Nel fornire una panoramica completa della psicologia sociale il volume, qui riproposto in una edizione completamente aggiornata, aiuta il lettore ad accostarsi alle tematiche caratterizzanti la disciplina: dall'influenza sociale agli atteggiamenti, al pregiudizio, dall'identità all'autostima, alle relazioni interpersonali, all'aggressività e al comportamento prosociale.
Il manuale spiega il funzionamento dell'unione monetaria europea nel contesto dei profondi cambiamenti intervenuti in questi ultimi anni a livello economico e politico. Nella nuova edizione è stato introdotta una disamina dei costi e benefici della decostruzione dell'Eurozona. Sono state inoltre trattate le recenti modifiche istituzionali introdotte successivamente all'esplosione del debito sovrano. Particolare importanza riveste la decisione di creare un'unione bancaria nell'Eurozona: se ne analizzano gli ingredienti, per comprendere se essa sia sufficiente a far fronte a nuove crisi bancarie, e se ne delineano le implicazioni per il futuro dell'Eurozona.
«Che le scelte morali e la valutazione delle proprie azioni dipendano dal giudizio di coscienza, è un'idea ancora saldamente attestata dal linguaggio ordinario. Dire che cosa s'intenda precisamente per coscienza morale è però tutt'altro che semplice. È la capacità di riflettere razionalmente, valutando le alternative? Oppure di sentire che qualcosa è la cosa giusta da fare? È la voce di Dio, oppure solo il richiamo alle regole che la società e l'educazione hanno instillato in noi? È una facoltà naturale oppure una costruzione artificiale e potenzialmente arbitraria? La ricca storia della riflessione teorica sulla coscienza presenta tutte queste opzioni teoriche, inclusa quella secondo cui di questo costrutto teorico sarebbe meglio fare a meno. Il volume ripercorre questa vicenda controversa, suggerendo infine che la coscienza svolge un ruolo fallibile ma irrinunciabile nell'interpretazione dell'esperienza morale».
I tre anni che vanno dalla fine della guerra all'entrata in vigore della Costituzione repubblicana sono per il nostro paese un periodo frenetico, in cui la comunità nazionale si congeda dalla guerra civile e dal fascismo e costruisce faticosamente il suo futuro. Felicità e violenza si mescolano: sono i giorni del ritorno alla pace e alla libertà, delle vendette e della resa dei conti, dei prigionieri e dei deportati che tornano a casa, delle grandi adunate politiche nella rinata democrazia, ma c'è anche una gioiosa febbre di divertimento, la voglia di ballare, la fretta di ricostruire. Una energia vitale che già prepara il boom degli anni a venire. Diari privati e memorie, lettere, rapporti dei prefetti e della polizia, stampa, film e canzoni, conversazioni intercettate offrono un materiale ricchissimo, che permette agli autori di comporre l'appassionante ritratto dal basso degli italiani nel momento della repubblica nascente.
«Le università italiane oggi sono come tagliate fuori del movimento nazionale, senz'alcuna azione sullo Stato che si dichiara essere neutro, e con piccolissima azione sulla società di cui non osano interrogare le viscere. Divenute fabbriche di avvocati, di medici e d'architetti, se intenderanno questa missione della scienza odierna, se usando la libertà che loro è data, affronteranno problemi attuali e taglieranno sul vivo, se avranno l'energia di farsi esse capo e guida di questa restaurazione nazionale, ritorneranno, quali erano un tempo, il gran vivaio delle nuove generazioni, centri viventi e irraggianti dello spirito nuovo».
L'elevatissimo indice del consumo di sport in Italia ha pochi paragoni. Il libro racconta le origini di questa particolarità partendo dalle origini del fenomeno, la seconda metà dell'Ottocento, per arrivare ai nostri giorni. Dalla cultura del corpo coltivata per difendere i confini della patria il libro passa ad analizzare la nascita del divismo sportivo negli anni Trenta e la funzione dello sport come strumento del consenso durante il fascismo. Nel dopoguerra lo sport diventa strumento di riscatto di una nazione uscita in macerie dal conflitto: la conquista del K2 o le vittorie di Coppi e Bartali risarciscono il sentimento nazionale. Dagli anni Settanta e Ottanta lo sport accompagna i nuovi miti di una nazione proiettata nel lancio del Made in Italy: la vittoria della nazionale di calcio ai mondiali del 1982, i trionfi della Ferrari o le imprese di Azzurra paiono certificare l'inserimento dell'Italia nel novero delle economie più avanzate.
Il conflitto tra politici ed economisti è più che mai acceso, lo è negli Stati Uniti, lo è in molti mercati emergenti che attraversano crisi profonde e lo è nel nostro paese, dove prevale l'ambiguità di esponenti dell'attuale governo su alcune scelte fondamentali per il paese. La volontà dei politici di soddisfare le domande crescenti degli elettori li spinge a promettere e implementare politiche che gli economisti valutano spesso come inefficaci e insostenibili. A volte sono consapevoli che quelle scelte comporteranno dei costi nel medio periodo; in altri casi sono invece realmente convinti che le politiche che vogliono adottare, ancorché criticate dagli economisti, siano corrette. C'è invece un principio fondamentale in economia che va sempre rispettato, ed è il vincolo di bilancio che determina le politiche macroeconomiche sostenibili, quelle che si possono adottare senza rischiare di scivolare verso una crisi. Liberi dalla pressione elettorale, gli economisti vedono con maggior chiarezza i rischi che scelte politiche dissennate possono comportare, e questo ai politici non piace.
In una cultura che proclama il dovere della memoria, l'oblio non gode di buona fama. Eppure il dimenticare è un aspetto essenziale dell'organizzazione della memoria, al pari del ricordare. Tra i massimi studiosi della memoria culturale, Aleida Assmann espone e analizza come individui e società dimenticano e soprattutto perché: dal dimenticare automatico a quello «custodiente» (negli archivi le cose vengono dimenticate ma conservate), a quello selettivo legato al gruppo sociale di appartenenza, al dimenticare repressivo, imposto dal potere, esemplificato da 1984 di Orwell, a quello difensivo e complice che copre le colpe (il silenzio sui casi di pedofilia nella Chiesa), infine all'oblio costruttivo necessario allorché, come al termine di una guerra, occorre buttarsi il passato alle spalle, e all'oblio terapeutico, un paradossale dimenticare attraverso il ricordo che nella psicoanalisi, nella confessione, nelle «commissioni per la verità» attive in vari paesi usciti da guerre civili, con l'ammissione della colpa l'assolve e la dimentica.
La storia dei mass media dell'epoca moderna e contemporanea è ormai da tempo in forte evoluzione. A ciò contribuiscono diversi fattori, tra cui i molteplici impulsi provenienti dalle esperienze odierne. Se sul fronte dell'offerta nuove piattaforme di comunicazione soddisfano i bisogni di informazione e di intrattenimento di ampi gruppi sociali, su quello della domanda si registra invece una continua decomposizione delle categorie tradizionali del pubblico. In un'ottica storica di lungo periodo, i mutamenti dell'ensemble mediale non costituiscono in realtà una novità assoluta; tuttavia i mass media che si sono affermati nelle epoche precedenti - ossia giornali, radio, film e televisione - possono ormai essere considerati come media storici. Anche dal punto di vista teorico il campo della storia dei media si è ampliato: la ricerca si basa oggi sulla convinzione che i mass media non siano una semplice «rappresentazione» o uno «specchio» di una realtà extramediale, ma che in virtù delle loro strutture specifiche riescano a produrre interpretazioni suscettibili di condizionare l'azione dei fruitori. Si tratta dunque di un sostanziale cambiamento di prospettiva, da una storia dei media verso uno studio della medialità della storia, che questo volume nel suo insieme intende affrontare.
In che modo gli antichi Greci si immaginavano l'aldilà? In una religione senza dogma come quella greca antica, molteplici risposte sono possibili. La prima parte del libro è un'introduzione generale al mondo dei morti in Grecia che affrontando temi quali l'aspetto esteriore del defunto, il cibo che gli è destinato, lo spazio che gli è riservato, consente di capire come i Greci costruivano l'identità del morto. La seconda parte analizza un gruppo di racconti mitici che riguardano gli individui puniti per sempre nell'aldilà: alcuni celebri (Sisifo, Tantalo e le Danaidi), altri meno conosciuti, come il povero Ocno, costretto a intrecciare una corda eternamente divorata da un'asina che si trova alle sue spalle, o come coloro che non sono stati iniziati ai misteri di Eleusi, immersi per sempre nell'immenso lago di fango degli inferi. Rievocando le loro storie, il volume illustra un aspetto poco conosciuto dell'aldilà greco antico.
Una colossale partita a scacchi, nella quale regole numerose e complicate possono cambiare durante il gioco; molti giocatori si affannano sulla stessa scacchiera; i pezzi, che tutti muovono simultaneamente senza aspettare il loro turno, hanno per ciascuno un valore diverso: è il disordine che caratterizza le relazioni internazionali. In questo caotico panorama, restituire ordine, razionalità e logica alla politica - impresa fuori dalla portata dei suoi stessi attori - è compito della geopolitica, grazie alla quale i diversi fattori possono venire interpretati. Il libro, con ricchezza di esempi e testimonianze, guida il lettore attraverso un'area di studi ancora poco conosciuta ma strategica per capire le complessità della scena globale.