Anno 2014, una tappa importante di un viaggio scientifico, lungo quindici anni, che si snoda attraverso esperienze dirette nelle valli montane, in collaborazione con associazioni, enti locali, università ed enti di ricerca, pubblici e privati, nazionali e internazionali. Mediazione e sintesi per affrontare nuovi studi sulla montagna, il volume indaga le trasformazioni del territorio e il suo rapporto con l'uomo - contadino custode, imprenditore o anche solo fruitore - in un contesto più ampio di sviluppo e conservazione. Recuperando anche esperienze avviate, si propone di dare una risposta direttamente alla montagna, di immaginare come essa veda l'uomo, come sappia distinguerne la premurosità o la negligenza e i comportamenti rispettosi o disattenti. Oggi, l'abbandono della montagna da parte dei giovani e l'invecchiamento della popolazione sta modificando la fisionomia di una terra dalle consuetudini centenarie, costringendola a un brusco cambiamento d'identità. Questa repentina alterazione di pochi parametri fisici o socio-economici, vista la delicata fragilità dei territori montani, ha effetti che sono, purtroppo, sotto gli occhi di tutti - come l'incuria e il dissesto idrogeologico - e che si riverberano nocivamente anche sulla pianura. Solo progetti di attenzione ecosostenibile, solo l'incontro di tradizione e innovazione, di patrimoni territoriali e creatività possono offrire una nuova via per lo sviluppo delle terre alte nel mondo globale.
Il termine "competenza" è ormai entrato da anni nel lessico scolastico e nella legislazione nazionale in materia di istruzione e formazione, eppure esistono ancora parecchie ambiguità tra gli insegnanti su cosa debba intendersi per "competenza" e come sia possibile costruirla, valutarla e certificarla. Non è questione, se si pensa che le recenti riforme hanno posto la nozione di competenza come criterio regolativo fondamentale del sistema di istruzione, prefigurando un radicale cambiamento nel modo di concepire la formazione scolastica. Per molti anni "scuola" e mondo della "vita quotidiana" sono stati percepiti come ambienti interrelati ma separati: gli allievi apprendevano a scuola i saperi utili per la loro vita futura di cittadini - non solo di lavoratori - sotto l'assunto che, autonomamente, essi sarebbero stati poi in grado di trasferire quanto appreso a scuola nelle più svariate situazioni di vita quotidiana. Tale trasferimento non è però per nulla automatico se la scuola non si preoccupa di lavorare sulle capacità connesse al "saper usare le proprie risorse in situazione", che è l'elemento chiave della competenza. Il presente testo intende offrire agli insegnanti (ma anche a formatori ed educatori) concrete strategie formative e valutative - teoricamente fondate ed empiricamente testate - per poter costruire, valutare e certificare competenze, in linea con i dettami della legislazione nazionale vigente.
Nel nostro come negli altri paesi ad economia libera, e nell'epoca attuale l'epoca della civiltà industriale e della produzione di massa - il fenomeno imprenditoriale costituisce l'asse portante dello sviluppo economico e del processo di razionale utilizzazione delle risorse produttive per il miglioramento del benessere materiale della collettività. Da qui la necessità di una legislazione economica non solo di diritto pubblico, ma anche di diritto privato, volta per un verso a creare un ambiente giuridico propizio allo sviluppo delle imprese e, per altro verso e nel contempo, ad assicurare un ordinato e razionale funzionamento delle stesse.
Che rapporto c'è tra media education e formazione? Nella "società dell'informazione" la media education è la formazione. Chi si occupa di media education non può prescindere da competenze specifiche di progettazione formativa e chi si occupa di progettazione formativa non può che trarre giovamento da specifiche competenze di media education, se vuole proporre interventi formativi solidamente ancorati alle modalità odierne di diffusione del sapere. Nato da un lungo lavoro di équipe e da una pluriennale esperienza sul campo, il volume cerca di accompagnare il media educator - insegnante, educatore, formatore - in tutti quei momenti che si svolgono "dietro le quinte" e che rendono possibile (ed efficace) il suo intervento in aula: progettazione, ricerca dei finanziamenti, monitoraggio, valutazione e documentazione degli interventi. Partendo dal presupposto che non vi è nulla di più pratico di una buona teoria, i modelli proposti intendono sia guidare il principiante a sviluppare progetti non improvvisati ed estemporanei, sia offrire all'esperto una base teorica con cui analizzare e rielaborare la propria esperienza sul campo, attivando un processo di riflessione virtuosa e crescita professionale.
Pieni di timore per ogni cambiamento, i "drogati d'amore" soffocano lo sviluppo delle capacità individuali e sopprimono ogni desiderio e ogni interesse, condizionando e stravolgendo la loro vita e quella di chi gli sta vicino. L'amore richiede onestà e integrità personale; l'amore è interrelazione dinamica, accrescimento reciproco, scambio tra persone che si amano. Gli affetti che comportano paura, ossessione e dipendenza, tipici dei "love addict", sono invece destinati a distruggere l'amore. In questo libro si raccontano le esperienze di molte persone che sono riuscite a sconfiggere la dipendenza. Un percorso terapeutico che, operando cambiamenti anche dolorosi, ha permesso a questi "drogati d'amore" di riappropriarsi della loro vita, recuperando le emozioni, la comunicazione emotiva, l'autostima e delle sane relazioni di coppia. Frutto della lunga esperienza dell'autore nello studio e nella cura delle dipendenze comportamentali, questo volume si propone come strumento fondamentale per quanti vogliano indirizzare e sostenere verso la guarigione le persone che soffrono a causa di questa complessa patologia.
Avevo ventotto anni e sempre fin allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto decente". Ha inizio così l'odissea di Vitangelo Moscarda, quando un commento distratto della moglie lo inchioda a una tremenda verità: gli altri ci vedono in modo diverso da come ci vediamo noi stessi. La sua vicenda è lo specchio della crisi dell'io, tra prospettive che mutano e punti di riferimento che si perdono. Tra gli esiti più nuovi della letteratura del Novecento, l'ultimo romanzo di Pirandello è la storia di un "naufragio dell'esistenza": in seguito al cortocircuito iniziale, il protagonista arriva ad accettare l'incompletezza di sé attraverso la via della rinuncia e della solitudine, fino all'abbandono definitivo di ogni coesione interna, fino alla follia. Come ebbe a dire l'autore stesso, dei suoi romanzi "Uno, nessuno e centomila" è il "più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita".
L'epoca successiva alla Seconda guerra mondiale marca una netta discontinuità rispetto alle fasi precedenti della politica estera italiana. Tuttavia, passata la fase dell'emergenza e della scelta di campo, riemersero alcune caratteristiche costanti della nostra diplomazia. Delineata la cornice in cui l'Italia dovette inserirsi, il sistema bipolare della Guerra fredda, il volume descrive la fase della cobelligeranza, la prima della ricostruzione della politica estera italiana dopo la cesura del 1943, le vicende della frontiera orientale, emblematiche della mancata sintonia tra gli interessi nazionali e le attese dell'Italia da un lato e la prospettiva dei nostri maggiori alleati dall'altro, due dei "tre cerchi" della politica estera italiana, l'altlantismo e la politica mediterranea. Il tentativo di conciliare una rigorosa fedeltà atlantica con iniziative nell'area mediterranea di tradizionale interesse per la diplomazia italiana diede luogo, in particolare con il neoatlantismo, a una fase particolarmente dinamica, che per certi versi può ricordare appunto quella dell'inizio del XX secolo, che aveva visto la politica estera italiana muoversi tra alleanze e amicizie.
Da parecchi anni cerco di pensare all'attività di ascolto musicale, quando vissuta in più di due persone, come ad un'occasione che consenta incontri, scambi, trasformazioni nel gruppo. Questo, normalmente, non accade. In diverse situazioni sociali, ivi comprese quelle che prevedono l'ascolto di musica, la dinamica di gruppo prevalente è quella del parallelismo : siamo in tanti, forse compiamo anche le stesse azioni, ma ciascuno vive l'evento grosso modo per conto suo. I "giochi d'ascolto" sono allora attività in cui una musica, ascoltata insieme con intenzionalità, funziona come rete, sostegno e suggeritore per il realizzarsi dell'interazione, generando un compiacimento di sé come gruppo, un rinnovato desiderio a stare con gli altri e anche a stare con la musica.
Qual è il segreto di un promotore di successo? Quali sono i comportamenti adatti per raggiungere gli obiettivi? Quali sono le capacità che in un contesto come quello attuale possono fare la differenza? Come posso pianificare la mia attività in modo strategico? Come posso incrementare l'efficacia della mia attività? Come posso creare relazioni efficaci con i miei clienti? Queste sono solo alcune delle domande alle quali abbiamo cercato di rispondere in questo libro. Non teorie, ma il risultato di una ricerca attraverso una serie di interviste, dei fattori di eccellenza del moderno promotore finanziario. Una cassetta degli attrezzi. Strumenti di immediata e concreta applicazione con l'obiettivo di creare "consapevolezza" in modo da essere in grado di analizzare comportamenti funzionali e disfunzionali per avere la possibilità di scegliere che promotore vogliamo essere o diventare. Conoscere se stessi, possedere se stessi e trasformare se stessi. È proprio questo a cui dovrebbe tendere ogni individuo: imparare progressivamente a conoscersi, a capirsi, ad accettarsi, a scoprire le proprie potenzialità, a vivere con la totalità del proprio essere, diventando sempre più consapevole della sua fondamentale libertà e possibilità di gestione creativa e responsabile.
Superato nella didattica un approccio prodotto-processo, un'ottica che determini l'insegnamento in funzione dell'apprendimento, i processi di insegnamento richiedono da un lato di mettere al centro l'azione, dall'altro di ripensare i processi didattici. Tutto ciò esige una riflessione sul senso e sui modelli della progettazione didattica. Diana Laurillard adotta un approccio che vede nell'interazione tra apprendimento e insegnamento il focus della didattica, proponendo le TLA (Teaching learning activities) come colonne portanti dell'impianto didattico. Le TLA sono gli "oggetti" che il docente predispone per supportare i processi di apprendimento e sono organizzate in differenti categorie: possono prevedere un apprendimento attraverso acquisizione, ricerca, discussione, pratica e collaborazione. Il parametro di qualità è dato da un'equilibrata presenza delle sei categorie. Il testo indaga il concetto di progettazione anche da altre prospettive: l'insegnamento è scienza della progettazione in quanto si occupa di come le cose potrebbero essere, a differenza delle scienze che invece descrivono le cose per come sono. E questo tanto più oggi in quanto il contesto richiede a scuole e università di preparare le future generazioni sulle competenze e sulla capacità di affrontare situazioni problematiche sempre diverse e in divenire.
Il testo, giunto ormai alla terza edizione, vuole proporre un percorso logico di analisi degli strumenti finanziari e creditizi seguendo il principio guida per cui tali strumenti, come qualsiasi altro prodotto, nascono per soddisfare bisogni. Sia i privati sia le imprese, per svolgere la loro attività e raggiungere i loro obiettivi, incontrano infatti problemi da risolvere e i prodotti (beni e servizi) presenti sul mercato vanno interpretati come soluzioni e valutati in base alla loro capacità di svolgere questo ruolo. Pertanto, chi voglia fornire un quadro concettuale di riferimento per assumere decisioni in materia di strumenti finanziari e creditizi deve partire dall'individuazione dei bisogni che tali prodotti sono destinati a soddisfare e riconoscere le caratteristiche del service concept la cui declinazione differenzia i vari contratti in modo da renderli adatti alle diverse modalità con cui il bisogno è percepito. Un vero contributo formativo in questa materia non sta quindi, nel contesto attuale, nel descrivere i contratti esistenti, ma nell'abituare il lettore a comprendere le caratteristiche che li qualificano alla base, rappresentandone la componente stabile, e nell'individuare i bisogni che tali caratteristiche, declinate in modo diverso, sono in grado di soddisfare. In questo modo si forniscono le chiavi di lettura necessarie per valutare sia i prodotti esistenti sia quelli futuri e il testo con finalità più metodologiche che descrittive vuole offrire questa prospettiva di analisi.