Oggetto di questo studio sono le vicende della penisola nel lungo periodo che va dal V secolo dopo Cristo sino all'età di Innocenzo III (1198-1216). Dalle dominazioni longobarda e bizantina fino al coinvolgimento dei Comuni nella lotta fra Papato e Impero, la storia d'Italia si dipana attraverso l'analisi delle istituzioni politiche, dei rapporti con l'Impero e con l'Oriente, del ruolo del Papato nella penisola, delle condizioni di vita della popolazione urbana e rurale, della produzione e diffusione della cultura e del sorgere di nuovi movimenti religiosi. Una visione d'insieme in cui la storia regionale e quella nazionale si integrano e pongono le premesse che caratterizzeranno poi lo sviluppo della nostra storia più recente.
Che vuol dire essere di destra oggi, qual è la cultura della destra e come si esprime nel nostro tempo davanti ai problemi cruciali creati dalla globalizzazione e dall'immigrazione, dal dominio della tecnica e del mercato, dalla bioetica e dalle nuove famiglie? Ecco le principali domande a cui cerca di rispondere questo saggio che evidenzia alcune contraddizioni: la forbice esistente tra una cultura di destra larga e diffusa e una cultura militante di destra che è invece minoritaria e marginale e il paradosso di una destra che per la sinistra è sempre stata al potere sotto falso nome (liberalismo, fascismo, democrazia cristiana, berlusconismo) e per i suoi sostenitori invece è sempre stata all'opposizione.
Un quadro storico ricostruito tramite gli strumenti di ricerca più moderni dall'antropologia all'ecologia, dalla tecnologia alla psicologia storica alla demografia sociale. Lo sviluppo dell'economia europea, dalla crisi del VI secolo al decollo del XII, è analizzato a partire da una grande quantità di fonti e rappresenta un punto d'arrivo e di maturazione di una lunga serie di ricerche.
La spettacolarizzazione della realtà e l'avanzata di nuove forme di comunicazione stanno cambiando il mestiere del reporter. Il mezzo ha vinto sul contenuto: la televisione, l'arma più adatta per creare il consenso e condizionare l'opinione pubblica, confeziona e manipola la notizia secondo le proprie esigenze. L'inviato si trasforma in un semplice comprimario di un sistema dell'informazione sempre più pilotato e approssimativo. Nel libro, il circo mediatico di reporters e grandi firme che gira intorno all'evento è descritto dall'interno, attraverso storie e aneddoti sui pregi e i tanti difetti di una professione costretta spesso a dare spettacolo.
Una mappa critica delle diverse opposizioni al governo in Parlamento e nel paese, dai partiti ai sindacati sino ai movimenti no global e ai girotondi. E le loro posizioni e i loro atteggiamenti su alcuni dei temi di maggiore rilievo del dibattito degli ultimi anni: dalla politica internazionale alla giustizia, dalle riforme istituzionali alla politica economica, dalla riforma della scuola del Mezzogiorno, dal caso Fiat al caso Rai. Quindici noti studiosi interpretano, al di là di ogni appartenenza di partito, il corso più recente della politica dell'opposizione e ne prevedono gli sviluppi e le contraddizioni.
Pensavamo di non dover più assistere ai conflitti di religione, e invece nessuna fede sembra esente dal virus della violenza. Perché accade e qual è la responsabilità della politica negli orrori compiuti in nome dell'identità di popolo e di credo? Si può ipotizzare che ci sia un'affinità elettiva fra le politiche d'identità e le religioni. È solo grazie a tale affinità che è possibile trovare una risposta alla domanda: Perché le religioni scendono in guerra? Nel libro vengono presi in considerazione alcuni casi cencreti dove la relazioni fra guerra e religione è più evidente: il buddismo nello Sri Lanka, l'ebraismo e l'Islam in terra di Palestina, le religioni in conflitto nei Balcani, il cattolicesimo in guerra nel Rwanda.
Gli squilibri demografici ed economici che sospingono le migrazioni non accennano a diminuire. D'altra parte, anche il fabbisogno di braccia e menti migranti è in crescita in tutto l'Occidente. Nonostante la consapevolezza dell'inevitabilità del fenomeno,i governi dei paesi di destinazione faticano ad andare al di là di risposte puramente repressive o anche solo difensive. Questo studio si propone di valutare in una prospettiva globale il fenomeno, di comprendere i motivi della sensazione diffusa di minaccia e di rifiuto che assale la maggior parte dell'opinione pubblica, nella convinzione che sia possibile un governo mondiale delle migrazioni.
Una mappa dei principali problemi che vengono discussi sotto l'etichetta della "globalizzazione", nell'intento di limitarne l'uso retorico o puramente ideologico. Un'indagine che si indirizza verso ogni aspetto del fenomeno: l'economia, le comunicazioni di massa, la politica interna e internazionale, il diritto e le strategie militari. L'analisi è arricchita da una carrellata delle posizioni più rilevanti e degli autori più significativi, da Ulrich Beck a Zygmunt Bauman, da Joseph Stiglitz a Luciano Gallino. Il percorso che ha portato dal boom della new economy alla guerra in Iraq e dall'esplosione di Internet alla crisi degli Stati nazionali è valutato come un processo inevitabile, ma governabile per evitare crisi e disuguaglianze.
George L. Mosse (1918-1999) è stato uno dei maggiori storici del nazismo e del fascismo, di cui ha profondamente rinnovato l'interpretazione. Il libro è un racconto affascinante e scorrevole di una vita fuori del comune che attraversò tre continenti ed è anche la storia di molti dei maggiori eventi del secolo scorso. L'autore lo scrisse negli ultimi mesi della sua vita. Vi descrive la sua infanzia nella Berlino di Weimar, il suo esilio a Parigi e in Inghilterra, la vita di collegio e di studio a Cambridge, il secondo esilio negli Stati Uniti, i lunghi soggiorni a Londra e Gerusalemme e affronta questioni di identità personale, come l'essere ebreo e sionista.
Il volume raccoglie i seguenti saggi: "La libertà e i diritti di libertà" di Michelangelo Bovero, "Libertà personale" di Stefano Rodotà, "Libertà di pensiero" di Alessandro Pizzorusso, "Libertà di religione" di Ermanno Vitale, "Libertà di insegnamento" di Marcello Vigli, "Libertà di informazione" di Alfonso Di Giovine, "Libertà di riunione e di associazione" di Valentina Pazé, "Libertà di circolazione" di Luigi Ferrajoli.
La magia è una sorta di crocevia in cui convergono diverse strade della cultura medievale. È anzitutto un punto di intersezione tra religione e scienza; in secondo luogo è un campo in cui cultura popolare e cultura dotta si incontrano; ma è anche un punto di incrocio tra immaginazione e realtà, dove le convenzioni romanzesche incontrano la vita quotidiana. La magia, quindi, è un punto di partenza per escursioni in molti territori della cultura medievale, nei quali ci guida Kieckhefer con competenza, con passo piano, talvolta anche con umorismo.