Per una nuova cultura dell'handicap: non più "anormalità", ma difficoltà della persona nei rapporti con l'ambiente naturale e sociale. Diagnosi, trattamento e verifica degli interventi nella scuola, nel lavoro, nella famiglia.
Tra i maestri indiscussi del pensiero sociologico, Durkheim ha esercitato una profonda influenza anche su molte altre discipline, dall'antropologia alla storia, dall'economia politica alla linguistica. L'autore fornisce le chiavi di accesso all'opera e al pensiero di Durkheim, collocandoli nel loro contesto storico, passandone in rassegna le tappe principali, dipanandone il filo conduttore, discutendone criticamente gli esiti.
E' possibile comprendere il concilio Vaticano Il attraverso la semplice analisi delle sue decisioni? L'assemblea conciliare è stata esclusivamente una "macchina" per la produzione degli atti finali? Questi i quesiti fondamentali su cui si sono misurati gli studiosi intervenuti al convegno di Bologna nel dicembre 1996. La selezione dei contributi qui raccolti vuole riproporre il fecondo confronto tra storici delle assemblee parlamentari, teologi e storici delle istituzioni e della dottrina, tutti in vario modo coinvolti nel pluriennale progetto di ricerca sulla "Storia del Vaticano Il". Pur nella diversità degli approcci, è emersa una comune consapevolezza che la categoria evento modifica i termini del rapporto tra il concilio, i gruppi che lo hanno costituito, le risoluzioni conclusive e le dinamiche che esse hanno innescato. Una prima serie di saggi affronta problemi metodologici e storiografici legati alla dialettica tra continuità e rotture negli eventi storici. Il secondo gruppo di interventi analizza, invece, la qualità e il tipo di partecipazione all'evento dei diversi organi collettivi del concilio, enucleando le dinamiche che mettono in comunicazione l'assemblea plenaria con i singoli protagonisti. L'ultima sezione di contributi colloca, infine, lo scarto tra le decisioni finali e l'esperienza conciliare nel suo concreto dipanarsi.
Il saggio contenuto nel volume traccia un quadro socio-biologico della capacità umana di creare simboli, ridefinendo i confini tra sfera naturale e sfera sociale. La teoria di Elias è dichiaratamente quella di una teoria evolutiva che si propone di superare i tradizionali dualismi filosofici soggetto/oggetto e idealismo/materialismo. Ne scaturisce un'affascinante idea della sociologia come scienza umana unificatrice, capace di integrare i contributi della storia, della psicologia, dell'economia, della scienza politica e dell'antropologia.
Gli ostacoli alla felicità sono nella nostra mente non nel mondo. Sono le trappole cognitive che ci impediscono di essere felici. Alla fine di un secolo che ha tentato di ridurre la felicità individuale a quella collettiva, la psicologia ha cominciato ad esplorare le vie con cui la mente ostacola o favorisce la ricerca della felicità.