Fratel MichaelDavide prosegue il suo percorso di riflessione sulle figure femminili dei libri biblici sapienziali. Dopo aver esaminato le storie di Rut ed Ester, egli si sofferma su Giuditta, una donna che, con purezza e determinazione esemplari, sfida l'arroganza di un potere maschile che ha cessato di prendersi cura del suo popolo. Queste pagine raccontano l'agire della donna che, nel momento in cui si sottrae alle definizioni imposte dallo sguardo maschile, mette in discussione i confini del ruolo che a lei, peraltro vedova e senza figli, è consentito ritagliarsi nella storia dei popoli, allora come oggi. Giuditta, donna libera e di profonda religiosità, incarna l'impegno personale per la vita, poiché sceglie di intervenire dove altri hanno rinunciato, diventando così immagine della salvezza possibile. L'indagine dell'autore porta alla luce il modo in cui la storia di Giuditta è in grado di trasformare una lunga premessa di violenza, in una parabola che invita al coraggio di difendere la dignità e la speranza, nel solco di un cammino tracciato da Dio.
Vedete tutto senza sfumature, o bianco o nero? Vi concentrate solo sugli aspetti negativi, gli errori, le incapacità? Credete di sapere in anticipo cosa penserà un altro? Prevedete eventi negativi in continuazione? L'autrice individua ben 36 distorsioni cognitive, idee sbagliate o irrazionali e una dozzina di convinzioni errate che pregiudicano la vita di molte persone. Non sono le situazioni della vita a determinare la felicità o l'infelicità di un individuo ma la sua interpretazione dei fatti e, di conseguenza, il suo atteggiamento verso le avversità. Il libro conduce brillantemente il lettore a individuare e correggere definitivamente le proprie convinzioni errate e distorsioni cognitive per recuperare serenità ed equilibrio psicofisico.
Il mondo digitale è il nuovo continente della missione. Come un tempo i grandi evangelizzatori solcavano mari e attraversavano terre sconosciute, oggi i missionari digitali navigano tra social network, blog e piattaforme multimediali per annunciare il Vangelo. Ma chi è il missionario digitale? Quali strumenti deve usare? Come può comunicare la fede in modo efficace e autentico? Questo libro offre una guida pratica e ispirazionale per tutti coloro che desiderano portare la Parola di Dio nel mondo online, con suggerimenti concreti, strategie comunicative e riferimenti biblici che illuminano il cammino. Un vademecum indispensabile per chi vuole trasformare il web in un luogo di incontro, speranza e testimonianza.
Per otto anni sull'uccisione di Giancarlo Siani, avvenuta il 23 settembre del 1985, cala il silenzio. Il movente è "chiaro" fin dall'inizio, molto scomodo individuarlo davvero. A quarant'anni da uno dei più efferati delitti mafiosi avvenuti in Italia, questo libro è un contributo alla memoria da parte di chi ha lavorato in via Cosenza n. 13, a Castellammare di Stabia, la stessa redazione del Mattino dove ha operato Siani. È il racconto dell'impegno di un ristretto gruppo di giornalisti, il "pool Siani", che ha inseguito la verità a partire dal 1993, quando alla direzione del quotidiano arrivano un maestro di comunicazione, Sergio Zavoli, e Paolo Graldi, geniale esperto di mafia e terrorismo, entrambi non napoletani. Comincia sotto la loro guida una lunga inchiesta parallela a quella della magistratura, tra silenzi impenetrabili e piste inesplorate: Siani lasciato solo in "terra nemica"; un manoscritto, in procinto di essere pubblicato, fatto sparire; la paura che lo divora poche ore prima di essere ucciso, quando invano cerca di essere scortato a casa. Piste decisive se imboccate subito, destinate a essere percorse a metà a distanza di otto anni dal martirio laico di un cronista ventiseienne, senza contratto, armato soltanto del proprio coraggio.
L'argomento di questo libro è l'ultima proposizione del Simbolo della nostra fede: Credo nella vita eterna e la prima e ricorrente domanda che don Divo Barsotti rivolge a se stesso e ai suoi lettori è: «In che cosa crediamo quando diciamo di credere nella vita eterna?». Per rispondere a questo interrogativo centrale della nostra fede, don Divo si appella al Sermone della Montagna, per affermare che la vita eterna non è solo dopo, ma già ora per chi crede in Cristo e vive di Lui, perché la Vita è Cristo stesso che ci ha portato la sovrabbondanza della vita - appunto l'eterna vita - assumendo la nostra natura nella sua Persona per renderci partecipi della sua filiale relazione con il Padre.
Più di quarant'anni fa, il cardinal Biffì lanciava la provocatoria ipotesi che Le avventure di Pinocchio trattassero, sotto le vesti della fiaba, i problemi universali della condizione umana: l'origine dell'uomo, il suo destino, il dramma di una libertà sempre in lotta fra il desiderio di tornare fra le braccia di un padre e la tentazione di un'illusoria soddisfazione a buon mercato. Da giovane insegnante, Franco Nembrini prende sul serio questa intuizione e per quarant'anni la mette alla prova, prima a scuola e poi in mille occasioni in teatri, piazze, sale conferenze di tutta Italia e non solo. Nembrini offre ora a tutti il frutto di questa lunga amicizia col burattino e le sue avventure: una rilettura capitolo per capitolo del testo di Collodi, che accompagna a scoprire in modo semplice e diretto che le avventure di Pinocchio sono le nostre vicende e possono aiutarci a capire e affrontare un po' di più il dramma della vita. Età di lettura: da 8 anni.
Questo volume esplora l'importanza dell'atteggiamento verso la vita, in un viaggio attraverso la psicologia, la filosofia e la scienza, per aiutare il lettore a diventare artefice della propria realtà. L'invito è a riflettere sul concetto di amore strategico, inteso non solo come amore romantico, ma come atteggiamento verso il lavoro, le relazioni e la propria esistenza. Diviso in tre parti, il libro affronta: il rapporto tra l'individuo e il suo ambiente; il modo in cui le persone tendono a subire la vita, bloccate da paure, procrastinazione, rimpianti; alcune tecniche per migliorare la performance e il benessere personale. Ama ciò che fai ci mostra come vivere con consapevolezza e passione, trasformando le difficoltà in opportunità per amare profondamente ciò che si fa e, soprattutto, ciò che si è.
Una professione di fede non è solo un insieme di formulazioni sintetiche. Comode per richiamare ciò in cui si crede, esse rischiano di essere parole vuote, se non sono inserite nell'atto mediante il quale si prende posizione rispetto a tale contenuto. Forse per questo, nelle Scritture le formule di fede spesso si trovano inserite in racconti. Questi, per le loro caratteristiche, non veicolano semplicemente una «morale della favola», ma fanno avvenire per i lettori di ogni tempo quanto narrano: sono in grado di coinvolgere e suscitare fede. L'evangelista Giovanni ne era consapevole: per la stesura del suo vangelo, ha raccolto e selezionato, tra i molti compiuti da Gesù, un certo numero di «segni» e li ha scritti «perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome» (Gv 20,31). Questo volume intende accompagnare i lettori nella lettura di alcune pagine dell'Antico e del Nuovo Testamento, alla scoperta del percorso che conduce a professare la fede e dell'intreccio che coinvolge la fede e la vita.
Uscito in prima edizione nel 1984, questo libro è - nelle parole dell'Autore stesso - una «semplice testimonianza della fede cristiana», riproposta proprio per il suo sguardo al Dio che possiamo ancora riconoscere, al Dio insieme onnipotente e crocifisso. Con voce profetica, Sergio Quinzio riflette sul cuore del cristianesimo (la spiritualità, il ritorno del sacro, lo spazio della fede, l'interrogativo sulla vita dopo la morte, il mistero pasquale) e sulle prove alle quali la fede cristiana è sottoposta (solo per citarne alcune: la tecnica, il terremoto, l'aborto, la pace, la guerra giusta...). Di fronte al dolore e alla sofferenza, l'autore rimane scandalizzato, ma questo scandalizzarsi prende qui la forma di un'invocazione a Dio, perché ce ne liberi. Al Dio che si è reso impotente sulla croce viene affidata, infatti, la speranza nell'Apocalisse, quando chi ha sofferto nella carne verrà anche glorificato nella carne. Con una presentazione di Fratel Carlo Carretto.
La graphic novel racconta la storia di Alfredo Agosta, un Maresciallo dei Carabinieri che, a Catania, venne ucciso dalla mafia a soli 49 anni. Agosta era un eccellente investigatore e le sue indagini si concentrarono principalmente sugli appalti pubblici abusivi, sul traffico di droga, sulle estorsioni e il contrabbando di armi. Le sue inchieste infastidirono i poteri malavitosi che in quel periodo dominavano la città e ciò segnò il suo destino, diventando così l'ennesima vittima di mafia. Il Maresciallo visse quando la mafia cominciava a mostrare il suo aspetto più feroce. Era quella mafia stragista che ad uno sgarro rispondeva con la morte e che, col pizzo e le mazzette, si appropriava del lavoro degli onesti cittadini per dettare legge su tutti e tutto. Agosta conosceva molto bene i rischi ai quali andava incontro, tuttavia continuò le sue indagini con l'intento di raggiungere la verità. Ciò ha fatto di lui una persona straordinaria che non può e non deve essere dimenticata.
Un medico, un missionario, un uomo coraggioso e mite, sostenuto da una fede incrollabile. Padre Giuseppe Ambrosoli aveva deciso da ragazzo che avrebbe vissuto da comboniano al servizio dei poveri e che per questo avrebbe lasciato il suo paese, Ronago (CO), gli affetti e l'azienda familiare. Destinazione: Uganda. Partito nel 1956 con la nave Africa, dopo un avventuroso percorso su una jeep in mezzo alla savana, trovò a Kalongo, ai piedi di quella che è chiamata la Montagna del Vento, un dispensario per la maternità, una piccola capanna con il tetto di paglia. Nel giro di pochi anni, grazie alla sua caparbietà, alla grande capacità di medico e sacerdote, allo spirito manageriale ereditato dalla famiglia, quel piccolo centro divenne un grande ospedale. Ma la guerra civile irrompe nella vita dell'ospedale, stravolgendola. L'ordine di evacuazione è perentorio e padre Giuseppe, costretto in sole 24 ore ad organizzare la carovana di pazienti, medici e infermieri, lascia Kalongo senza tornarvi mai più. Lui, medico al servizio dei più poveri, muore a Lira, isolata dalla guerra, senza la possibilità di essere curato. Tutto finito? No. L'ospedale di Kalongo, protetto dai suoi abitanti, dopo tre anni rinasce e prosegue la sua opera di cura dei più vulnerabili. Quella storia di dedizione al prossimo e caparbietà umana continua ancora oggi con la Fondazione voluta dalla famiglia Ambrosoli e dai missionari comboniani, che hanno raccolto l'eredità di padre Giuseppe per dare sostegno e continuità ad un miracolo d'amore. Como, Milano, Kalongo. Migliaia di chilometri di distanza, rumori e odori diversi, ricchezza e povertà. Ma padre Giuseppe e la sua opera hanno ridotto le distanze, unito l'Ospedale e la Fondazione, i medici ugandesi e i volontari italiani, il bisogno di ricevere e la voglia di dare. Premessa di Mario Calabresi. Prefazione del card. Gianfranco Ravasi.
Il messaggio di suor Faustina Kowalska sulla Divina Misericordia ha attraversato il tempo, toccando il cuore di milioni di fedeli. Enzo Gabrieli e Raffaele Iaria ci conducono in un percorso di scoperta tra la sua biografia, il suo straordinario Diario e gli insegnamenti di san Giovanni Paolo II. Papa Francesco nella Dilexit Nos ha posto la riflessione sul mistero del Cuore di Cristo al centro del suo magistero e dei suoi costanti richiami alla Misericordia. In un mondo lacerato da solitudini e incertezze, questo libro è un invito a tornare al cuore di Dio, fonte inesauribile di amore e speranza. Con la prefazione di Renato Colizzi S.I., direttore nazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, e una testimonianza di Claudia Koll, questo volume si presenta come un'opera esaustiva per tutti quelli che desiderano comprendere e vivere la spiritualità del Cuore di Gesù come cammino di fede personale e comunitario.