Difficile per Zahra, giovane libanese, volersi bene quando i primi a non darle affetto sono stati i genitori: il padre, autoritario e brutale, sempre pronto a biasimarla, e la madre, che per anni si è servita di lei, bambina, per coprire i suoi incontri clandestini con l’amante. Difficile per lei rispettare il proprio corpo o provare piacere quando quel corpo è stato usato senza amore e ora fa di lei una donna “immorale”.
Stretta in una morsa tra la famiglia soffocante e un matrimonio sbagliato, che non le ha aperto la tanto sperata via di fuga, Zahra si chiude sempre più in una solitudine muta e autolesionista, mentre il suo disagio viene bollato come pazzia.
Finché, nella Beirut martoriata dalla guerra civile, ritrova inaspettatamente se stessa e la libertà. E questo grazie all’incontro con un cecchino, uno degli uomini senza volto che dall’alto dei tetti decidono in maniera arbitraria dei destini altrui. È nel rapporto con quel “dio della morte” che Zahra riscopre in maniera paradossale la vita. È in quella relazione clandestina, iniziata come violenza e continuata come ossessione irrinunciabile, che conosce a suo modo l’amore e la speranza nel futuro. Ma potrà essere solo una pace fragile, segnata com’è dal senso di colpa e dall’incubo di quei tempi folli.
Le cicatrici sul corpo di Zahra sono quelle di un paese devastato; il grido nella sua mente, quello di ogni donna oppressa; il suo ritratto, un romanzo dirompente sugli effetti irreversibili della violenza.
Fino a qualche anno fa, se si parlava di Nicola Legrottaglie non si poteva fare a meno di associare la parola "amore" a una passerella di bellissime ragazze, frutto di conquiste, di serate brillanti e di storie fugaci.
Dopo l'incontro con Gesù, per Nicola l'amore non è più tutto questo, poiché dalla sua conversione ha cominciato a sperimentare l'Amore vero, quello con la "A" maiuscola. È stato un cammino graduale, quello compiuto dal calciatore bianconero, che lo ha portato a scoprire come l'amore sia il destino di ogni uomo: ognuno di noi è infatti il frutto di un grande progetto d'amore che Dio stesso ha pensato, fin dal principio. Nessuno può vivere senza amare ed essere amato.
Con questa consapevolezza, Nicola rilegge la sua vita, raccontando al lettore la sua scoperta dell'amore: dall'affetto dei genitori alle amicizie dell'infanzia, dalle cotte adolescenziali al primo innamoramento, fino alla scoperta che il cuore è fatto per amare ogni fratello, sull'esempio di Gesù. In questa confessione a cuore aperto Nicola non manca di offrire spunti di riflessione su alcune questioni: aborto, eutanasia, crisi della famiglia, attenzione per gli ultimi. Portando sempre un riferimento esistenziale, a partire dalla esperienza di lettura della Parola di Dio.
Una testimonianza di fede e di vita capace di coinvolgere e commuovere il lettore e guidarlo alla scoperta dell'amore vero, quello che vince ogni sfida della vita.
In una lugubre notte di luna piena, una bizzarra figura bussa al portone di Castelteschio: è il vampiro Camillo Sanguedolce, vecchio compagno di avventure di Nonno Franchenstain nonché assaggiatore di succo di pomodoro di professione. Che cosa vorrà dai Tenebrax a mezzanotte in punto? Sembra incredibile, ma mostri e fantasmi infestano il suo castello e... lo spaventano a morte! Lui non sa più come difendersi, così Tenebrosa decide di partire alla volta di Castelcanino, la dimora del vampiro, insieme al suo inseparabile amico Bobo Shakespeare. Riusciranno i nostri eroi a risolvere il mistero? Età di lettura: da 7 anni.
Angela è una signora sulla sessantina, professoressa di matematica, donna concreta e aliena da ogni fantasticheria. Sposa e madre di due figli, dopo un percorso personale di anni approda all'agnosticismo. Poi un incidente le porta via il figlio minore, ancora adolescente. Alla fase di nera disperazione segue un'improvvisa ispirazione, nata dal semplice e puro amore materno, al di là di ogni riflessione. Una mattina si rivolge al figlio: «Se ci sei, se da qualche parte ancora vivi, fatti sentire». «La risposta fu immediata» racconta Angela. «Sono più vivo che mai, cercami nella preghiera». Una risposta percepita dal profondo del cuore, un cuore di madre capace di riconoscere immediatamente la voce del figlio, senza ombra di dubbio. Sono tante le storie come questa che - fondate su documenti accreditati e ricerche di alto profilo scientifico - mostrano come ci sia un fluso continuo di comunicazione tra il mondo terreno e l'aldilà. Sono testimonianze traboccanti di speranza, di gioia e di commozione, in cui il dolore e le lcrime si mutano nella lieta certezza di non aver perso per sempre i cari che ci hanno lasciato ma anzi di poter continuare ad avere con loro un rapporto ancora più forte di prima. Sono storie nelle quali emergono verità destinate a cambiare la vita di ognuno di noi: la vera essenza dell'uomo è spirituale e la morte non è la fine, ma solo una porta su una vita nuova, eterna, nella quale potremo ritrovare quanti ci hanno preceduto.
Anno Domini 1654. I dogmi sono il fondamento della supremazia della Chiesa. Sono e devono restare inattaccabili. L’Inquisizione vigila e con le sue lunghe mani ha mandato di perquisire i più nascosti recessi del mondo per impedire che neppure il più piccolo dubbio si insinui nelle coscienze.
Per questo, quando in un piccolo villaggio della Provenza vengono alla luce ossa di enormi dimensioni, che non appartengono a nessuna specie conosciuta, le stanze del Vaticano tremano. Tutte le spiegazioni contrastano con la Bibbia, soprattutto quella che a un certo punto si diffonde: che si tratti delle ossa di Satana. Perché se così fosse, se il diavolo fosse morto, a chi attribuire la colpa dei mali del mondo se non a Dio stesso?
Lavorel, famoso studioso esperto di gigantologia, arriva sul posto, insieme a un suo allievo, Zenone, medico ateo e illuminato, trafugatore di cadaveri a fini di studio, e per questo in fuga da Parigi e tacciato di eresia. Zenone non ci vede nulla di ultraterreno in quelle ossa, e cerca di dimostrarlo. A suo rischio, perché una soluzione razionale spaventa la Chiesa non meno di una soprannaturale.
Insieme alla bellissima Agnese, esperta di erbe e sospettata di stregoneria, Zenone affronterà mille pericoli e il giudizio dell’Inquisizione per arrivare alla verità.
In un’epoca di superstizione, in cui la scienza si muove sul filo del rasoio, tra interrogatori, roghi e tentativi di mettere a tacere, si consuma una insidiosa lotta tra fede e ragione.
Il campionato regionale sta per cominciare e c’è già una sfida importante: la selezione dei giocatori per la nuova squadra. E poi le maglie… chi si aggiudicherà la mitica numero 9, quest’anno? Trovare una soluzione che non deluda nessuno è davvero difficile. Riusciranno i ragazzi di Champignon a restare uniti in un fiore solo e a non perdere petali?
Sanford Clark ha tredici anni e vive in Canada nella metà degli anni ’20. È un bravo ragazzino, senza troppi grilli per la testa e francamente non capisce per quale motivo sua madre Winnie insista perché si trasferisca in California con il fratello di lei, lo zio Stewart, intenzionato ad avviare un’attività di allevamento di polli. Sanford parte a testa bassa, con le parole di sua madre che ancora gli frullano nella mente: «Vedrai che sarà un’avventura, andrai a scuola, ti divertirai…». Ma la California non sarà per lui la terra promessa, solo un luogo solitario e ostile, dove il vero volto dello zio Stewart, attraente come un divo di Hollywood, rivelerà la sua natura deviata. Sanford diventa uno schiavo costretto a lavorare senza sosta. Maltrattato, sottoposto a ogni sorta di sofferenze e umiliazioni, si dovrà confrontare con il cuore nero e violento dello zio. Un essere dall’animo guasto e degenerato che lo rende complice di brutali atti di ferocia. Il ranch diventa per Sanford una prigione fisica e mentale, dove senso di colpa, abbrutimento e sopraffazione non gli danno tregua.
In fuga da un destino che pare segnato, riuscirà ad affrancarsi dal passato. Dimostrando che un’anima può mantenersi candida anche attraversando le fiamme dell’inferno.
“Benvenuti in Britannia, la terra dove si incrociano i destini del leggendario re Artù e dei valorosi Cavalieri della Tavola Rotonda. Insieme affronteranno con coraggio prove terribili, nemici senza scrupoli e fate malvagie. Un’avventura straordinaria da vivere in compagnia di Geronimo Stilton!”
Perché la Sicilia ha ventisettemila dipendenti pubblici se in Lombardia sono nove volte di meno?
E perché una sacca di sangue costa tre euro al Nord ma al Sud arriva a dieci?
Ci sono tante cose che ci fanno arrabbiare: gli sprechi, le inefficienze, le sperequazioni e ognuna delle mille male-qualcosa che popolano le cronache quotidiane.
Perché? La risposta non viene da differenze culturali o caratteriali che, con facile qualunquismo, si potrebbero individuare. La ragione affonda le radici nella storia: giusto quella di 150 anni fa. Non un’Italia unita e nuova ma un regno sabaudo allargato, che annette, conquista, impone ferocemente le sue regole e le sue misure. Un tradimento degli accordi e dello spirito originario.
Se oggi ci si lamenta per le troppe tasse che gravano sul contribuente, diventa inevitabile rammentare che l’andazzo prese il via giusto un secolo e mezzo fa, quando si inventarono imposte con troppa fantasia e nessuna logica. E se adesso tutti parlano di federalismo è perché si riconosce implicitamente che sono stati commessi errori imperdonabili che diventa urgente rettificare.
Fra gli sconfitti del Risorgimento ci sta a buon diritto il Nord. Il Nord vero, quello dei campi e delle fabbriche, che non soltanto si mantenne estraneo ma in qualche passaggio si dimostrò assolutamente ostile a ciò che si andava profilando. E che, a guerre d’Indipendenza terminate, si accorse che di vantaggi non ne esistevano, che i bilanci dello stato erano in rosso e che qualcuno – loro – li doveva ripianare. I conti sono ancora aperti, e i polentoni continuano a pagare.
Questa volta le avventure dei gemelli giornalisti approdano a Stoccolma, tra la cerimonia dei Premi Nobel e le magiche atmosfere natalizie: “cervelloni” e mercatini, finestre sul futuro e leggende vichinghe, per la trasferta più eccitante dell’anno!
Vittima dell’abbandono da parte del padre quando era un bambino, e del conseguente rapporto sbilanciato, ai limiti del morboso, con la madre, Luca si ritrova a mettere in discussione la propria identità di genere e a intraprendere l’esperienza omosessuale. Dopo i primi amori adolescenziali, l’ingresso nell’età adulta coincide con la scelta di vivere senza timori la propria condizione. Eletto Mister Gay negli anni ’90, si ritrova famoso e molto richiesto a eventi mondani, feste e spettacoli. La sua nuova vita lo porta a vivere ogni sorta di trasgressione e sfrenatezza.
Dietro l’angolo, però, sta in agguato un nemico letale: l’Aids, che senza pietà lo priva nel giro di poco dei migliori amici. Si ritrova con tanta rabbia addosso, soprattutto verso il padre e verso Dio.
Un giorno accade che qualcosa si rompe nella dinamica di vita e nel precario equilibrio costruito in quegli anni. Luca rientra in se stesso e decide di intraprendere un percorso di conversione, su base psicologica e religiosa, che lo porta a scoprire e a sanare le ferite di tanti anni, fino a riappropriarsi della sua mascolinità ed eterosessualità. Un cammino faticoso, fatto di dubbi e ricadute, che lo porta fino a Medjugorje: l’incontro con la Madonna lo spinge decisamente sulla strada della conversione, favorendone una completa rinascita interiore. Dopo sofferenze e fatica, Luca incontra anche l’amore a lungo cercato e con Terry inizia una nuova vita, fatta di una gioia mai sperimentata prima.
“C’era una bambina che amava la bellezza che era attorno a lei. Amava gli asini volanti, le zebre a strisce verdi e blu. Amava il buio, camminare nel bosco tra sciami di lucciole che le indicavano il sentiero…” Una breve e toccante storia, una scrittura delicata e coinvolgente, una delle più note autrici italiane per l’infanzia.