Questo è il racconto autobiografico di una protagonista del Novecento italiano. Giulia Maria Crespi appartiene a un'importante famiglia lombarda, di cui ha proseguito la tradizione filantropica e di impegno civile. Racconta qui le molte avventurose storie della sua vita. Centrali nel libro sono le vicende del "Corriere della Sera", di grande importanza per la storia del nostro Paese. Giulia Maria Crespi, che in modo crescente partecipa alla gestione del giornale, si adopera in una battaglia per l'ammodernamento del "Corriere", in consonanza con la parte più progressista dell'opinione pubblica. Una svolta coraggiosa ma irta di difficoltà, che nel 1974 la costringeranno a lasciare la gestione del giornale. Si occupa sempre più della Fondazione Crespi Morbio per Famiglie Numerose e di Italia Nostra. Nel 1975 assieme a Renato Bazzoni fonda il FAI (Fondo Ambiente Italiano) per la tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale. Da 40 anni lotta strenuamente per difendere l'agricoltura in Italia, in particolare quella organica.
A Palermo abitava in un bunker. Una vita sotto scorta fin dal 1974, quando da protagonista della lotta al terrorismo rosso si trovò sotto il peso di preoccupanti minacce. Una moglie coraggiosa e due figli costretti fin da piccoli a crescere in compagnia di uomini in armi. Almeno quattro i tentativi di attentato subìti e sventati per un soffio.
Gian Carlo Caselli, il magistrato più scomodo d’Italia, rievoca le tappe fondamentali, i valori, gli amici e i nemici che hanno segnato la sua avventura umana e professionale. Non è fiction. È la storia vera di un “uomo di legge” che ha dedicato la propria vita alla giustizia, pur consapevole dei limiti delle norme. Una storia raccontata per la prima volta senza reticenze, senza tralasciare i dettagli più inquietanti: misteri, calunnie, colpi bassi, depistaggi.
Il viaggio nei ricordi diventa occasione per una riflessione sferzante sull’attualità del nostro Paese, sugli intrecci fra mafia, economia e politica, con particolari inediti sulle recenti scottanti inchieste svolte sulla ’ndrangheta nel Nord d’Italia.
Un viaggio che non dimentica le radici familiari e culturali, la fede religiosa e la laicità sempre coltivate, insieme a quella passione per il senso ultimo della legge: la difesa del debole, affinché chi è diseguale possa sempre crescere in eguaglianza rispetto agli altri.
Rousseau, considerato il fondatore della pedagogia moderna e autore di bellissime frasi sui doveri paterni, ebbe cinque figli che destinò tutti, appena nati, all'ospizio dei trovatelli, senza più curarsene; Manzoni, il campione della pietas cristiana, ignorò per anni le accorate richieste della figlia Matilde perché l'andasse a visitare, finché questa non morì di tisi, a 26 anni, senza che il suo desiderio fosse esaudito; il grande Charlie Chaplin, indimenticabile "padre" nel film Il vagabondo, ammise di detestare i bambini, mentre una delle sue figlie ricorda che il tempo massimo che il genitore le dedicò nel corso della vita fu di... 17 minuti. Evidentemente, genio e famiglia non vanno sempre d'accordo. Sembra, anzi, che le vette dell'arte, della scienza, insomma del pensiero, portino inevitabilmente a trascurare i rapporti familiari. Questo libro mette alcuni grandi della storia dell'umanità, lontana e recente, sotto una lente particolare: quella della paternità. Un esame che riserva molte sorprese e ridimensiona alcuni geni, senza nulla togliere alla grandezza della loro mente e delle loro opere, riportandoli a una statura umana, molto umana, fatta di assenze e debolezze.
Piero era sicuro di diventare un maestro di musica, Ignazio cantava con passione ma di certo non pensava al successo, Gianluca cantava solo per se stesso, perché lo faceva stare bene. Insomma, la musica era nel futuro di tutti ma nessuno dei tre avrebbe mai immaginato che il 25 aprile 2009 il destino avrebbe bussato alla porta facendo "nascere" Il Volo, che in pochissimi anni ha raggiunto fama internazionale e i primi posti in classifica in Italia e nel mondo. Dopo aver trionfato a Sanremo 2015 e conquistato l'America, Piero, Ignazio e Gianluca aprono il diario dei ricordi più personali e privati e ci portano nei loro luoghi del cuore intrecciando le voci, complici e divertite, per svelarci come è cominciato tutto. Chi erano e cosa facevano prima di arrivare in tv a "Ti lascio una canzone" e dare vita al Volo? Come hanno scoperto l'amore per la musica? Ma Piero, Ignazio e Gianluca ci raccontano anche della loro vita di oggi tra concerti in giro per il mondo, aneddoti di backstage e sale di registrazione, tra viaggi infiniti con l'Italia sempre nel cuore e i progetti di domani... e di quella volta in cui, a Miami, hanno rischiato di diventare un duo... "Un'avventura straordinaria" è il primo libro ufficiale del Volo, una storia di passione e impegno, il viaggio di tre ragazzi partiti dalla provincia e arrivati tutto d'un fiato sul tetto del mondo. Perché nessun luogo è lontano quando hai talento e la forza di inseguire i tuoi sogni.
"Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere." Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come "alunna di razza ebraica", viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa "invisibile" agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent'anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. "Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea". Enrico Mentana raccoglie le memorie di una testimone d'eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l'adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all'amore del marito Alfredo e ai tre figli.
"Voglio raccontare la tua vita come non è mai stato fatto prima". Annalisa Chirico irrompe così nella quotidianità del professor Umberto Veronesi. Gli propone un viaggio tra i ricordi per ripercorrere la "risalita controcorrente" di quel ragazzino che, nato da una famiglia di contadini della pianura lombarda è incluso per ben due volte nella rosa finale dei candidati al Nobel per la medicina. Nel dialogo serrato tra la giovane giornalista e l'uomo di scienza due generazioni si confrontano sui grandi temi dell'esistenza l'amore, le passioni, la morte, la pace, la religione - e sugli avvenimenti della storia e dell'attualità. Ne emerge il resoconto di una battaglia quotidiana tra desideri, tentazioni, aspettarive e bisogni. "La lezione che il professore consegna ai lettori è - nelle parole di Annalisa Chirico - l'umiltà dell'essere. È un uomo senza pretese da superuomo che si scopre in modo inedito nella propria umanità, finanche negli aspetti più intimi e delicati, con l'inevitabile carico di ridicolo che la vita di ciascuno di noi porta con sé".
Lo storico interessato a individuare i percorsi lineari della scienza si chiede il motivo per cui Galileo merita di essere famoso e risponde con la scoperta della legge di caduta libera dei gravi. Lo storico interessato a collocare le teorie nel loro contesto storico si chiede perché Galileo meritava di essere famoso e risponde con l'utilizzo del telescopio nelle esplorazioni celesti. Lo storico attento alla figura di Galileo si chiede se egli voleva meritarsi la fama, e risponde un po' imbarazzato che lo scienziato riteneva di aver trovato l'argomento definitivo per dimostrare il moto della Terra, ovvero l'argomento delle maree che è sbagliato. Fatto sta che Galileo è spesso più conosciuto come un "caso" per via della vicenda avuta con la Chiesa, mentre è meno conosciuto come lo scienziato al crocevia di un momento delicato e fondamentale della storia della scienza e della filosofia. Questo volume si propone di "osservare" la storia di Galileo sotto angolazioni che diano conto della complessità della vicenda, offrendo una via di accesso a questa complessità a quanti non frequentano abitualmente gli studi galileiani.
Costretto ad allenarsi sin da quando aveva quattro anni da un padre dispotico ma determinato a farne un campione a qualunque costo, Andre Agassi cresce con un sentimento fortissimo: l'odio smisurato per il tennis. Contemporaneamente però prende piede in lui anche la consapevolezza di possedere un talento eccezionale. Ed è proprio in bilico tra una pulsione verso l'autodistruzione e la ricerca della perfezione che si svolgerà la sua incredibile carriera sportiva. Con i capelli ossigenati, l'orecchino e una tenuta più da musicista punk che da tennista, Agassi ha sconvolto l'austero mondo del tennis, raggiungendo una serie di successi mai vista prima.
Quando, il 15 ottobre del 1917, la bellissima spia Margaretha Zelle, conosciuta in tutta Europa come la ballerina orientale Mata Hari, cade sotto i colpi del plotone di esecuzione francese, la notizia riecheggia ovunque, dall’Egitto a New York. La sua spettacolare esistenza ha infatti incrociato quella di molte personalità del mondo politico e culturale: Gabriele d’Annunzio e Colette, Lawrence d’Arabia e Claude Debussy, Ernest Hemingway e Filippo Tommaso Marinetti; ma anche ufficiali dell’esercito, ambasciatori e capi di stato. In molti si sono lasciati sedurre da Mata Hari, in molti l’hanno amata o invidiata; tutti ne hanno conservato un’impressione vivida, un ricordo preciso. A partire da testimonianze e documenti del tempo, lo scrittore Giuseppe Scaraffia ripercorre il filo che unisce queste vite e racconta i giorni del processo, della condanna e della fucilazione di Mata Hari: un affresco romanzesco in cui vicende personali e grandi eventi della storia del Novecento si intrecciano. Il ritratto di un’epoca e di una delle sue protagoniste femminili più affascinanti.
Era la "stracciarola" più famosa di Roma. La sua bottega di vestiti usati si trovava nei pressi di Campo dei Fiori. Erano gli anni Settanta, e nessuno immaginava che Mara Venier sarebbe diventata ciò che è oggi: una delle personalità della tv italiana. In questo libro Mara racconta com'è andata. Ma attenzione: il lettore non si aspetti una classica autobiografia. Questo no, non è quel tipo di libro. Si tratta piuttosto di un libero girovagare tra luoghi, personaggi e aneddoti della sua vita, tra i quali emergono prepotentemente le memorie dell'infanzia: Mara, veneziana di nascita, cresce a Mestre in un contesto popolare, con una madre molto bella e un padre, ferroviere, dolcissimo. Di quegli anni evoca con commozione le scorribande con i ragazzini tra le case del quartiere, le pittoresche litigate in famiglia, i primi amori dell'adolescenza. Fil rouge del racconto sono le sue ricette: Mara è una cuoca di talento e cucina per gli amici, per i suoi amori, ma anche per rievocare il passato. I dieci piatti raccolti in appendice sono tutti legati a un momento della sua vita: il baccalà mantecato dell'infanzia, la lasagna con cui suggella la fine di un amore, l'amatriciana che accompagna un'amicizia speciale. Fino alla pasta e fagioli con cui conquista l'ultimo, grande amore della sua vita. Ricette e affetti inevitabilmente si intrecciano.
Biografia su Anna Maria Fulgida Bartolacelli. I temi trattati riguardano il significato della sofferenza e del male in generale, il senso della vita in condizioni di gravi disabilità, il rapporto del malato con la società e infine il valore salvifico della sofferenza dell'uomo unita a quella di Cristo.
Vi è sicuramente qualcosa di paradossale nel dedicarsi a scrivere la biografia di qualcuno che aveva sottolineato l'inesorabile tendenza alla menzogna, alla dissimulazione, alla alterazione, all'incomprensione, propria di ogni impresa biografica - salvo il fatto di esservisi consacrato lui stesso in diverse circostanze, scrivendo addirittura la propria autobiografia e facendosi lo storico del movimento da lui fondato. Paradosso tanto più severo, inoltre, in quanto Freud aveva costituito una disciplina e una dottrina che non si limitava a mostrare le aporie e le contraddizioni proprie del metodo biografico, ma problematizzava il carattere enigmatico del suo stesso oggetto. Tutto ciò non ha impedito il proliferare di opere che hanno aspirato a dire la verità intorno alla vita, al pensiero e all'opera di un oscuro medico di Vienna destinato a rivoluzionare il nostro modo di guardare all'uomo. Ma per riuscire nell'impresa di scrivere la storia veritiera delle venture e sventure di quel vero e proprio "fondatore" di un nuovo regime di discorso e di verità, occorreva tenere conto del fatto che l'invenzione freudiana ha cambiato anche il modo in cui viene scritta, e fatta, la Storia. La biografia di Elisabeth Roudinesco riesce in questa impresa: raccontare con rigore l'avventura della psicoanalisi ma soprattutto il suo inventore, con la consapevolezza che, in virtù di tale avventura, la Storia, e le storie, di tutti e di ciascuno, non saranno più le stesse.