«Grazie alla traduzione di Francesco Alfieri, sono ora disponibili al lettore italiano le lettere dei fratelli Martin e Fritz Heidegger degli anni 1930-1949, in cui si trattano soprattutto questioni politiche e sociali. Il desiderio di mio nonno di rendere accessibili i suoi testi in forma leggibile, ma senza commenti, è rispettato anche in questa edizione, a parte poche note irrinunciabili per la comprensione dei testi o della traduzione. La speranza è che questo carteggio contribuisca a chiarire molte questioni ancora aperte.» (dalla Premessa di Arnulf Heidegger)
Una intensa riflessione sul dilagare della violenza nel mondo d’oggi: violenza politica, sociale, morale, religiosa. - Le radici morali e filosofiche della violenza viste come assolutizzazione della volontà dei soggetti, contro le norme morali e civili della convivenza.
Se la nascita e lo sviluppo del pensiero cristiano delle origini sono segnati dall’incontro con la filosofia greca, un protagonista di questo incontro, nel periodo fra il II e il III secolo, è Origene di Alessandria (185- 253 d.C.), il più autorevole teologo ed esegeta cristiano prima di Agostino. - Il libro mostra, con attenzione anche agli aspetti linguistici, come Origine si serva del pensiero antico, soprattutto del platonismo, per interpretare le Sacre Scritture e alimentare la riflessione sui contenuti della rivelazione. Una interpretazione che ha segnato la storia della teologia cristiana, occidentale e orientale. - Un libro, insieme di storia della filosofia e storia del cristianesimo, che apre nuove piste di ricerca.
Astenersi dal giudicare, ma facendo del discernimento una pratica irrinunciabile: questo binomio, sul quale insiste papa Francesco, è norma di vita cristiana. Discernimento e giudizio, ai quali sono dedicate le due parti del libro, sono pratiche diverse sebbene spesso sovrapposte e confuse: se il discernimento - la capacità di osservare e sperimentare così da poter fare una scelta sensata - è prerogativa e compito di ogni essere umano, il giudizio spetta solo a Dio. Tutti abbiamo bisogno sia di discernimento sia di giudizio, ma secondo modalità che in queste pagine vengono illustrate, mettendosi in ascolto della Scrittura e della grande tradizione patristica.
Un inedito tratto dall’edizione critica danese degli scritti di Kierkegaard. - Un breve trattato incompiuto su come si educa narrando le favole ai bambini. - Per la prima volta tradotto in italiano e commentato, fa da pendant al volume precedentemente pubblicato con la traduzione delle favole. Un libro per tutti.
Questo testo (del 1973) è espressione da un lato di uno dei momenti più intensi e creativi del pensiero dell’autore, dall’altro presenta un’immagine dell’impresa scientifica per molti aspetti analoga a quella di molti esponenti della cosiddetta “nuova filosofia della scienza” da Kuhn a Feyerabend.
Un’epistemologia umanistica poiché per Polanyi l’uomo riassume l’universo, portando in sé gli elementi dei livelli più bassi e quelli più alti della gerarchia degli esseri viventi.
Un manuale di filosofia politica che introduce allo studio della disciplina attraverso un taglio storico e tematico, lasciando al lettore la possibilità di incrociare i due percorsi e di sviluppare per proprio conto gli ulteriori itinerari suggeriti. La struttura del volume consente di mettere a frutto la distinzione tra autori e concetti, avendo sempre a disposizione ampi riferimenti tematici e una vasta bibliografia. Il riferimento ai classici – antichi, moderni, contemporanei – è costante: sono il punto di partenza e di appoggio migliore per compren­dere i diversi argomenti affrontati e orientarsi nel panorama pluralistico delle tradizioni che contraddistinguono la complessa vicenda della cultura occidentale.
Roberto Gatti, già professore ordinario di Filosofia politica nell’Università di Perugia, è presidente emerito della Società italiana di Filosofia politica. Tra le sue ultime pubblicazioni: Un’utopia modesta. Saggio su Albert Camus (con M. Bartoni e L. Fatini, Ets, 2017); Praga ’68: le idee della “primavera” (Manifestolibri, 2018).
Luca Alici è professore associato di Filosofia politica presso il Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, umane e della formazione dell’Università degli Studi di Perugia. Per Morcelliana ha curato: Il diritto di punire. Testi di Paul Ricoeur (2012); per La Scuola: Il paradosso dell’educatore. Testi di Paul Ricoeur (2014).
L’esistenza nel mondo classico di un potere pubblico a partecipazione cristiana, precedente la “cristianizzazione” della legislazione e delle istituzioni imperiali, è un’ipotesi plausibile, esistono precisi indizi documentali. Tuttavia, l’interesse degli storici non si è quasi mai rivolto alle specificità teologiche, socio-economiche e psicologiche di questa presenza politica. Questo saggio si propone di ricostruire la genealogia del politico cristiano nell’impero “pagano”, un personaggio culturalmente “scomodo” e storiograficamente inedito. Emerge, così, una figura del rimosso culturale cristiano, finalmente liberata come risorsa per raccontare un’altra storia, che interseca teologia politica, storia del cristianesimo antico, storia delle religioni e storia sociale.
Emiliano Rubens Urciuoli – Dottore di ricerca in Storia all’Università di Torino e in Scienze della cultura presso la Scuola Alti Studi della Fondazione Collegio San Carlo di Modena – è Junior Fellow presso il Max-Weber-Kolleg für kultur- und sozialwissenschaftliche Studien di Erfurt. È autore di Un’archeologia del noi cristiano. Le comunità immaginate dei seguaci di Gesù tra utopie e territorializzazioni (I-II sec. e.v.) (Ledizioni, 2013). Con Roberto Alciati ha curato Pierre Bourdieu, Il campo religioso. Con due esercizi (Accademia University Press, 2012).
«Uno degli aspetti drammatici delle avventure ideologiche del Novecento è stato quello di separare l'anelito alla giustizia sociale dall'esercizio personale della virtù della giustizia: si è verificato così il paradosso di chi ha usato la violenza e l'ingiustizia con la pretesa di realizzare in tal modo una maggiore giustizia. Ed anche oggi uno dei segni di deterioramento del tessuto sociale sta nella crescente incapacità di vivere in modo giusto l'impegno per costruire una società più giusta per tutti. Lo stile della vita pubblica, specialmente in politica, è qui chiamato in causa, come anche l'azione volta a chiedere e dare lavoro, casa e dignità a tutti» (Bruno Forte)