Edipo e Narciso sono due personaggi centrali del teatro freudiano. Il figlio-Edipo è quello che conosce il conflitto con il padre e l'impatto beneficamente traumatico della Legge sulla vita umana. Il figlio-Narciso resta invece fissato sterilmente alla sua immagine, in un mondo che sembra non ospitare più la differenza tra le generazioni. Le nuove generazioni appaiono sperdute tanto quanto i loro genitori. Questi non vogliono smettere di essere giovani, mentre i loro figli annaspano in un tempo senza orizzonte. Telemaco, il figlio di Ulisse, attende il ritorno del padre; prega affinché sia ristabilita nella sua casa invasa dai Proci la Legge della parola. In primo piano una domanda inedita di padre, una invocazione, una richiesta di testimonianza che mostri come si possa vivere con slancio e vitalità su questa terra. Il processo dell'ereditare, della filiazione simbolica, sembra venire meno e senza di esso non si dà possibilità di trasmissione del desiderio da una generazione all'altra e la vita umana appare priva di senso. Eppure è ancora possibile, nell'epoca della evaporazione del padre, un'eredità autenticamente generativa: Telemaco ci indica la nuova direzione verso cui guardare, perché Telemaco è la figura del giusto erede. Il suo è il compito che attende anche i nostri figli: come si diventa eredi giusti? E cosa davvero si eredita se un'eredità non è fatta né di geni né di beni, se non si eredita un regno?
La felicità passa, ma a volte ritorna. È questo il messaggio in codice che viene dalla lettura di questo libro. Come a dire che non dobbiamo deflettere, che non è mail il caso di deporre la speranza. Anche nella condizione più difficile si può farle spazio, affinchè la tanto attesa ritorni.
A che età mettere nelle mani del figlio un tablet? Quante ore di computer al giorno consentire? Che cosa dirgli se si scopre che visita siti non adatti alla sua età? Sono questi i dubbi e le domande che assillano padri e madri preoccupati dell'effetto delle nuove tecnologie sullo sviluppo fisico, intellettivo, scolastico ed emotivo dei loro figli, i cosiddetti "nativi digitali", esponenti della nuova "generazione tablet". Cresciuti in un ambiente sempre più affollato di nuovi media, che hanno imparato a conoscere fin dai primi mesi di vita, sono perennemente connessi e stabiliscono e coltivano relazioni e legami d'amicizia attraverso i social network. Ed è proprio il timore di un'eccessiva dipendenza dai rapporti virtuali e di un pericoloso allontanamento dalla realtà che porta spesso i genitori a controllare ossessivamente, o addirittura a proibire, l'uso di cellulari e videogiochi. Prendendo atto della profonda rivoluzione culturale innescata da internet e dal progresso tecnologico nel campo delle telecomunicazioni, Katia Provantini e Maria Longoni ne illustrano tutte le problematicità e le insidie, ma insieme, analizzando con cura le fasi della crescita psicofisica e delle modalità di apprendimento da zero a dodici anni, ne sottolineano i numerosi aspetti positivi, anche in questa fascia d'età. E indicano ai genitori come accompagnare passo passo i loro ragazzi in tali esperienze, come aiutarli a sviluppare il senso critico e a raggiungere la necessaria "saggezza digitale".
Chiunque abbia un figlio adolescente si troverà prima o poi a doversi confrontare con ribellioni, rispostacce, ostilità, una gamma di reazioni che spesso coglie alla sprovvista i genitori perché costituisce una radicale trasformazione del bambino affettuoso che fino a ieri pendeva dalle loro labbra e li colmava d'orgoglio. Eppure dovremmo saperlo, perché ci siamo passati tutti: se ripensiamo alla nostra adolescenza. Quello che forse non sappiamo, ci dicono Stefano Gastaldi e Paola Di Pietro, è che tali comportamenti aggressivi sono solo alcuni dei modi con cui gli adolescenti provano a "differenziarsi", cioè a costruirsi un'identità, a ritagliarsi un proprio spazio nel mondo e a conquistarsi la necessaria autonomia dai "grandi". Nel periodo dell'adolescenza l'aggressività può rivelarsi quindi un indicatore di salute emotiva e uno strumento che "crea benessere, cultura e civiltà", ma se assume forme gravi ed eccessive, può segnalare una sofferenza psichica o un blocco nella crescita, problemi che vanno affrontati senza inutili allarmismi ma nella maniera adeguata. Di fronte alle manifestazioni aggressive dei figli, i padri e le madri sono chiamati a cambiare profondamente il modo più spontaneo di porsi con loro e ad assumere invece un atteggiamento di apertura e di ascolto nei confronti delle mille difficoltà che gli adolescenti incontrano in famiglia, a scuola, con gli amici.
Il "cyberbullismo", un termine diventato recentemente di tragica attualità, rappresenta oggi per la stragrande maggioranza dei minorenni una minaccia molto concreta, quasi come l'alcol e la droga, in una società in cui la dimensione "digitale" della vita privata, in particolare di quella dei più giovani, ha conquistato un ruolo predominante. Federico Tonioni, esperto di bullismo online, ci guida nel nuovo mondo delle relazioni via web, che noi adulti in gran parte non conosciamo e che quindi ci spaventa, facendoci sentire impotenti. Alla fine della scuola primaria, i ragazzi avvertono con maggior urgenza il bisogno di passare più tempo con i coetanei, di costruire amicizie solide, stabilire alleanze e complicità, non solo in classe. Oggi ciò che è cambiato sono i tradizionali luoghi di appuntamento, spesso sostituiti dalla "piazza virtuale". Un cambiamento non privo di conseguenze sulla natura e sulla qualità dei rapporti personali. Perché se è vero che l'adolescenza è una fase della vita che è sempre stata caratterizzata dal rischio di essere sbeffeggiati, il cyberbullismo è molto più spietato: protetti dall'anonimato della rete, resi insensibili dalla mancanza di contatto fisico con la vittima, i carnefici non sanno misurare e prevedere le conseguenze dei loro atti. Il tutto sotto gli occhi della sterminata platea della rete e nell'assoluta mancanza di controllo da parte degli adulti, spesso all'oscuro delle dinamiche in cui sono immersi i cosiddetti "nativi digitali".
Spesso siamo così impegnati in una relazione, in un lavoro, in un progetto che non ci chiediamo perché lo stiamo facendo. Diamo tutto per scontato e non ci concentriamo su aspetti che invece avrebbero bisogno di una costante manutenzione. Cosa fare per trasformare le cose che non ci piacciono? Come cambiare per essere felici? Non esiste una risposta giusta o sbagliata. Esiste solo la domanda giusta. Questo libro ha il potere di rivelarci che cosa è davvero meglio per noi attraverso la tecnica delle domande. Nella coppia, in famiglia, nella vita professionale, nelle relazioni. 108 quesiti-chiave studiati per mettere a fuoco i nostri reali desideri dissipando le insicurezze e sbloccando schemi mentali di cui non siamo consapevoli, fino a farci scoprire quali scelte e soluzioni ci porteranno alla felicità.
È facile dire o sentirsi dire: "Stabilisci dei limiti!", ma farlo non lo è affatto, soprattutto se si è persone sensibili e attente ai bisogni degli altri. Rolf Sellin, apprezzato autore di "Le persone sensibili hanno una marcia in più", spiega finalmente le ragioni per cui spesso non riusciamo a riconoscere i nostri limiti e a fissare giusti confini nella pratica: farlo, infatti, non è solo questione di volontà. Richiede allenamento! È una convinzione: "Buone recinzioni fanno buoni vicini". Sellin propone metodi concreti e di comprovata efficacia, a livello mentale, comunicativo, fisico e soprattutto energetico, che aiutano a sviluppare la nostra capacità di autodeterminazione senza sensi di colpa. Perché rispettare i nostri limiti e saper dire no serve a noi, ma spesso anche agli altri.
Umberto Galimberti è un pensatore di razza che sa fotografare l'esistente. Sembriamo tutti avvolti da un "ospite inquietante", perfino quando viaggiamo in treno per una gita o andiamo a trovare un amico. Ma chi ha inserito nel nostro scenario questo strano ospite? Chi è? Con questo nuovo volume della Collana "Diálogoi", il filosofo ci spiega perché i giovani oggi hanno paura. Ma ci suggerisce anche come essa si possa togliere.
I cambiamenti profondi avvenuti nelle coppie e nelle famiglie sono spesso evocati dagli psicologi e dai sociologi con toni di cupa inquietudine. C'è però un fenomeno, almeno a prima vista, rassicurante: quello dei nuovi papà. Sensibili e gentili, attenti e disponibili, capaci di assolvere tutte le funzioni della maternità con naturalezza e piacere, sembrano molto diversi dai padri di un tempo, distanti e tiranni. Simona Argentieri si confronta con questa mutazione epocale e con gli aspetti più spinosi del problema, nella dimensione psicoanalitica e nell'intreccio di vari piani, dalla storia alla fenomenologia, dall'arte alla pubblicità, dalla letteratura al cinema. Imbattendosi nella questione fondamentale: quali sono le conseguenze sui figli? Con un contributo di Adolfo Pazzagli.
Vedete tutto senza sfumature, o bianco o nero? Vi concentrate solo sugli aspetti negativi, gli errori, le incapacità? Usate spesso le espressioni “Sempre” o “Mai”, generalizzando la realtà? Credete di sapere in anticipo cosa penserà un altro? Prevedete eventi negativi in continuazione?
L’autrice individua ben 36 distorsioni cognitive, idee sbagliate o irrazionali e una dozzina di convinzioni errate (ex: chiedere aiuto agli altri significa essere deboli) che pregiudicano la vita di molte persone. Non sono le situazioni della vita a determinare la felicità o l’infelicità di un individuo ma la sua interpretazione dei fatti e, di conseguenza, il suo atteggiamento verso le avversità.
Il libro conduce brillantemente il lettore a individuare e correggere definitivamente le proprie convinzioni errate e distorsioni cognitive per recuperare serenità ed equilibrio psicofisico.
Maria Cristina Strocchi, nata a Vicenza nel 1955, si è laureata nel 1979 all’Università di Padova in Psicologia, ha prestato servizio come psicologa tirocinante nel reparto di chirurgia pediatrica dell’Ospedale civile di Vicenza, successivamente ha iniziato la libera professione presso il Centro Didasco di Verona dal 1981 al 1985. Dal 1985 esercita la libera professione, con studio a Vicenza. Ha conseguito le specializzazioni di psicoterapeuta con indirizzo cognitivo-comportamentale, di esperta in biofeedback, di esperta di primo livello in ipnosi clinica. Ha partecipato attivamente a gruppi di lavoro sui temi dell’alimentazione e della sessuologia, ha inoltre condotto personalmente indagini sul tema della coppia e delle cause dell’infedeltà coniugale. Tiene corsi e seminari sulla coppia, sulla libertà dalle paure, sull’autostima e sulla sessualità. Svolge diverse mansioni, tra cui quelle di perito del Tribunale ecclesiastico regionale Triveneto e del Tribunale civile di Vicenza, di docente di psicologia della comunicazione nella Scuola superiore. Ha pubblicato, oltre ad articoli e contributi in opere collettive, La coppia che non scoppia (Positive Press, Verona 2000), Onora il padre e la madre (Positive Press, 2002), Autostima. Se non ami te stesso, chi ti amerà? (San Paolo, Cinisello Balsamo 20032) e Balbuzie: terapia cognitivo-comportamentale (Erickson, Gardolo [Trento] 2003).
Ci si può mantenere in forma senza seguire le regole "disumane" spesso imposte dalla nostra società frenetica? Sì. È quanto si propongono di fare gli autori con questo volume, che ha lo scopo di aiutare le persone a vivere rispettando maggiormente se stesse e gli altri, partendo da una sana alimentazione, con l'ausilio di prodotti naturali anti-stress, seguendo regole di vita che sono alla base di equilibrio psicofisico, serenità e benessere. Non si possono far ritornare indietro le lancette dell'orologio, ma si può senz'altro essere in forma senza stress.
Nella prima parte del libro, l'autore riprende argomenti a lui tanto cari e che hanno caratterizzato la sua vita di scrittore: l'amore per se stessi e per gli altri, la benevolenza, l'amicizia. Nella seconda parte tratta dell'importanza dell'educazione, come capacità da parte dei genitori, di fare crescere i propri figli come persone mature, responsabili e libere, circondandoli di amore, di comprensione.