Da Gerusalemme a Gerusalemme: il cammino di una lunga interminabile diaspora in cui si rispecchia la storia d'Europa. Ritrovare i luoghi degli ebrei implica guardare alla storia dell'Europa dal punto di vista di una minoranza, l'unica cui, pur con pesanti limitazioni e discriminazioni, sia stato permesso di vivere in quel mondo cristiano: in epoca medievale e moderna: entro precisi confini sociali (tra cui i ghetti), emancipati nella condizione di cittadini negli stati nazionali. Da Roma, la culla della presenza ebraica dopo l'originaria Gerusalemme, l'itinerario si snoda tra le comunità più fiorenti e significative per la cultura europea lungo i secoli: dalla Puglia a Toledo e la Spagna, da Colonia e dalla Germania renana a Palermo e all'Italia settentrionale; da Lisbona a Venezia e Amsterdam per giungere a Berlino, il cuore dell'illuminismo ebraico nell'800. Da Amburgo a Parigi, con il caso Dreyfus, a Odessa e Weimar, il momento più alto della creatività ebraica distrutta poi dal nazismo, per arrivare ai drammatici eventi di questi giorni.
Con le scoperte portoghesi del XV secolo, il mondo atlantico si trasforma, progressivamente, nel luogo in cui Europa, Africa e America s'incontrano e costruiscono le loro relazioni asimmetriche. Questa convergenza senza precedenti dà origine a diversi fenomeni: il colonialismo, lo sviluppo economico e commerciale, ma anche significative migrazioni, volontarie o forzate, e la formazione di scambi inediti. L'Atlantico diventa così uno spazio unico di circolazione, di commerci e interazioni, sia pacifiche che violente. Questo libro offre un quadro completo delle trasformazioni avvenute nel mondo atlantico nei quattro secoli successivi alle scoperte portoghesi, fino ai movimenti rivoluzionari della fine del XVIII secolo, e illustra il formarsi e l'evolversi di una nuova identità.
L'idea che una tesi scientifica o una legge di natura siano il frutto di un'evoluzione non è affatto scontato. La storia della scienza ci mostra in modo esemplare che queste non sono verità definitive, ma piuttosto il risultato di un percorso, iniziato in tempi in cui quelli che oggi riteniamo errori superati furono assunti e condivisi come conoscenza certa. Inoltre rende chiaro che, nel cammino della conoscenza, le false piste non sono meno importanti di quella che oggi appare come la retta via del sapere. Questo libro racconta oltre cinque secoli, dal Rinascimento alla seconda metà del Novecento, attraverso biografie, percorsi intellettuali, esperimenti, teorie e controversie. Storie di uomini e donne in un lungo itinerario dove le figure del filosofo naturale, del mago, dell'alchimista sono state via via sostituite dalla figura professionale dello scienziato. Sentieri spesso tortuosi, e per questo affascinanti, che hanno contribuito a definire le diverse forme dell'impresa scientifica e l'attuale conoscenza del mondo.
La missione delle università generative si concretizza nel conservare le qualità «umane» del pensiero, sapientemente integrate con le opportunità offerte dalla tecnologia. Una università generativa è una istituzione che, partendo da regole semplici e da un sistema di ascolto aperto, crea e diffonde in varie forme conoscenza, innovazione e impatto positivo nella società. I pilastri di questo approccio sono l'«engagement» - inteso come scambio e sintesi relazionale tra università e società civile - e l'«educability» - intesa come disposizione di una persona ad imparare, «imparare ad imparare», e anche «imparare a disimparare» nel corso del tempo. Questi pilastri si intersecano con le traiettorie che l'università generativa disegna: l'interdisciplinarità - ovvero una visione generalista del sapere -; l'internazionalizzazione - intesa come educazione alle diversità - e l'innovazione, che permette di aprirsi a sfide e opportunità, ed è il motore trainante del progresso.
Il manuale offre un panorama esaustivo dei principali istituti dell'ordinamento italiano, utile anche oltre i corsi di laurea giuridici. Di essi si illustrano la storia e l'evoluzione, il funzionamento e i rapporti reciproci, senza tralasciare di collocare ogni istituto nel quadro dell'Unione europea e dell'ordinamento internazionale. I fatti più recenti come l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il rilancio del dibattito sulle riforme costituzionali, la legge sull'autonomia differenziata, le elezioni europee del 2024, i contesti di guerra in Ucraina e in Medio Oriente, vengono inclusi nella trattazione per essere analizzati nelle loro implicazioni sul sistema politico e istituzionale. Il testo si avvale di un ricco apparato di esempi e figure cui si affiancano gli esercizi e altri materiali per la preparazione dell'esame disponibili in formato digitale su Pandoracampus.
«Il più autentico e grande filosofo italiano del dopoguerra» Giacomo Marramao Con «Il problema dell'ateismo» Augusto Del Noce si confronta con la modernità, portando avanti una serrata critica della filosofia come processo di secolarizzazione, che conduce all'idea dell'uomo creatore e trova il suo compimento nell'antropologia materialistica del marxismo. Un classico del pensiero cattolico, che può essere riletto con rinnovato interesse nel tempo attuale, sempre più indifferente alla presenza del divino. Il libro è arricchito da un saggio di Massimo Cacciari «Sulla critica della ragione ateistica».
Di Tocqueville, Matteucci si è occupato tutta la vita, studiando la sua biografia e il suo pensiero, e curando l'edizione italiana della «Democrazia in America» (nuova ed. Utet, 2013). In questo libro ne ripercorre criticamente la vita e ne segue il lungo tour negli Stati Uniti, per poi soffermarsi sulla seconda parte dell'opera e arrivare a riconoscere nel grande pensatore francese il primo autentico studioso della società di massa. Una società in cui, con la scomparsa delle aristocrazie del sangue, si realizza un conformismo delle coscienze tanto più pericoloso, quanto più è in grado di utilizzare tecniche sconosciute nel passato. Fra queste, il potere dei giornali, il cui valore rivoluzionario è da Tocqueville lucidamente asserito.
Società intelligente o stupidità di massa? Che forma prenderà il mondo che ci aspetta? Davanti a noi una scelta di civiltà. Dopo la pandemia, la guerra in Europa. I due ultimi shock globali dovrebbero convincerci che la stagione della globalizzazione sta definitivamente tramontando. Siamo ormai oltre la modernità liquida, costretti ad affrontare gli esiti di un virus che non si lascia debellare e allo stesso tempo spinti a ripensare il futuro, nel quadro del paradigma tecnico-scientifico e del delicato processo di costruzione di un nuovo ordine mondiale. L'epoca nuova - quella della supersocietà - è caratterizzata da una vita individuale e collettiva sempre più dipendente dalla tecnologia, dall'intreccio inestricabile tra azione umana ed ecosistema, e dal rapporto sempre più stretto tra soggettività - nelle sue componenti anche psichiche e biologiche - e organizzazione sociale. E domani? Dove ci condurranno sostenibilità e digitalizzazione, i due grandi protagonisti della nostra quotidianità? Verso un mondo distopico, centralizzato e burocratizzato, o verso la società dell'intelligenza diffusa dove la libertà potrà ancora essere l'elemento cardine per tenere insieme sviluppo economico e democrazia?
Nella notte avanzata, stanco e felice di trovarmi finalmente in terra siriana sotto un cielo splendente di stelle, varcato l'allora desolato posto di frontiera di Bab el-Hawa, la Porta del Vento, nell'improvvisa frescura delle notti del clima predesertico osservavo tra le ombre fuggevoli distese sempre più fitte di ulivi e pistacchi. Il nome di Paolo Matthiae è indissolubilmente legato all'epocale missione archeologica che ha condotto alla scoperta di Ebla, in Siria, grazie a una serie di campagne ininterrotte da lui dirette tra il 1964 e il 2010. Con lo sguardo rivolto al passato, il grande archeologo dipana adesso senza reticenze il filo dei ricordi per raccontare un'esperienza di vita e di ricerca senza precedenti, tra imprese straordinarie e aspre difficoltà, delusioni imprevedibili e alti riconoscimenti. Sono memorie che trasudano le vibranti emozioni connesse ai ritrovamenti rievocati, il dolente rammarico per le tensioni accademiche e politiche collegate alle scoperte e il coraggio con cui lo studioso ha saputo affrontare e superare i problemi insorti in regioni segnate da conflitti senza fine.
Ecco, tu ami la verità, perché chi fa la verità viene alla luce. Io la farò nel mio cuore davanti a te in questa confessione: e anche su queste pagine però, davanti a molti testimoni. Del resto che segreti avrei per te, Signore, che coi tuoi occhi denudi l'abisso della coscienza umana, anche se non volessi confessarmi a te? Siamo nel libro decimo, quasi alla fine delle «Confessioni», e Agostino si domanda (un po' tardi) se valga la pena di raccontare la propria vita a un Onnisciente. Per sua e nostra fortuna conclude che sì, ne vale la pena, e propone delle idee che hanno ancora moltissimo da insegnarci. Prendendo molto sul serio il ruolo del nano sulle spalle di un gigante, Ferraris rilegge Agostino incrociandolo con Strawson e Churchill, la «Critica della ragione pura» e «Histoire d'O», Simondon e Simenon, ed elabora una teoria della verità rispettosa della scienza, ma capace di restituire alla storia, alla letteratura e alla tecnica i loro buoni diritti in materia. Il testo agostiniano alla fine del volume accresce il gusto della lettura.
Piazze, campi, palazzi pubblici, fontane, chiese: alla scoperta dello splendore e della magnificenza delle nostre città. Tra l'XI secolo e la fine del Medioevo, le città italiane vivono una fase di straordinaria rinascita, soprattutto nell'Italia settentrionale e centrale, grazie alla crescita economica e all'affermarsi di un sistema politico, il comune, indipendente da qualsiasi autorità superiore. Nuovi palazzi pubblici, nuove chiese, cinte murarie, strade, ponti, piazze e fontane: ovunque l'utilità trova il proprio complemento nell'estetica. Il volto delle città ne emerge ridisegnato, secondo criteri architettonici e ornamentali tesi alla ricerca della bellezza, ormai individuata come strumento tra i più efficaci della propaganda del nuovo potere. Da Milano a Roma, da Venezia a Firenze, Pisa e Siena, da Spoleto a Perugia, da Parma a Ferrara e Modena, un itinerario storico denso, personale e a tratti affettivo, ci porta al cospetto dell'incredibile ricchezza dei centri comunali italiani, raccontando i circuiti politici, economici, religiosi, culturali da cui è scaturita un'esperienza unica nel panorama europeo.
Al cuore della storia del potere temporale della Chiesa. Ritornato da Avignone a Roma dopo la chiusura del Grande Scisma d'Occidente (1378-1417), il papato attraversa un periodo di consolidamento, vissuto all'insegna del trionfalismo. Il recupero dell'autorità, il radicamento definitivo in Italia e l'edificazione di un apparato centrale di governo della Chiesa vennero celebrati dagli apologeti dell'ideologia papalista non meno che dagli artisti e dai letterati della curia. I controversi mezzi di cui fece uso la Chiesa romana nell'ampliamento del suo dominio temporale, come il bellicismo e il «grande nepotismo», sollevarono proteste e imbarazzi ma nessun ostacolo serio. Eppure, l'ascesa dei papi a fastosi sovrani del più forte e rispettato Stato italico, dopo aver toccato il culmine entro i primi due decenni del Cinquecento, conobbe la più dolorosa delle interruzioni con il Sacco di Roma del 1527, evento che conclude l'appassionante ricostruzione di questo libro.