A partire dagli autori fondativi, le diverse correnti di pensiero vengono caratterizzate attraverso l'esposizione dei loro temi portanti e delle figure in cui si sono concretati.
Maurizio Romano ricostruisce le tappe salienti della biografia di Marcello Boldrini (1890-1969), illustre rappresentante della scuola statistica italiana e per circa un ventennio figura di vertice dell'Agip/Eni. Docente dell'Università Cattolica sin dagli anni Venti, Boldrini partecipò da posizioni di responsabilità alle vicende scientifico-culturali dell'ateneo milanese lungo i decenni compresi tra l'avvento del fascismo e la metà degli anni Cinquanta. Dopo la Seconda guerra mondiale, l'amicizia con Enrico Mattei e Ezio Vanoni ne determinò la nomina alla presidenza dell'Agip (1948) e quindi alla vicepresidenza dell'Eni (1953), di cui divenne presidente dopo la scomparsa di Mattei (1962). L'abbondante letteratura sull'Eni ha finora riconosciuto a Boldrini un eminente ruolo culturale, concentrandosi però quasi esclusivamente sul suo contributo alla maturazione intellettuale di Mattei. Scopo di questo volume è di restituire un'adeguata collocazione storiografica al ruolo giocato dal professore nelle vicende dell'Agip/Eni, documentandone sia l'apporto alla formazione di una cultura aziendale con pochi eguali nel panorama industriale, sia l'attività di manager pubblico di spessore internazionale.
Nel novembre 1961 tredici militari italiani vennero trucidati a Kindu, in Congo, dove contribuivano alla prima missione di pace decisa dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per arginare la guerra civile scoppiata dopo la proclamazione dell'indipendenza dal Belgio. L'efferatezza del crimine, di una ferocia incontrollata e seguito da un lugubre accanimento sui corpi delle vittime, suscitò nella società italiana - immersa nel processo di trasformazione indotto dal boom economico - reazioni e sentimenti molto contrastanti, dando origine a interrogativi di vario genere. Alcuni riguardavano la natura stessa della missione di pace (espressione del tutto nuova all'epoca) e i motivi per cui l'Italia vi era stata coinvolta. Altri incrociavano dimensioni differenti: la rappresentazione dell'altro e gli stereotipi contrapposti relativi all'Africa; la definizione di vecchi e nuovi rituali collettivi di elaborazione del dolore e del lutto; lo sviluppo di un nuovo linguaggio politico e retorico nelle aule del parlamento e nelle piazze; infine, il ruolo della comunicazione mediatica e, in particolare, di quella televisiva. In questo libro Amoreno Martellini interpreta il massacro di Kindu e le reazioni che ne derivarono avvalendosi delle chiavi di lettura fornite dalla storiografia più recente e collocandolo su uno sfondo politico di ampia portata: la guerra fredda - il muro di Berlino era stato da poco eretto - e la transizione dell'Italia verso il governo del centro sinistra.
Aggiornato ai più recenti sviluppi, il libro introduce il lettore alla «legge fondamentale della Repubblica», di cui delinea l'architettura, i concetti chiave, il linguaggio e lo spirito, illustrando con chiarezza i contenuti del testo, dai diritti civili, politici e sociali all'organizzazione dei poteri dello Stato, alla giustizia, ai rapporti internazionali e con l'Europa.
Incapaci di comunicare con gli altri e di sviluppare nuove amicizie, costretti a muoversi in un mondo sociale che appare loro privo di significato e di interesse o addirittura minaccioso: sono i bambini colpiti dall'autismo. Il libro spiega che cos'è l'autismo, dalle sue possibili cause biologiche alla diagnosi, ai processi cognitivi e comunicativi che lo caratterizzano. Una parte importante è dedicata ai programmi di intervento che, per essere efficaci, devono garantire una stretta collaborazione tra genitori, insegnanti e operatori dei servizi sanitari.
Teatro di emozioni, veicolo di messaggi intenzionali o involontari, il corpo mostra di noi anche ciò che sfugge al nostro controllo cosciente. È la tela su cui scriviamo messaggi che ci rappresentano, attraverso ornamenti antichi come pitture e tatuaggi o manipolazioni moderne come quelle della chirurgia estetica. Ora irrisolto e tormentato, ora quieto e distratto, il rapporto che ogni essere umano ha con l'immagine fisica di sé ha suscitato l'interesse di neurologi, psichiatri, psicologi, oltre che di artisti e filosofi. Nell'indagare tale rapporto, il libro esplora la tensione fra identità e corpo che cambia, e getta una luce sui disagi e le molte ombre che ne derivano.
"Ce l'hai cento dollari?", "Anna pensa tipo che...", "tu in questa cosa non devi centrare". Si parla così l'italiano oggi? Sì, certo, non solo, ma anche così. Molti libri hanno mostrato come le lingue evolvano attraverso i secoli. Lorenzo Renzi illustra qui le dinamiche del cambiamento considerando l'italiano d'oggi. La lingua che parliamo pullula di innovazioni, delle quali il più delle volte non siamo coscienti. Ma siamo noi, i parlanti, che possiamo accettarle o respingerle. Come per le specie naturali, anche la lingua avanza attraverso novità, stabilizzazioni e rifiuti.
Nato in Borgogna all'inizio del XII secolo l'ordine cistercense ha promosso la fondazione di numerose abbazie in tutta l'Europa cristiana. Nel nostro paese ha trovato un terreno privilegiato, che ha favorito la costruzione di complessi monastici di grande bellezza, annoverati fra i vertici dell'arte e dell'architettura medievali. Ma ai cistercensi dobbiamo anche una grande opera di valorizzazione del paesaggio così come lo sviluppo e la bonifica di molti territori. Dal Piemonte alla Sicilia l'itinerario tocca i maggiori centri cistercensi in Italia: il primo, a Tiglieto vicino a Ovada, e molti altri fra cui Chiaravalle Milanese, San Galgano, Chiaravalle di Fiastra, San Martino al Cimino, per finire con l'abbazia palermitana di Santo Spinto.
Convivialità, stagionalità, sostenibilità. Sono i segreti della dieta mediterranea. Uno stile di vita che ha conquistato il mondo. Scoperta negli anni Cinquanta tra Napoli e il Cilento da due scienziati americani. Fondata sugli alimenti-simbolo della triade mediterranea - cereali, olio e vino - questa dieta che non è una dieta combina felicemente eredità del mondo classico e tradizioni locali. Scopriamola nei suoi luoghi sacri: dalla Campania, con Amalfi e le acciughe di Cetara, o con Pozzuoli, regno dei frutti di mare, alla Puglia, con le orecchiette di grano arso di Tricase e con la pasta di mandorle di Lecce, dalla Lucania, con il suo pane antico, alla Sicilia, con i tonni di Favignana, le panelle di Palermo e gli arancini di Catania - oltre che in quegli autentici empori di tipicità che sono Napoli, Genova, Venezia.
In linea con la tradizione della filosofia classica tedesca dei vari Kant, Fichte, Schelling, Humboldt e Hegel, anche il «giurista filosofo» tedesco Georg Jellinek (1851-1911) è profondamente convinto che l'essenza dell'individuo sia un'essenza storica. Se l'intimo carattere del mondo storico consiste nella libertà del singolo, della sua volontà e della sua responsabilità, la storia delle istituzioni sociali e politiche, ovvero la «Dottrina dello Stato», è per lui storia della progressiva affermazione di un principio d'individualità: il mondo classico ancora non conosceva l'istanza di autonomia avanzata dall'individuo nei riguardi dello Stato ed è con il Medioevo e con l'età moderna che si fa strada l'idea di una sfera di libertà dell'individuo di fronte alla quale lo Stato ha il dovere di autolimitarsi. Da qui, il nesso inscindibile che lega etica e storia nel pensiero di Jellinek. Un nesso che questo studio si prefigge di indagare soprattutto in riferimento ai grandi temi dell'origine dei diritti pubblici soggettivi e della fondazione dei diritti umani, che per Jellinek non è di carattere politico, bensì religioso.
Il libro indaga le forme che il razzismo - inteso come pregiudizio concernente l'origine etnica dei popoli con relative politiche discriminatorie - ha preso nel corso della storia occidentale, dal Medioevo a oggi. Per l'autore il razzismo è un fenomeno relazionale, ossia il risultato di circostanze economiche o politiche specifiche. Nella storia europea vi sono tre svolte importanti: il momento delle crociate, di cui è un risvolto la discriminazione religiosa moderna dopo il Cinquecento, il momento delle scoperte geografiche e della mappatura delle civiltà, e il momento della costruzione delle società coloniali con le loro gerarchie, cui fa seguito il razzismo contemporaneo.