Dai migranti e dalla migrazione, che da più di qualche decennio attraversa Lampedusa, può giungere una parola alla teologia e al suo farsi nel Mediterraneo? È questa inquietudine, provocata dai "segni dei tempi", che attraversa le trame e le orditure della pluriennale interlocuzione dialogica di don Stefano Nastasi e Alfonso Cacciatore. Il primo, ad un decennio dal germogliare delle "primavere arabe", ne vide approdare e naufragare tanti suoi giovani protagonisti. Parroco dal 2007 al 2013 a Lampedusa ne narra le vicende, i cui vertici sono segnati dal primo viaggio apostolico di papa Francesco, l'8 luglio 2013, e dal tristissimo naufragio del 3 ottobre. Il dispiegarsi del racconto, il suo attento ascolto, la sua elaborazione e razionalizzazione interrogano Alfonso Cacciatore che, provocato anche da alcune intuizioni del presbitero, si pone in ricerca ed esplora delle possibili piste di intelligenza teologica. Cogliere nella migrazione un "segno" rilevante non esime dal rinvenire il nesso tra questa, la storia, lo Spirito di Cristo e la Chiesa. Comporta, inoltre, la proposta di una lettura altra del Mediterraneo: non più mare che divide, ma opportunità che unisce e affraterna.
Inaugurando il clima culturale in cui ancora oggi ci muoviamo quando parliamo di sentimenti, Jean-Jacques Rousseau ha scritto che l'immagine dell'amore spento spaventa più di quella dell'amore infelice, e che il disgusto di quanto si possiede è cento volte peggiore del rimpianto di quanto s'è perduto. Meglio dunque la sofferenza di un amore mai appagato - ma proprio per questo vivo e bruciante - che la pacata routine di un possesso soddisfatto. Insomma, come insegna l'eterna vicenda di Romeo e Giulietta, meglio morti che sposati. Ma è davvero così? Quale inganno si nasconde dietro l'idea che il matrimonio sia solo un inganno? E se il matrimonio, più che la tomba dell'amore, fosse la sua culla? Un elogio dell'amore per sempre, che non si nasconde i suoi drammi e le sue fatiche, misterioso contraltare delle sue più esaltanti gioie.
Tra le parole più evocative della tradizione biblica, ma anche di numerose proposte culturali e ideologiche, la fraternità ha oggi un posto rilevante. Essa infatti, con le declinazioni linguistiche che si sono succedute, è stata utilizzata in modo sempre più insistente fino all'enciclica Fratelli tutti (2020), che ne ha fatto il suo tema dominante, richiamata nel sottotitolo accanto all' "amicizia sociale". Inserendosi nel dibattito apertosi intorno all'enciclica, gli autori, mettendo a frutto gli interessi maturati nei loro rispettivi ambiti di competenza, intendono delineare un percorso per ricostruire il profilo proprio, a livello teologico, della categoria fraternità. Non è infatti possibile che la riflessione sulla fraternità riguardi il pur necessario livello morale e sociale. La fraternità è un tema teologico che ha diritto ad essere svolto in teologia fondamentale, sistematica e pastorale, perché emergano tutte le sue intrinseche potenzialità teorico-pratiche. Questa linea di sviluppo è l'orizzonte di ispirazione di questo libro che prova a sperimentare un itinerario che conduce ad immaginare percorsi esperienziali in cui attivare le potenzialità insiste nella prospettiva della fraternità.
Tutto l'anno in un solo volume, tutto a colori. La liturgia completa di ogni domenica e festa. L'introduzione alla liturgia. La messa di ogni domenica. La richiesta di perdono. Le letture commentate. La preghiera universale. Il rito della messa. Le preghiere del cristiano.
Il testo pone la questione della saturazione della formazione nella Chiesa e una sua rifondazione, in modo particolare nella formazione del prete negli anni del ministero. Continuare una formazione solo tra preti, ad esempio, difficilmente oggi regge il passo con le mutazioni in atto a tutti i livelli. L'indicazione di Bergoglio nell'avviare processi mette in gioco anche il modo, i tempi, i contenuti, i luoghi per il formarsi del prete in un contesto plurale nella Chiesa che verrà.
Vieni a conoscere la storia di Lucia! La dolcezza, la fedeltà, l'amore per i poveri, il coraggio e la speranza di una giovane cristiana vissuta nel III secolo dopo la nascita di Gesù.
Questo libro parla dei sacramenti come degli appuntamenti speciali con Dio e per il prossimo; non come una meta da raggiungere, bensì come una tappa di un cammino che si rinnova giorno per giorno. Ci guidano su questa strada i passi biblici delle beatitudini, l'inno alla carità e alcune parabole evangeliche. Si va alla scoperta del significato di ogni sacramento nella vita quotidiana, personale e comunitaria, mostrando testimonianze di donne e uomini di ogni età che li hanno incarnati in modo originale. Tutto ciò per aiutare i lettori a capire cosa sono questi "segni efficaci della grazia di Dio" in relazione alla famiglia, la scuola, il tempo libero, gli amici, l'amore, internet, la natura. Come nei precedenti volumi ci sono i discorsi di papa Francesco, le parole dei santi, le attività per i singoli o per il gruppo, contenuti per gli approfondimenti on line, occasioni per pregare e l'invito all'impegno.
"A partire dal corpo" svolge un'indagine filosofica sull'esperienza umana strutturata e unificata nel suo radicamento corporeo. L'impostazione generale del problema rinvia a un'analisi della co-appartenenza uomo-mondo e alla formulazione del triangolo antropologico, con le domande attestanti la singolarità dell'uomo nell'ordine dei viventi. Riprendendo la distinzione fenomenologica tra Ko?rper e Leib, viene ridefinita l'articolazione tradizionale tra corpo, anima/spirito nei termini del corpo fisico, corpo animato o emotivo e corpo simbolico o intenzionale. In questo modo, l'autore comprende il dinamismo di un'esperienza "spirituale" emergente dalla contingenza corporea.
È possibile ricostruire nei tratti essenziali una storia di Gesù? È possibile, affidandosi alla testimonianza dei Vangeli, ricostruire non la vita, ma uno schizzo della sua vicenda pubblica? Sfidando uno scetticismo diffuso, Giorgio Jossa ha, negli ultimi anni, orientato la sua ricerca in questa direzione, offrendo una convincente ricostruzione dei momenti e delle svolte centrali della vita del Nazareno. Questo libro costituisce la base esegetica su cui l'autore è andato maturando le sue convinzioni e si sviluppa seguendo il percorso della vita di Gesù. Viene così offerto uno straordinario spaccato del lavoro dello storico che permette di cogliere - fatto assai raro - la figura di Gesù nella sua dinamicità e nella sua evoluzione, restituendo così del Galileo un'immagine realmente storica.
Un filo rosso attraversa, e unifica, i "pezzi" di questo volume (che, comunque, il lettore potrà consultare uno ad uno): la Parola di Dio è eterna, ma il nostro modo di interpretarla muta col tempo. Nella storia della Chiesa molte interpretazioni sono diventate filologicamente insostenibili così che il messaggio originario si è appesantito di incrostazioni storiche che lo rendono inaccettabile. Troppa gente oggi esce dalle chiese sbattendo la porta. Da qui il compito perenne di liberare la Parola da molte parole umane, troppo umane, soprattutto clericali. Anche se alcuni non se ne sono accorti, il medioevo è finito e con esso anche certe grottesche carnevalate.
Giovanna Meneghini (1868-1918), figlia di pastori, dai tre anni risiedette a Breganze (VI) con gli zii, lavorando duramente e testimoniando la propria fede in umile spirito di servizio, soprattutto a sostegno delle ragazze e delle donne più svantaggiate. Chiamata ancora giovane da Dio ad avviare una nuova Congregazione religiosa, dopo 19 anni come consacrata Orsolina, nel 1907 diede inizio a una realtà di Sorelle che vivevano, in forma comunitaria, la spiritualità di Sant’Angela Merici: la corrispondenza all’amore di Cristo Sposo, nella fraternità e nella carità verso tutti, con un’attenzione particolare alla promozione del mondo femminile. La povertà, la fragilità fisica, la mancanza di appoggi sociali, il difficile contesto segnato da ostilità verso la Chiesa e conflitti interni ad essa (tra cattolici intransigenti e moderati) non impedirono a Giovanna di realizzare la volontà di Dio fondando le Suore Orsoline SCM per la salvezza e la santificazione della classe popolare femminile.