A dire d’Oropa e della sua spiritualità bastano le parole che si possono vedere – incise in lettere d’oro – sul frontone dell’antica Basilica: “Davvero fortunato chi avrà fissato in te i suoi occhi e dai tuoi materni sguardi sarà stato accarezzato...”. Una spiritualità, quella della Vergine bruna di Oropa, fatta d’incontro, di ascolto, di dialogo, di contemplazione... E per favorire questa “sosta orante”, Oropa – lungo i secoli – ha costruito una chiesa e anche una casa. Il libro offre una presentazione sintetica della storia e della spiritualità del santuario mariano di Oropa (Biella).
Dopo l’Esodo, ecco il secondo volume della Bibbia Interlineare. Dopo una presentazione tecnica e introduttiva, il testo dell’Esodo viene presentato in quattro lingue: Ebraico e traduzione interlineare parola per parola, (pagina dispari); greco, latino, italiano (pagine pari). Infine vengono i repertori dei passi paralleli, una serie di note per un primo confronto fra ebraico, greco e latino e l’elenco delle parashiot (pericopi) del ciclo annuale delle letture sinagogali.
Un’impresa editoriale gigantesca che continua, con la prossima pubblicazione di Genesi.
Un testo classico del pensiero cristiano e della devozione, in una nuova edizione. La spiritualità di Santa Brigida di Svezia, compatrona d’Europa con Santa Caterina da Siena e con Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), ha fortemente caratterizzato la storia della pietà popolare attraverso la sua dottrina mistica che diviene qui, nelle devozioni sopra la Passione di Gesù Cristo, una preghiera di adorazione e di contemplazione della storia umana dal punti di vista della croce. A lei si devono alcune delle preghiere più belle che ancora oggi vengono recitate dal popolo di Dio (“…vi prego, col fervore più vivo, a stampare nel mio cuore sentimenti di Fede, di Speranza, di Carità, di dolore dei miei peccati e di proponimento di non più offendervi; mentre io, con tutto l’amore e con tutta la compassione, vado considerando le vostre cinque piaghe…).
Santa Brigida nasce in Svezia nel 1303 da una nobile famiglia svedese. Dopo la morte del marito Ulf, avvenuta nel 1344, Brigida riceve le prime rivelazioni e concepisce la fondazione del monastero di Vadstena, istituendo così l’Ordine del Santissimo Salvatore conosciuto anche con il nome di “brigidino”. Nel 1349, Brigida si stabilisce a Roma, dedicandosi alle opere di carità e agli esercizi spirituali e impegnandosi per il ritorno del papa da Avignone a Roma. Muore a Roma il 23 luglio 1373. Il 1° ottobre 1999 Giovanni Paolo II proclama santa Brigida, la «mistica del Nord», compatrona d’Europa, insieme a santa Caterina da Siena e santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein).
«L’iniziativa editoriale con cui la casa editrice San Paolo vuole illustrare la figura di papa Giovanni XXIII, proclamato Beato da Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000, amato e venerato in tutto il mondo sin dai giorni del suo pontificato, e da tutti ancora ricordato e amato come un punto di riferimento nella storia della Chiesa e dei rapporti di essa con il mondo, trova nel mio spirito motivo di gioia e di piena sintonia» (Roberto Amadei, Vescovo di Bergamo).
Inizia con questo volume la pubblicazione delle opere e degli scritti di Giovanni XXIII. Per tutta la vita il futuro pontefice intrattenne una fitta corrispondenza con parenti, uomini di Chiesa, amici e conoscenti. Di particolare rilievo sono le lettere che egli inviò ai vescovi di Bergamo, testimonianza della devozione, dell’attaccamento e dell’amore che egli sempre coltivò per la Chiesa della sua città e i suoi pastori. Parte di queste lettere sono state edite nel 1973. Ora la pubblicazione viene completata con l’aggiunta sia di lettere di papa Giovanni sia dei suoi corrispondenti, i vescovi Giacomo Maria Radini Tedeschi, Luigi Marelli, Adriano Bernareggi, Giuseppe Piazzi.
L’opera è stata curata da mons. Antonio Pesenti che ha lavorato con il rigore dello studioso e l’affetto del testimone.
Mons. Antonio Pesenti è nato a Villa di Serio il 13 agosto 1927. Ordinato sacerdote il 3 giugno 1950, è Membro de “I Preti del S. Cuore” (Oblati di Bergamo). Ha lavorato a lungo presso la curia diocesana ed è stato vice Postulatore per il processo rogatoriale svolto a Bergamo (1967-1971) per la causa di Beatificazione e Canonizzazione di Giovanni XXIII. Tra le sue opere più recenti, ricordiamo: Papa Giovanni e il problema degli studenti a Bergamo nei primi decenni del secolo XX in Cultura e spiritualità in Bergamo nel tempo di Papa Giovanni XXIII, Bergamo 1983, pp. 259-269; La Chiesa nel primo periodo della vita comunale (1098-1187), pp. 61-89; Dal Comune alla Signoria (1187-1316), pp. 91-124; La Signoria Viscontea (1316-1428) e gli inizi della dominazione veneziana (1428-1512), pp. 125-159, in Diocesi di Bergamo, Brescia 1988; I Vescovi di Bergamo nell’epoca dei Comuni e delle Signorie, pp. 81-139, in Ritratti dei Vescovi di Bergamo, Bergamo 1990.
«Non gli dico nulla, lo amo». Teresa di Lisieux riassumeva così la sua preghiera in queste poche parole. Non c’è quindi da meravigliarsi che questo libro dedicato alla preghiera parli altrettanto della relazione amorosa. L’amore… la preghiera. Una medesima realtà, un medesimo linguaggio.
«Io sono persuaso che si sappia spontaneamente pregare – scrive l’autore – come si sa spontaneamente amare». Arrivare alla preghiera contemplativa è un’esperienza alla portata di tutti.
Il procedimento proposto guida il lettore affinché trovi in sé il cuore profondo, quel luogo da cui scaturisce la preghiera così come l’esperienza amorosa, affinché egli impari a entrarvi e a farvi silenzio.
Padre Jacques è nato a Boucherville nel 1952. A 23 anni, dopo studi di teologia all’Università di Montréal, è entrato nell’abbazia cistercense Notre-Dame-de-Nazareth a Rouge-mont, dove è attualmente incaricato del frutteto e della sidreria. All’occorrenza, anima ritiri spirituali o riunioni nella foresteria del monastero.
A chi seguirà questo dialogo ideale accadrà di vedere configurarsi progressivamente, pagina dopo pagina, il volto umano, spirituale e pastorale del cardinale Martini, di intuirne le attese, i fremiti, le speranze e di ricomporre una vera e propria biografia interiore che ha nel trittico delle tre città simboliche di Roma, Milano e Gerusalemme il suo emblema, già metaforicamente evocato dai tre cuori che appaiono nel suo stemma episcopale.
Il cardinale si racconta in prima persona in un affascinante colloquio con Gianfranco Ravasi. Un libro che diviene un eredità e una testimonianza della figura di Martini per tutti coloro che, italiani e stranieri, lo hanno conosciuto e ascoltato.
Gianfranco Ravasi è il Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, professore di Sacra Scrittura presso la facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e autore di numerosi volumi trai quali, per le Edizioni San Paolo, ricordiamo Fino a quando, Signore?, 20002 e I Monti di Dio, 2001.
Carlo Maria Martini è arcivescovo di Milano dal 1978, dopo essere stato Rettore della Università Gregoriana e del Pontificio Istituto Biblico. Biblista, professore di critica testuale, autore di numerosi testi per lo studio della Sacra Scrittura, ha già deciso di dedicare i prossimi anni allo studio dei manoscritti del testo biblico.
Splendidamente illustrato e facile da capire, questo libro è adatto per condividere con i nostri piccoli le storie della Bibbia al momento della buonanotte.
Perché un libro sull'autostima? Perché l'autostima può essere appresa e portare notevoli benefici in molti settori della vita. L'autostima, infatti, è alla base dell'autorealizzazione, mentre una bassa autostima è causa di paure e fobie, difficoltà interpersonali e sessuali, ansie e insicurezze, dipendenze dal giudizio altrui e mancata realizzazione delle proprie potenzialità. Un libro per amarci e imparare a stimare le qualità positive che abbiamo ma troppo spesso diamo per scontate.
Il capitano Giovanni Gheddo, ufficiale di artiglieria della Divisione Cosseria, è uno dei quasi 100.000 militari italiani che non sono tornati dalla “Campagna di Russia” (1941-1943). È stato dato come “disperso” nella “ritirata del Don” (dicembre 1942), quando il termometro segnava 20-30-40 sottozero. L’apocalittica e disumana tragedia della guerra, di tutte le guerre, è il tema di queste pagine.
Sessant’anni dopo, i figli Piero e Mario pubblicano le lettere di papà dal servizio militare e dalla Russia, inquadrandole nella vita civile e militare di quel tempo: risalta il profondo spirito religioso a cui venivano formati i membri dell’Azione cattolica a Tronzano Vercellese, dove la famiglia Gheddo abitava; e la luminosa testimonianza cristiana di un padre di famiglia e soldato di Cristo, che ha saputo mantenersi fedele nelle condizioni più avverse.
Piero Gheddo, nato a Tronzano Vercellese nel 1929, è sacerdote del Pime (Pontificio istituto missioni estere) di Milano dal 1953. È stato direttore di Mondo e Missione (mensile di informazione e cultura missionaria), di Italia Missionaria (per ragazzi) e di Missionari del Pime (con le lettere dei missionari); ha fondato e diretto Asia News (agenzia d’informazioni sull’Asia) e collabora con diversi giornali e radio-televisioni. Dal 1994 è direttore dell’Ufficio storico del Pime. Ha scritto diversi libri; l’ultimo, in ordine di tempo – insieme con Roberto Beretta – è Davide Golia. I cattolici e la sfida della globalizzazione (Cinisello Balsamo, 20022).
Jean Guitton fu amico di G. B. Montini, divenuto papa col nome di Paolo VI. Questi l'autorizzò a pubblicare un libro: "Dialoghi con Paolo VI" (Mondadori, 1968), che, tradotto in diverse lingue, ebbe una grande risonanza. Dopo la morte del papa, fedele alla sua memoria e alla sua amicizia, Jean Guitton ha raccolto gli appunti redatti in seguito ai colloqui avuti con lui dal 1950 al 1977. Un libro originale che getta una luce particolarmente preziosa su questo papa eccezionale, la cui figura continua a ingrandire e i cui successori hanno voluto ripeterne il nome. In queste pagine si vede il papa riflettere sui fatti e sulle persone, poi decidere, giudicare, prendere in mano il destino della Chiesa; pregare, soffrire, morire. Questo documento va annoverato fra le fonti d'archivio della storia, quella della Chiesa, come pure della storia in genere. Ma è un documento vivo, a volte carico di sofferta drammaticità, come quando accenna a uno dei doveri fondamentali del papa: la proclamazione e la difesa della verità: "Poco importa che qui siamo pochi, e anche che siamo soli. La nostra forza è essere nella verità... Siamo particolarmente sensibili a tutto ciò che potrebbe alterare la purezza della dottrina, che è verità. Il Sommo Pontefice deve 'custodire il deposito', come dice san Paolo".
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