«Ma che sono queste relazioni internazionali? Non ce ne interessiamo tutti i giorni, ma lo scoppio di una guerra o un terribile attentato possono catturare la nostra attenzione e non liberarla più per giorni o mesi e anni. Ecco dunque a che cosa dovrebbe servire l’insegnamento delle relazioni internazionali: a creare una sensibilità diffusa e condivisa nei confronti della portata dei problemi che affronta.»
Luigi Bonanate spiega una disciplina imprescindibile per comprendere i fatti del mondo.
Indice
I. Il mappamondo - II. La costituzione della disciplina - III. Alla ricerca di una società internazionale - IV. La disciplina nei suoi diversi «stati» - Considerazioni conclusive - Bibliografia - Indice dei nomi - Indice analitico
Gli insegnamenti di Confucio sono sopravvissuti per ben venticinque secoli, attraverso periodi di perturbazioni politiche e brutali repressioni. Dopo anni di ricerche sui frammenti di testi antichi, Annping Chin ci propone un ritratto della vita e dei tempi di Confucio godibile, stimolante, ricco di sorprese.
Henry A. Kissinger
Come Socrate e Gesù, Confucio si affidò alla parola orale, con tutte le sue sfumature di enigmatica saggezza. Annping Chin ci aiuta a recuperarle, come nessuno è riuscito a fare prima di lei.
Harold Bloom
È interessante capire la figura di Confucio spogliandola di quanto la successiva canonizzazione gli ha attribuito, trasformando in rigida dottrina la sua visione del mondo. È quanto fa questo libro: Confucio non risulta essere così perfetto, non è una incarnazione dei suoi insegnamenti.
Maria Rita Masci, “Tuttolibri”
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Ringraziamenti - Prologo - Introduzione - capitolo uno L’espatrio – capitolo due Famiglie e Politica - capitolo tre Compagni di viaggio - capitolo quattro Peregrinazioni - capitolo cinque Il ritorno - capitolo sei L’insegnamento - capitolo sette I riti della vita e della morte - capitolo otto I difensori - Epilogo – Note - Nota sulle fonti - Bibliografia - Le dinastie cinesi - Indice analitico
Prima che la frase ‘ti amo’ siglasse il rapporto sessuale, prima che eros fosse sequestrato dall’arte ed espulso dalla filosofia, prima che sul sesso scendesse l’ombra del peccato e che il peccato fosse inseguito sin nei meandri dell’intenzionalità e della fantasia, il mondo antico conosceva possibilità inesplorate, cammini interrotti, modi d’indagine e di espressione dai quali ripartire per comprendere chi siamo e dove, magari a nostra insaputa, stiamo andando.
Silvia Vegetti Finzi
Il desiderio, il piacere, il corpo, dal mondo greco al mondo romano, ai Padri della Chiesa: una delle studiose più note dell’antichità ci conduce con grazia nei territori della passione.
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Introduzione - Parte prima Eros tiranno: I. Il desiderio - II. Il piacere - III. Corpi - IV. Rapporti - Parte seconda «Mollis Amor» - Parte terza «Perversa Voluntas» - Conclusioni. Bestie da confessione e stilisti del piacere - Bibliografia
Summa del trentennale percorso di studi ciceroniani di Emanuele Narducci, il volume propone, attraverso l’ampio racconto biografico, una ricostruzione compiuta del personaggio Cicerone, in cui si integrano inscindibilmente l’uomo politico, l’oratore, il filosofo, l’intellettuale, lo scrittore. E poiché in ciascuno di questi aspetti egli è stato una figura centrale, un punto di riferimento, un modello, il libro offre anche, attraverso la biografia, un quadro sociale, politico e culturale di una fase cruciale della storia.
Dalla Prefazione di Mario Citroni
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Prefazione di Mario Citroni - I. Cacciatori di teste - II. La ‘piccola patria’ - III. L’apprendistato - IV. Primi successi di un oratore - V. Lo spettacolo dell’eloquenza - VI. Gli inizi della carriera politica - VII. Il processo di Verre - VIII. Gli anni dell’ascesa politica - IX. Il consolato - X. Gli inizi del declino politico - XI. Gli orizzonti dell’eloquenza. Il processo di Archia - XII. Verso il precipizio - XIII. L’esilio - XIV. Attico. Cicerone e il suo amico - XV. Dopo il ritorno - XVI. ‘Ottimati’ e ‘popolari’. Il processo di Publio Sestio - XVII. Le trasgressioni della gioventù. Il processo di Marco Celio - XVIII. Sotto l’ala dei ‘triumviri’ - XIX. Il ‘De oratore’ - XX. Il processo di Milone - XXI. Platone a Roma. I dialoghi politici - XXII. La fine della repubblica - XXIII. Storia dell’eloquenza e polemiche di stile - XXIV. Tra Cesare e Catone - XXV. Terapia dell’anima e rinnovamento sociale. La filosofia di Cicerone - XXVI. La lotta contro Antonio - Bibliografia - Indice dei nomi
In breve
Esistono valori universali? Dove possiamo collocare la dimensione comune a tutti gli uomini? Come concepire il dialogo fra culture? È infatti giunto il momento di abbandonare sia l’universalismo superficiale che il relativismo pigro: di riqualificare attraverso il loro versante negativo il carattere assoluto dei diritti umani; di ripensare il dialogo fra culture non più in termini di identità o differenza bensì, a partire dal piano comune dell’intelligibile, in termini di scarto e fecondità; di considerare le culture come tante risorse da esplorare, minacciate però dall’uniformazione del mondo contemporaneo. Solo la pluralità delle culture ci consentirà di sostituire il mito eterno e stereotipato dell’Uomo con l’infinito dispiegamento dell’umano che attraverso di esse si sviluppa e si riflette.
Indice
Premessa - Itinerario - I. L’universale - II. L’uniforme - III. Il comune - IV. Dalla nascita della «polis» all’estensione cosmopolitica del comune - V. L’altro piano: l’universale, categoria logica della filosofia - VI. Primo incontro tra universale e comune: la cittadinanza romana viene estesa all’impero - VII. San Paolo e il superamento dei comunitarismi nell’universalismo cristiano - VIII. Esiste una questione dell’universale nelle altre culture? - IX. Esistono nozioni universali? Statuto ideale di un universale culturale X. I diritti umani: concetto di universalizzante - XI. Né sintesi, né denominatore, né fondamento: da dove proviene il comune? - XII. Le «culture»: scarti linguistici e risorse del pensiero - XIII. Costruire il dialogo tra culture in opposizione all’uniformazione diffusa: l’auto-riflessione dell’umano
Fino a che punto i tedeschi divennero nazisti? Quanti di loro lo furono veramente? Molto e molti di più di quanto finora si sia pensato. Peter Fritzsche scruta la loro vita privata, ne esamina le lettere, i diari, le conversazioni, mostrando quanto fossero tormentati da quello che stava accadendo. Scopre i loro diversi punti di vista, il desiderio, il fascino e lo sgomento con cui affrontarono la rivoluzione nazista. «Come vasto progetto di rinnovamento politico, sociale e razziale, il nazionalsocialismo offriva al popolo tedesco diverse modalità di partecipazione. I tedeschi guardarono alle politiche naziste con paura, opportunismo e carrierismo e con diversi gradi di convinzione ideologica. E l’elenco potrebbe allungarsi ulteriormente per includere la pigrizia, l’indifferenza e l’ignoranza».
Vita e morte nel Terzo Reich è un’agghiacciante descrizione molto più inquietante della visione di un popolo terrorizzato e ipnotizzato, un libro straordinario nel quale sono magistralmente narrate le vicende di un regime che intendeva ricostituire una nazione e, nel corso di questo processo, trasformò l’Europa in un campo di sterminio.
Indice
Prefazione - Introduzione -I. Rianimare la nazione - II. Ripulire la razza - III. L’impero della distruzione - IV. Intima consapevolezza - Note - Indice dei nomi e delle cose notevoli
La psicoanalisi delle origini; gli sviluppi della scuola britannica; la psicoanalisi statunitense; la ricerca empirica contemporanea: il testo prende in esame le linee di ricerca che hanno attraversato la psicologia dinamica dalle origini a oggi. Particolare attenzione viene riservata all'evoluzione delle categorie di 'inconscio', di 'mondo interno' e 'rappresentazione', al problema mente/corpo, al rapporto tra passato e presente nella psicopatologia. L'esposizione dei principali concetti della teoria, o del contributo specifico di un autore, parte da un ampio inquadramento del contesto storico e culturale in cui ciascun modello si è sviluppato e come esso abbia risolto i problemi via via indicati, discostandosi dalla tradizione precedente. Ogni capitolo del volume propone una sintetica introduzione storica alla nascita del modello o della teoria presentati, l'esposizione dei principali concetti che li contraddistinguono e una conclusione in cui si valutano le ricadute cliniche degli assiomi teorici.
Dall'autunno del 1943 sui monti dell'Appennino ligure-tosco-emiliano, sulle Alpi Apuane e sulle colline circostanti, nacquero piccoli nuclei formati da sbandati, renitenti e disertori dell'esercito della Repubblica di Salò, oltre ad antifascisti di varie tendenze. Queste rudimentali "bande ribelli", spesso nate per autodifesa e formate inizialmente da poche decine d'individui, passarono progressivamente all'azione e a compiere atti di guerriglia, stimolate da militanti dei partiti antifascisti clandestini e dai tentativi di repressione fascisti. Il volume, tenendo conto della recente storiografia e sulla base di documenti di fonti partigiane, fasciste e alleate, ricostruisce la difficile trasformazione dei singoli gruppi, spesso fondati sul carisma del capobanda e sulla conoscenza personale dei suoi membri e con scopi non sempre ben definiti, in un'organizzazione politico-militare con modalità d'azione sempre più complesse. Un processo non privo di rivalità e contrasti tra le forze politiche impegnate nelle bande (in particolare il Pci e il Partito d'Azione), di passi falsi e di episodi tragici. Il mondo "alla macchia" lunigianese emerge come un mosaico complesso, nel quale furono contemporaneamente presenti idealismo e necessità, progetto politico e spontaneismo, patriottismo e opportunismo, l'inevitabile violenza di un conflitto senza regole e la volontà di ricostruire dalle ceneri del disastro bellico un quadro politico diverso e democratico.
In breve
Platone, Aristotele, Speusippo, Senocrate, Dione di Siracusa, Eraclide Pontico e tanti altri fra protagonisti e comparse: Enrico Berti entra nelle stanze della prima scuola di filosofia in Occidente, eccezionale laboratorio di ricerca del bene comune.
‘Filosofare insieme’ per arrivare alla conoscenza del vero nel campo delle scienze, della filosofia, dell’etica e della politica: questo era lo spirito dell’Accademia di Platone. Ma di cosa si discuteva e quali idee vi sono nate? Quale valore ha avuto la scuola fondata e diretta da un filosofo della grandezza di Platone e frequentata per vent’anni dal suo non meno famoso discepolo, Aristotele? Nata nel 387 a.C., l’Accademia era una scuola anomala, dove non c’erano solo un maestro che insegnava e allievi che apprendevano, ma una comunità che discuteva e interloquiva in un’atmosfera di ricerca fatta di «domande, risposte e amichevoli confutazioni». Fisica, astronomia, matematica, etica, i principi primi del filosofare, ma anche politica, nulla era estraneo alla riflessione che si è svolta per quarant’anni in quel giardino di Academo dove, come per miracolo, si era radunata la più straordinaria concentrazione di cervelli filosofici e scientifici, come mai più sarebbe accaduto nella storia del pensiero occidentale. Enrico Berti racconta questa singolare palestra delle menti, il suo contesto storico, il luogo fisico, le persone che la frequentavano, le strutture che la componevano, i dibattiti che la animavano e dai quali «sprizza come scintilla la conoscenza del vero».
Indice
Introduzione - I. Vita di scuola - II. Le cose come appaiono - III. La vera realtà - IV. Il principio di tutto - V. Il governo di sé stessi - VI. Il governo della città - Note - Indice dei nomi
Sul pluralismo nell’informazione e sulla concentrazione nel mercato dei media si discute in Italia con toni accesi ma poco rigore, senza tenere conto dei dati e delle dinamiche economiche. Io voglio andare in controtendenza e interrogarmi sulle origini della situazione attuale, su ciò che possiamo attenderci per il futuro e sulle politiche che possono rivelarsi utili.
Pluralismo vuol dire avere tante voci che parlano assieme. In sua assenza la democrazia funziona male. Per scegliere, i cittadini devono disporre di una informazione ampia e pluralista. Ma in Italia non è così. Numeri alla mano, Michele Polo spiega l’anomalia italiana a confronto con il panorama europeo e avanza più di una soluzione.
Indice
Premessa - Prologo - I. Di cosa parliamo quando parliamo di pluralismo - II. Un viaggio in quattro tappe: televisione, giornali, radio e Internet - III. Il mercato può assicurare il pluralismo? - IV. Che fare? - Appendice dei numeri
La letteratura greca dalle origini all’età imperiale, attraverso i suoi grandi autori e i principali movimenti.
Il volume contiene un profilo storico essenziale della letteratura greca antica così organizzato: dopo una sintetica introduzione storica, attraverso profili schematici ma adeguatamente informativi, il lettore è accompagnato a incontrare Omero (Iliade e Odissea), i maggiori lirici greci (fra cui Archiloco, Mimnermo, Solone, Saffo, Alceo, Anacreonte, Alcmane, Pindaro e così via), i grandi autori di teatro ancora oggi continuamente messi in scena e ripresi (Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane), i filosofi che hanno aperto le strade del pensiero occidentale (Socrate, Platone, Aristotele, i Cinici, gli Epicurei), i padri della storiografia (Erodoto, Tucidide, Polibio), dell’oratoria (Lisia, Isocrate, Demostene), della medicina (Ippocrate e Galeno), gli innovatori della poesia in età ellenistica (Callimaco, Apollonio Rodio, Teocrito), i movimenti letterari dell’età imperiale, la nascita di una letteratura cristiana nei primi secoli del Cristianesimo.
Indice
Introduzione. La letteratura greca antica e la sua trasmissione - Età arcaica - 1. Il mosaico delle pòleis - 2. L’epica - 3. La lirica - Età classica: 1. Splendore e declino della pòlis - 2. La pòlis allo specchio: il teatro - 3. La letteratura filosofica e scientifica - 4. Il racconto razionale dell’uomo: la storiografia - 5. Discorsi nella città: l’oratoria - Età ellenistica: 1. Nuovi orizzonti - 2. Il teatro oltre la pòlis - 3. Poeti eruditi, eruditi poeti - 4. La prosa ellenistica: una storia di naufragi - Età imperiale: 1. La civiltà greco-romana - 2. Nel segno della retorica - 3. La letteratura cristiana - Bibliografia - Indice dei nomi - Indice dei luoghi
In breve
Lucido come una spada, Canfora dimostra come la verità della politica sia sempre complessa, anche se dominata da leggi ferree. “Liberal”
Il libro ha il merito di stimolare la ricerca sulle radici profonde di una concezione in definitiva statica della fenomenologia del potere. Ma l’ironia corrosiva delle parole di Canfora presenta un quadro della situazione attuale desolante e senza via di uscita. “Left”
In tempi di antipolitica, un antidoto controcorrente è rileggere in chiave realistica i caratteri originali del potere. Tanto meglio se attraverso uno stile ironico e, al tempo stesso, coltissimo come nella migliore tradizione del pensiero classico italiano. “Il Mattino”
«Qualcosa non ha funzionato. Il suffragio universale, alla fine conquistato, ha più e più volte deluso chi lo aveva propugnato, ha mancato i previsti effetti. Le urne sono divenute lo strumento di legittimazione di equilibri, di ceti, di personale politico quasi immutabile, non importa quanto diversificato e come diviso al proprio interno. E se il vero potere fosse altrove?»
Canfora instilla più di un dubbio sui travestimenti del potere: un dominio di pochi che però non sussiste se non sa creare consenso, restando, beninteso, a tutti gli effetti dominio.
Indice
Entriamo in argomento - I. Sisifo, il politico - II. Tra utopia e realismo - III. «Capo» - IV. Cesarismo - V. Il potere del tiranno - VI. «Ogni Stato è fondato sulla forza» - VII. Potere della parola - VIII. Il «popolo profondo» - IX. Élite - X. La crisi dell’«impero del bene» - Indice dei nomi