Il volume si colloca in un orizzonte interdisciplinare, volto a indagare una categoria, quella dell'ira, considerata da una pluralità di prospettive. Se la concettualizzazione dell'ira si sviluppa in età antica e segue una ricca tradizione nella letteratura e nell'arte non solo occidentali, l'obiettivo del libro è quello di indagarne il campo nella sua dimensione più ampia, nella varietà delle sue manifestazioni e nella contrastante modalità delle sue rappresentazioni, proiettate nella modernità sociale e culturale. L'ira non ha una forma definita, né uno statuto consolidato: è una manifestazione parossistica e sublime di ogni emozione, uno stato dell'animo che conduce l'uomo all'aggressività, al conflitto, alla follia, alla menzogna. È, una condizione che porta con sé una molteplicità di elementi contrastanti e oppositivi, che talora convivono e ne costituiscono la complessità. Tanto più interessante appare quindi l'ipotesi di studiarne gli aspetti dal punto di vista della filosofia, del funzionamento retorico, del teatro, della letteratura, nella convinzione che uno sguardo plurivoco e un'indagine trasversale possano giungere a ipotesi interpretative nuove che derivano proprio dal dialogo tra le diverse discipline e dalla convergenza metodologica. Prefazione di Elio Franzini.
Dedicato interamente alla Villa di Ercolano sepolta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., il volume tratta tutti gli aspetti di una delle più straordinarie scoperte nel campo dell'antichistica, con particolare attenzione ai papiri in essa ritrovati. Nella villa infatti, riportata alla luce nel XVIII secolo, fu rinvenuta l'unica biblioteca antica di papiri greci e latini giunta a noi. Si tratta di circa un migliaio di papiri carbonizzati, nella massima parte greci, con testi di filosofia ellenistica (soprattutto epicurea e in piccola parte stoica), e di alcuni papiri latini in condizioni molto frammentarie, con testi in prosa e in versi di contenuto vario. Le vicende dei papiri, dal ritrovamento allo svolgimento, alla decifrazione, attraverso la storia europea del XVIII e XIX secolo, sono state variamente avventurose. Oggi si assiste a un risveglio senza precedenti degli studi su questo eccezionale patrimonio culturale, per la cui migliore fruizione sono impegnate anche le ricerche della moderna tecnologia.
Il volume illustra i temi fondamentali del dibattito sulle città contemporanee, dallo specifico punto di vista della sociologia urbana, interpretata in un'ottica "spazialista", che considera lo spazio non come semplice contenitore dei processi sociali, ma come fattore attivo della loro produzione. Il libro offre innanzitutto una panoramica delle fasi di sviluppo della sociologia urbana, dei paradigmi più influenti nella letteratura recente, dei principali argomenti affrontati oggi dalla disciplina. In seguito, vengono approfonditi alcuni ambiti problematici di particolare attualità: il rapporto tra società e spazio, i processi di urbanizzazione e la loro interazione con l'ambiente, la correlazione tra sviluppo e sostenibilità urbana, il ruolo delle politiche culturali, le tematiche della mobilità e delle migrazioni, la sfera politica urbana e i processi partecipativi. Nella parte finale vengono descritti alcuni strumenti e metodi della ricerca empirica, concentrando l'attenzione soprattutto su quelli più rilevanti per la pratica sul campo nell'analisi della città e del territorio. L'impostazione del testo consente a chi si accosta per la prima volta alla disciplina di fruire di un'introduzione sintetica ai concetti essenziali; al tempo stesso propone approfondimenti utili sia a coloro che si occupano di studi urbani, sia a quanti operano nella progettazione delle politiche urbane.
«Ciò che distingue Il processo e Il Castello è che, dalla prima all'ultima riga, si svolgono sulla soglia del mondo ulteriore che si sospetta implicito in questo mondo. Mai quella soglia era stata una linea tanto sottile, che si incontra ovunque. Mai quei due mondi si erano tanto avvicinati, sino a dare l'impressione terrorizzante di combaciare. Di quel mondo ulteriore non sappiamo dire con sicurezza se sia buono o malvagio, celeste o infernale. L'unica evidenza è qualcosa che si impone e ci avvolge.» (Roberto Calasso)
Per lungo tempo, il pensiero socio-economico si è sviluppato attorno ad una prospettiva materialista che di fatto accomuna specularmente tanto Adam Smith che Karl Marx. Ma la realtà delle garanzie e dei diritti non è affatto una "sovrastruttura" rispetto ai rapporti di produzione e di scambio. Non il mero egoismo, ma la comune aspirazione al benessere e al miglioramento delle condizioni di vita, per sé e per gli altri, è la vera molla dell'iniziativa umana regolata dalle istituzioni. Politica, economia, diritto, cultura e religione sono tutte dimensioni della vita associata che, ciascuna nel proprio ordine, le conferiscono quella dinamicità senza la quale, semplicemente, non c'è progresso. Prefazione di Paolo Savona.
La critica radicale di Illich della modernità e delle istituzioni dell'Occidente coincide con un nuovo sguardo sull'umanità dell'uomo, che non appare più come una natura biologica o un'identità culturale presupposta, ma come l'insieme delle pratiche e delle tecniche immemoriali attraverso le quali gli uomini e le donne si rendono la vita possibile, cioè come la dimensione che Illich chiama «convivialità». Si suole distinguere nella biografia di Illich il periodo in cui egli opera ancora all'interno della Chiesa e quello in cui dichiarerà di rinunciare per sempre all'esercizio del mistero sacerdotale, iniziando un'attività di scrittore e conferenziere che farà di lui in pochi anni una figura conosciuta e discussa in tutto il mondo. I testi raccolti in questo primo volume, in buona parte inediti, mostrano che fra l'Illich dentro la Chiesa e quello fuori (o ai margini) della Chiesa non è possibile segnare alcuna frattura. La concettualità dell'Illich critico della modernità e archeologo della convivialità nasce come uno sviluppo radicale e coerente di categorie teologiche e filosofiche già presenti nel pensiero del sacerdote, prima di tutto quella escatologica di Regno, che non è per lui un compito da realizzare nel futuro, ma qualcosa di integralmente presente, di cui occorre testimoniare qui e ora.
La storia è in crisi? Oppure è la comunicazione storica che fatica ad arginare la deriva presentista della società contemporanea? Quali sono le responsabilità dei politici e dei media nel processo di destoricizzazione che investe le università e le nuove generazioni? E quali quelle degli storici? Sono alcune delle domande cui Luca Falsini cerca di dare risposta, con l'occhio costantemente rivolto agli usi e agli abusi della conoscenza storica, ai condizionamenti ideologici, ai luoghi comuni e alle rimozioni del nostro passato più recente. Da questa analisi emerge un quadro di continuo discredito del lavoro storiografico, alimentato di volta in volta dagli opinionisti e dal sensazionalismo dei media, ma anche dai semplici cittadini, messi ormai in grado dai nuovi mezzi di comunicazione di fare e comunicare storia. In questo racconto di distorsioni, talvolta involontarie, si inserisce in modo dirompente la politica. La caduta del Muro di Berlino e il crollo dei partiti dell'arco costituzionale hanno prodotto una corsa al riposizionamento politico di idee, partiti e individui, non sempre disposti a fare i conti col proprio passato; tutti però convinti della necessità di manipolare la storia per costruire nuove appartenenze identitarie. Bersaglio prediletto sono così divenuti tutti i momenti cruciali della nostra storia nazionale: il Risorgimento, in quanto atto fondativo, quindi l'antifascismo, la Resistenza e la Costituzione, additati come origine dei mali dell'Italia, che non hanno consentito al paese di darsi una struttura politica moderna e una forte e coesa identità nazionale. Nel volume, costruito adoperando soprattutto la «fonte» degli editoriali dei grandi quotidiani e dei discorsi parlamentari pronunciati nel primo decennio della seconda Repubblica, Falsini riafferma la complessità del racconto storiografico, contro le tentazioni ideologiche e le semplificazioni proposte dalla società contemporanea. Ma nello stesso tempo sostiene sia giunto il momento per lo storico di lavorare sul linguaggio, sullo stile e sulla struttura dei testi e imparare l'uso di fonti meno consolidate, come la fotografia, le fonti orali e le immagini. Ciò non significa abdicare alla serietà del proprio lavoro, né subordinare le proprie ricerche alle contingenze politiche del momento, ma avere il coraggio di accompagnare le trasformazioni delle coscienze e delle conoscenze a mente aperta, senza alzare muri preconcetti.
Guarda! Le forme giocano a nascondino... Un libro da scoprire in tutti i modi, con le mani e con gli occhi! Età di lettura: da 2 anni.
Una storia vera, ambientata nella Sicilia dall'Unità d'Italia in poi, vede protagonista una nobildonna che si risveglia a poco a poco dal torpore in cui è cresciuta, nel rispetto delle regole. Il matrimonio combinato, la mancanza di un affetto vero, le letture ingannevolmente romantiche la portano a innamorarsi di un uomo che la corteggia e le dà l'illusione di quell'amore sempre sognato e mai avuto. Lo scandalo che ne consegue la metterà al bando, allontanandola dalla sua famiglia e dai suoi figli. "La malaeredità" è il racconto di una vicenda che si svolge nell'arco di settant'anni nei palazzi più belli della raffinata nobiltà siciliana tra Noto e Agira, nella terra del più fiorente barocco siciliano: una storia i cui protagonisti, ciascuno secondo la propria sorte, fanno i conti con l'eredità di un modo di essere che tenta invano di sopravvivere al cambiamento, pagando un prezzo altissimo per la loro stessa sopravvivenza.
Il nido d'infanzia è una realtà educativa ormai diffusa e riconosciuta come positiva per lo sviluppo dei bambini nei loro primi anni di vita, perché capace di offrire stimoli a sostegno del loro processo di crescita. Il libro si rivolge agli educatori dei servizi per la prima infanzia e agli studenti che si preparano a svolgere questo lavoro, affrontando gli aspetti della realtà del nido che ne garantiscono la qualità pedagogica e organizzativa. Propone inoltre indicazioni utili alla pratica educativa con i bambini e nella relazione con le famiglie a partire dalle migliori esperienze realizzate negli ultimi anni, offrendo strumenti per incrementare la professionalità degli educatori e per garantire nella quotidianità del nido condizioni di benessere e di sviluppo per i bambini.
Le neuroscienze hanno contribuito a definire le caratteristiche di diversi disturbi del neurosviluppo, tra i quali quelli della comunicazione, quelli specifici dell'apprendimento, il disturbo da deficit di attenzione/ iperattività, quello dello sviluppo della coordinazione motoria, i tic e la sindrome di Tourette. Si tratta di condizioni con una base neurobiologica determinata dall'interazione tra fattori genetici, epigenetici e ambientali. Tali condizioni possono presentarsi da sole o in associazione tra loro, determinando spesso bisogni educativi speciali che possono essere affrontati adeguatamente soltanto attraverso l'integrazione tra neuroscienze e didattica, poiché il contesto didattico/pedagogico può modificarne l'espressività e l'impatto funzionale.
Dal 1963 la rivista accompagna in Italia la riforma liturgica e si occupa di formazione liturgico - pastorale, facendo emergere il ruolo che il culto liturgico occupa nella vita delle comunità parrocchiali.
Questi i temi dei fascicoli del 2020:
1/2020 (gennaio-febbraio): New media e liturgia
2/2020 (marzo-aprile): Liturgia e tempo estivo
3/2020 (maggio-giugno): Inculturazione e Messale
4/2020 (luglio-agosto): Chi può vivere senza domenica?
5/2020 (settembre-ottobre): La morte e i suoi riti
6/2020 (novembre-dicembre): Celebrare nella sofferenza
Ogni numero, per passare dalla riflessione alla prassi, verrà articolato in tre sezioni: Studi su tema monografico; - Sussidi e testi per celebrazioni; - Schede per incontri formativi. Quest’ultima sezione prevede due rubriche stabili. La prima: Liturgia e disabilità: percorsi approfondirà il tema dell’accompagnamento delle persone con disabilità alla assemblea domenica; la seconda (Spiritualità, religiosità, liturgia) si occuperà del rapporto fede – liturgia – pietà popolare. Una terza rubrica sarà variabile, perché tradurrà in una proposta formativa il tema monografico del fascicolo.
Inoltre, il n. 3 vuole accompagnare l’uscita della nuova traduzione del Messale, prevista per la Quaresima – Pasqua 2020.