Che cosa definisce l'essere "buoni genitori" in un mondo diventato sempre più incerto nelle sue regole e confini? Ed è proprio vero che solo il rapporto di coppia fondato su una chiara distinzione di genere garantisce il benessere dei figli? Intorno a questi temi si assiste a un accavallarsi spesso cacofonico a vagamente colpevolizzante di nostalgie del buon tempo antico, evocazioni di un ritorno alla natura e furori tecnologici. Il libro guarda al mestiere di genitore e alle sue sfide attuali partendo dall'esperienza concreta di madri e padri, smontando stereotipi e ricette troppo facili e riflettendo sui dilemmi posti dalle nuove tecnologie riproduttive.
"Sono Odisseo, figlio di Laerte, noto agli uomini per tutte le astuzie, la mia fama va fino al cielo": la figura che ha letteralmente afferrato l'immaginario occidentale sino a plasmarne le fondamenta culturali è inafferrabile. Ulisse, l'eroe dal multiforme ingegno, continua ad affascinarci proprio per questo. Nel suo lungo errare durante il viaggio di ritorno a Itaca va incontro ad avventure strabilianti, in parte subite in parte ricercate, ponendosi come il campione dell'intelligenza, della conoscenza, dell'esperienza, della virtù etica e della sopravvivenza. Ma la vera attrazione magnetica che ancora oggi il personaggio mitico continua a esercitare su di noi è quella delle sue metamorfosi nel tempo (una su tutte: il folle volo dantesco), delle sue "ombre" che si allungano nel cinema, nella poesia, nel romanzo, nell'arte, così come nella scienza e nella filosofia. Ulisse è ovunque, il suo vero viaggio è senza fine.
La fiducia è in primo luogo un legame originario: solo perché abbiamo ricevuto amore e sicurezza ne diveniamo capaci. La sperimentiamo quotidianamente nei legami parentali, amicali, sociali, come pure nelle istituzioni, che rendono possibili patti di lealtà anche fra persone estranee. E infine si ha fiducia quando la si ha - in una potenza altra, Dio, a cui ci si affida in ragione d'una promessa di salvezza. Di fronte a un'impossibile autosufficienza, fidarsi, anzitutto come atto di generosità, è un rischio che dobbiamo correre.
Fra il Rinascimento e l'età napoleonica, in Europa e nei paesi mediterranei la schiavitù ha riguardato sei-sette milioni di persone: neri africani, turchi, arabi, italiani, spagnoli, portoghesi, francesi, ma anche greci, ebrei, slavi, magiari, e persino ucraini, moscoviti, tedeschi, inglesi, olandesi, scandinavi. Attingendo a una ricchissima documentazione, questo libro narra la loro storia, dagli scontri e dalle catture per mare e per terra alla presenza di schiavi e schiave nella vita domestica e in quella pubblica, in Europa come sull'altra sponda del Mediterraneo: costretti al remo o ad altre fatiche sulle navi, sfruttati in cantieri e miniere, ma anche impegnati in proprio come barbieri, sarti, gestori di botteghe; oppure, in un rapporto che non escludeva l'affetto, servitori, governanti, concubine. Una storia in larga parte dimenticata che queste pagine riportano con efficacia in vita sotto gli occhi del lettore.
Il manuale, con specifica attenzione ai riflessi sull'ordinamento italiano, descrive il sistema europeo di protezione dei diritti e libertà che sono comuni alla Convenzione europea dei diritti umani e alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. La prima vincola i 47 Stati del Consiglio d'Europa, la seconda i 28 Stati che sono anche membri dell'Unione. Il contenuto dei diritti considerati è definito dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani, di cui tiene conto la Corte di giustizia dell'Unione europea. Il manuale illustra le nozioni generali del diritto dei diritti umani in Europa e i singoli diritti ed espone la disciplina dei ricorsi e della procedura della Corte europea.
Dallo stadio iniziale, caldissimo, circa 4,56 miliardi di anni fa, la Terra si sta lentamente raffreddando. Il rapporto che la lega all’uomo si fa ogni giorno più intenso: crescita demografica e sviluppo tecnologico richiedono un maggiore sviluppo delle fonti energetiche e un aumento dell’approvvigionamento di acqua e cibo. Capire come funziona il nostro pianeta è indispensabile per poterne utilizzare le risorse in modo sostenibile e per difendersi dai rischi naturali.
Soggetta a errori e fallacie, incapace di raggiungere conclusioni corrette, debole nell'argomentare, facile preda di tentazioni e false promesse: è davvero così fragile la ragione umana nell'orientare la nostra condotta? Il libro delinea l'immagine di una mente meno malata di quanto le diagnosi correnti sostengano, mostrando che anche quando vacilla lo fa per cause funzionali, assai diverse da quelle solitamente ipotizzate. Ma della ragione bisogna avere cura e allenarla di continuo: gli esercizi qui proposti mettono alla prova le capacità di ragionamento del lettore, offrendo l'occasione di affinarle.
12 interventi per insegnanti e dirigenti
La qualità di un sistema scolastico è spesso misurata da indicatori relativi all’apprendimento degli studenti, ma un parametro non meno importante è costituito dal benessere organizzativo e dalla salute psicofisica di chi opera in tale sistema. Oltre ad offrire utili strumenti di lettura per riconoscere lo stress nella scuola, capire come si manifesta e le sue cause, il volume propone diverse linee operative di intervento, pensate come strategie di prevenzione e gestione dello stress per il possibile superamento del disagio psicologico, dell’esaurimento emotivo e del malfunzionamento organizzativo.
Dina Guglielmi insegna Psicologia del lavoro e Psicologia dell’orientamento presso la Scuola di Psicologia e Scienze della Formazione dell’Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato «Mobbing» (2015). Franco Fraccaroli insegna Psicologia del lavoro e Psicologia delle organizzazioni nell’Università di Trento. È delegato al benessere organizzativo della medesima università. Tra i suoi libri per il Mulino: «Stress e rischi psicosociali nelle organizzazioni» (con C. Balducci, 2011) e «Andare in pensione» (con G. Sarchielli, 2015).
Anche quest'anno il Rapporto fornisce informazioni, dati aggiornati e linee interpretative sui recenti avvenimenti. Dopo un'introduzione di carattere generale, ampio spazio è dedicato all'analisi dei cambiamenti intervenuti nello scenario politico: il progressivo disimpegno degli Stati Uniti dal Mediterraneo, la fase di destabilizzazione dell'area con la crescente contrapposizione tra mondo sunnita e mondo sciita, la crisi del progetto d'integrazione euromediterranea. Un ampio focus è dedicato al fenomeno delle migrazioni, indagato sotto vari aspetti: il ricambio tra ingressi e uscite nel mercato del lavoro, che fa dell'accoglienza dei migranti una forma di riequilibrio demografico tra le due rive del bacino; gli elementi che caratterizzano il sistema migratorio, come la direzione dei flussi, la durata dei progetti migratori, la qualifica dei migranti, l'impatto sulle economie di provenienza; la frammentazione geografica, che tende a moltiplicare i luoghi di partenza e a dare centralità a quelli di transito; i processi di integrazione degli immigrati, fortemente condizionati dal contesto territoriale di accoglienza; le migrazioni viste da Sud, ossia le politiche migratorie di Egitto e Marocco. Nella seconda parte il Rapporto prende in esame i settori che maggiormente condizionano lo sviluppo delle economie dell'area.
Che fine ha fatto il capitalismo italiano? La realtà industriale italiana presenta continuamente casi di imprese virtuose, che operano con successo sui mercati internazionali. Si tratta di imprese di taglia intermedia, che animano un'imprenditorialità vigorosa ma non hanno la forza di sostituirsi ai campioni del passato. Il libro invita a una riconsiderazione coraggiosa degli assetti imprenditoriali dell'Italia d'oggi e a una valutazione realistica del nostro potenziale economico e industriale. La sfera più propria del nostro paese secondo l'autore - è quella del mercato e non del capitalismo: alle sue reti lunghe occorre agganciarsi per non rinunciare a una prospettiva di sviluppo che possiamo ancora conseguire.
Gli attentati a sfondo religioso che con macabra cadenza irrompono nella nostra quotidianità ci obbligano a riflettere sul rapporto tra la cultura occidentale e le altre culture, sui differenti modi di pensare non solo la relazione tra stato e religioni, ma anche quella tra democrazia e autoritarismo. Oggi però le categorie e i valori della laicità e della secolarizzazione sembrano strumenti ormai insufficienti ad arginare le forme di integralismo da cui il conflitto religioso trae origine.
La sorte della Divisione "Acqui", decimata dai tedeschi a Cefalonia e a Corfù nei giorni successivi all'armistizio dell'8 settembre 1943, è da oltre settant'anni oggetto di studi e di controversie. La resistenza che la "Acqui" oppose ai tedeschi è da una parte considerata il primo episodio della lotta di liberazione, e dall'altra un atto irresponsabile in cui le motivazioni e i ruoli dei diversi protagonisti italiani non appaiono chiari e univoci. Ciò ha generato una "memoria divisa" del sacrificio della "Acqui" su cui si continua a discutere accesamente. Avvalendosi di nuove fonti, il libro ricostruisce giorno per giorno la vicenda, analizzando i comportamenti dei singoli protagonisti, italiani e tedeschi, e mette in luce come, anche attraverso aggiustamenti e falsificazioni, nel dopoguerra venne costruito il mito di Cefalonia.