoanalisi come letteratura e terapia (Raffaello Cortina 1999); Prima altrove chi (Borla 2000); Tecnica e creatività (Raffaello Cortina 2006); Evitare le emozioni, vivere le emozioni (Raffaello Cortina 2007); La terra di nessuno fra psichiatria e psicoterapia. Terapia bipersonale nella clinica psichiatrica, con Simone Vender (Bollati Boringhieri 2010); Le viscere della mente (Raffaello Cortina 2014); Pensieri di uno psicoanalista irriverente
Il volume propone al lettore uno sguardo d’insieme sulle varie forme di spettacolo di cui poteva godere il popolo nell’impero romano, in particolare ludi circenses, munera gladiatoria, naumachiae, in collegamento con altre sontuose cerimonie organizzate dagli imperatori. Il mondo delle corse dei carri, dei combattimenti gladiatori, delle cacce e delle battaglie navali viene presentato attraverso lo svolgimento di una giornata canonica di giochi, nei suoi elementi costitutivi. Sono ripercorse anche le carriere di aurighi e gladiatori, più o meno noti, con riferimenti al numero delle vittorie, ai premi, alla considerazione sociale di cui essi godevano. La lettura dei diversi capitoli consente di cogliere quali fossero il grado di partecipazione del pubblico e la sua possibile percezione degli spettacoli e quali, invece, i giudizi formulati dai cristiani su queste peculiari forme di intrattenimento pagane.
E' ancora possibile una filosofia della bellezza nell'epoca del bello artificiale, del selfie e dell'esposizione ostentata sui social media? Che posto e che ruolo ha la bellezza oggi in un mondo digitale, efficientista, ordinato secondo la dittatura delle emozioni immediate? L'autore indaga queste e altre domande fondamentali parlando del bello artistico anzitutto come negazione, ferita, promessa, attesa, nascondimento, indicibilità: il bello evoca infatti il silenzio, lo sguardo e l'ascolto. Una filosofia della bellezza oggi è dunque un tentativo di resistenza, un momento dialettico che apre varchi, spezza catene, genera alternative in quanto elemento di rottura e di rivolta. Essa si nutre della testimonianza viva di artisti come Pasolini, Magritte, Fontana, Rothko, Pollock e De Chirico. In quanto tensione infinita verso il possibile, una filosofia della bellezza si presenta pertanto come una filosofia della speranza, l'intrapresa di un viaggio pieno di mistero, l'incontro con un avvenimento imprevisto e imprevedibile.
"Con acqua viva" è la pubblicazione bimestrale che rivoluziona e rende facile la recita di lodi, ora sesta, vespri e compieta. Non ti dovrai più chiedere: Come faccio a orientarmi nella Liturgia delle ore? In quale settimana mi trovo? Come funziona nelle solennità e nelle feste? E nei tempi forti dove trovo gli inni e le antifone? Perché nel volume è tutto semplice, "lineare" e a portata di mano. Per ogni giorno vengono riportate le lodi, l'ora sesta e i vespri. Nelle domeniche, solennità e feste c'è anche l'ufficio delle letture e in fondo al libro si trova la compieta per ogni giorno della settimana. Ciò che rende questo testo molto chiaro e facile da utilizzare è che, per ogni momento di preghiera, si trovano tutte le parti che servono disposte in successione. Ciò è particolarmente utile nelle domeniche, nelle memorie dei santi e in altre festività liturgiche, dove il testo ufficiale del Breviario "costringe" a continui, e talvolta complicati, cambi di pagina. Ogni bimestre "Con acqua viva" mette alla portata di tutti, soprattutto di quei laici che vogliono iniziare a celebrarla individualmente, la liturgia delle ore, la preghiera liturgica più importante dopo la santa Messa.
Difficile trovare un tema più trasversale, nello spazio – riguarda davvero tutti, a qualsiasi latitudine – e nel tempo – tocca allo stesso modo chiunque, dagli anziani, sempre più isolati, ai giovani, su cui ormai esiste un’intera letteratura su quanto siano «insieme, ma soli» (espressione di Sherry Turkle, celebre sociologa americana). La solitudine è un dato che lambisce la vita di ognuno di noi. E non dipende solo da quanti legami abbiamo, dalla nostra rete di relazioni più o meno ricca. È esperienza altrettanto comune sentirsi soli anche in momenti in cui siamo circondati da amici. Anzi, forse sono le occasioni in cui avvertiamo di più la radicalità di questo fattore.
«La solitudine vera non è data dal fatto di essere soli fisicamente, quanto dalla scoperta che un nostro fondamentale problema non può trovare risposta in noi o negli altri», osservava don Giussani: «Si può benissimo dire che il senso della solitudine nasce nel cuore stesso di ogni serio impegno con la propria umanità. Può capire bene tutto ciò chi abbia creduto di aver trovato la soluzione di un suo grosso bisogno in qualcosa o in qualcuno: e questo gli sparisce, se ne va, o si rivela incapace». C’è un punto ultimo, al fondo del nostro io, in cui siamo inesorabilmente soli. Perché nulla di ciò che abbiamo davanti, e in cui riponiamo man mano le nostre attese di compimento, riesce a riempirci il cuore.
Condizione strutturale, quindi. Inevitabile. Ma la solitudine, allora, è una condanna? L’esperienza drammatica che facciamo tutti di uno stato d’animo così acuto da risultare a volte insopportabile (quanto tempo, energia e soldi se ne vanno per eludere i momenti in cui siamo soli con noi stessi? O quanta paura abbiamo, spesso, del silenzio?) è senza vie di uscita? Insomma, dobbiamo rassegnarci al fatto che la nostra stessa umanità ci sia nemica, o c’è un’altra possibilità?
È la strada che esploriamo in questo numero. Che la solitudine non sia solo questo, ma uno strumento per conoscere. Noi stessi, e la realtà. Anzi, che proprio quel confine ultimo dell’io sia il luogo a cui ancorare in maniera finalmente profonda, consapevole – nostra –, il rapporto con il Mistero. L’ambito in cui scopro il mio legame originario con Dio, che mi fa essere ora, che mi è compagno continuamente, perché è alla radice di me stesso. E in cui si svela il modo unico, originale, con cui Lui risponde alle mie attese e domande. Al di là di qualsiasi forma esterna, organizzazione, persino amicizia.
In Generare tracce nella storia del mondo, don Giussani nota che l’incontro cristiano «per sua natura totalizzante, diventa nel tempo la forma vera di ogni rapporto, la forma con cui guardo la natura, me stesso, gli altri». Precisando: «Forma, e non semplicemente ambito di rapporti», perché «non stabilisce soltanto una compagnia come luogo di rapporti, ma è la forma con cui essi vengono concepiti e vissuti». Ecco, è solo mettendo radici nel fondo del nostro io – cioè rispondendo a questa ultima solitudine – che Cristo può iniziare a dare «forma» alla vita. A plasmare la coscienza che abbiamo di noi. E a farci scoprire, in un sussulto di meraviglia, che qualsiasi cosa accada, non siamo mai davvero soli. Perché Lui è.