Attraverso un'ampia sequenza di inserti fotografici, il volume ripercorre le vicende più significative del nostro Paese. Dopo l'apparente stabilizzazione del quadro politico sulla base del pentapartito e la ventata di euforia economica degli anni Ottanta, la crisi della Prima Repubblica, il dissesto della finanza statale e il pericolo di un allontanamento dall'Europa dominano lo scenario dell'italia per gran parte del decennio successivo. E, nonostante il passaggio col maggioritario uninominale a un nuovo assetto bipolare, rimangono tuttora numerosi i motivi di instabilità e così pure i problemi insoluti tanto sul versante istituzionale che economico e sociale.
Il volume intende volgere uno sguardo al recente passato per conoscere il volto delle città d'Italia e l'evoluzione del loro gusto e del loro costume. Il manifesto, opera di raffinata testimonianza dell'epoca, è sicuramente espressione d'arte, soprattutto in quegli stili "Liberty" e "Déco" che qualificano l'espansione industriale, commerciale, turistica e culturale dei nostro Paese. L'Italia quindi si "manifesta" al pubblico nazionale, europeo e internazionale attraverso i manifesti che rappresentano parte integrante della civiltà delle immagini, a cavallo fra Ottocento e Novecento. Questa immersione nel passato è stata possibile grazie alla ricerca e alla selezione di centonovanta manifesti originali, per lo più inediti.
All'origine dell'"Arte magica" vi è un progetto che aveva appassionato Breton fin dagli anni Trenta, e quindi dall'epoca di "Miniature": scrivere una storia dell'arte "rivisitata da cima a fondo dal pensiero e dallo sguardo surrealista". Il fondo magico dell'arte, le sue implicazioni religiose, la visione romantica, il fantastico: tutti gli elementi essenziali della teoria e della pratica surrealista vengono così rivendicati e riconosciuti nelle loro metamorfosi attraverso la storia dell'arte, a partire dalle pitture paleolitiche. Breton è provocatorio e idiosincratico: come sempre le sue indicazioni corrispondono a importanti sviluppi nella storia del gusto.
Pubblicato in occasione del quarto centenario della nascita di San Giuseppe da Copertino (1603-2003), il volume - che accompagna l'esposizione allestita nella suggestiva cornice del berniniano Braccio di Carlo Magno - intende presentare alcune delle più importanti rappresentazioni dello stato estatico di santi e sante nella pittura europea dei secoli XVII e XVIII. L'arte religiosa del Seicento e del Settecento non si limita a celebrare le virtù dei santi, ma esalta le immagini delle loro visioni e delle loro estasi. Si afferma che le immagini dell'estasi divennero una costante nell'arte controriformata e i maggiori santi del tempo furono sempre rappresentati "nei minuti eccezionali dell'estasi".
Dal sottotitolo la partenza del Rinascimento sembrerebbe prematura. Eppure questa opera, a più autori che fra loro hanno lungamente discusso, ci mostra un Rinascimento che inizia a Oriente, nel mondo bizantino, in particolare nei Balcani. È un Rinascimento presente nel mondo arabo islamico e dei Mamelucchi, anche se tenuto a freno dai governanti. La grandiosità del gotico nel Mediterraneo, così carico di istanze umanistiche, ci porta in seguito a quel Quattrocento che del Rinascimento tra Italia e Fiandre, sino a Napoli, ci darà l'ideologia di partenza che segna la storia dell'arte occidentale.
Nel panorama del romanico quello marchigiano è fra i meno noti, e immeritatamente. Il volume documenta una serie di evidenze monumentali di qualità e significato storico notevoli: il nesso con il tardo antico di Ravenna, il legame con la consistente eredità romana, l'immersione suggestiva in un paesaggio di rara e incontaminata bellezza.
Palazzo Sacchetti a via Giulia, su cui ad oggi, nonostante la rilevanza architettonica e degli apparati decorativi, non era stato ancora dedicato uno studio monografico, ebbe fin dai tempi della sua edificazione illustri abitanti e "grandi firme" che ne progettarono la costruzione e la decorazione quali Antonio da Sangallo e Francesco Salviati. Allo scadere del Cinquecento, fu un grande banchiere fiorentino, Giovan Battista Salviati, ad individuarlo come dimora adatta alla sua famiglia per il grande salto sociale che si era prefisso di compiere nel momento di massimo splendore della Roma papale. Lui, Marcello e Giulio, destinato alla carriera ecclesiastica, si adoperarono con grande successo per garantire alla famiglia, tramite sapienti alleanze ed amicizie, l'ambitissimo ruolo politico ed economico meta di molte famiglie non romane, anche attraverso un'intensa attività di mecenatismo ed acquisizioni di proprietà nelle sedi appropriate: di qui l'acquisto di tre grandi latifondi (Frascati, Valle dell'Inferno e Castelfusano), la costruzione della cappella gentilizia in San Giovanni dei Fiorentini, la costituzione di una splendida quadreria per il palazzo di città, l'affidamento alla stella nascente Pietro da Cortona dei progetti architettonici e decorativi delle nuove acquisizioni. La fortuna dei Sacchetti si andò accrescendo anno dopo anno al punto tale da sfiorare il pontificato con il cardinal Giulio alla morte di UrbanoVIII Barberini...
Nei testi che fondano la “compagnia di Gesù” di arte non si parla, ma da subito, con la nascita e l’inesauribile pullulare dei collegi, prorompe l’arte come musica e teatro. La costruzione accelerata di chiese, seminari, case prefettizie e collegi fa dei Gesuiti i realizzatori di una creatività artistica che ha pervaso il mondo intero, dall’Europa all’America Latina e all’Asia. Un gruppo di studiosi americani e europei ci accompagnano in un’avventura che dal rigore della Chiesa del Gesù a Roma, dalla parsimonia iniziale ci porterà all’inculturazione delle opere in Paraguay, e in Giappone, alle rappresentazioni teatrali in tutta Europa ai soffitti delle chiese straripanti di figure e teologia.
Daniele Baroni e Maurizio Vitta tracciano la storia della comunicazione grafica dai tempi dell'affiche dei post-impressionisti fino alla più recente rivoluzione digitale. Una storia che attraversa le conquiste del progresso tecnico, la diffusione dell'immagine fotografica, la pubblicazione dei più importanti periodici nell'arco del XX secolo, la grafica istituzionale, quella aziendale o di pubblica utilità.
Conosciuto internazionalmente come pittore, scultore e architetto, Michelangelo fu però anche poeta. Non pubblicò mai le sue rime, ma ne selezionò e ordinò 89 per un'ipotetica raccolta. Electa ha chiesto a uno dei massimi studiosi internazionali di Michelangelo di riunire in un volume il "canzoniere" che l'artista avrebbe voluto pubblicare. Madrigali e sonetti sono quindi accostati a immagini delle opere scultoree che offrono un'insolita visione di Michelangelo poeta e scultore.
ARTE PRECOLOMBIANA IN MESOAMERICA
Beatriz de la Fuente, già direttore dell’Istituto di ricerche estetiche dell’università del Messico, imposta – per la prima volta – una lettura ‘estetica’ dell’arte precolombiana. Non più solo documento antropo-archeologico, ma connessione, evoluzione e peculiarità di stili. Opere fondamentali per guardare a Aztechi, Maya, Toltechi, Olmechi, ecc. come creatori di opere artistiche. Segue una sintesi ordinata delle culture precolombiane e dei loro stili.
L’ARTE COPTA
L’arte cristiana dell’Egitto trova le sue origini nel variegato mondo paleocristiano e tardo romano mediterraneo. Velocemente acquista quella peculiarità che oggi ci fa parlare di Arte Copta come di un mondo “a parte” e capace di straordinaria continuità durante il periodo bizantino, il periodo arabo – dagli Abbasidi ai Mamelucchi, sino all’epoca ottomana e alle soglie dei nostri giorni. Un’arte essenzialmente monastica, capace di una persistenza stilistica straordinaria, che meritava questo primo studio sintetico e interpretativo sul suo inusitato arco di permanenza.