Oggi l'Italia è una grande economia industriale, integrata nell'area dell'euro. Questo libro offre un sintettico atlante ragionato delle condizioni economiche dell'Italia, aggiornato in questa nuova edizione al dopo-euro; racconta il cammino che ha portato il nostro paese dall'instabilità e dai conflitti degli ultimi anni '70 ai ritrovati equilibri macroeconomici della fine degli anni '90; elenca e discute infine quelli che appaiono oggi i migliori nodi irrisolti del nostro sviluppo.
Il tema del dimenticare e del suo contrario è più che mai un tema d'attualità in una civiltà smemorata e pur avida di memoria come la nostra. La storia degli individui come delle società procede in un intreccio di memoria e oblio dove l'una non sta senza l'altro. Ma se la memoria è oggetto di riflessioni e studi, lo stesso non può dirsi dell'oblio. Con questo libro Weinrich ha inteso presentare una storia culturale dell'oblio, un'ambiziosa panoramica dall'alba della civiltà, ai giorni nostri.
La prima parte ripercorre il dibattito sul potere di comunità. La seconda parte affronta il tema della cultura civica e approda alla specificità del caso italiano. Nell'ultima parte sono presentati protagonisti e fenomeni distintivi della politica locale: i partiti e i movimenti sociali nel rapporto, spesso conflittuale, tra centro e periferia; il clientelismo, le istituzioni locali; le politiche pubbliche decentrate.
Il terzo settore costituisce uno spazio sociale autonomo non identificabile né con lo stato né con il mercato, che segnala un ruolo crescente della società civile rispetto alla sfera politica e a quella economica. Lo sviluppo del nonprofit apre dunque nuovi scenari che non possono però essere esaltati indiscriminatamente. Non si tratta cioè di un modello antagonistico a quello del welfare come vorrebbero alcuni. E' possibile invece prospettare un diverso "welfare mix" in cui lo stato conservi la programmazione e il finanziamento delle politiche sociali, mentre alle organizzazioni nonprofit sia affidata la gestione diretta dei servizi.
Oggi le scienze della mente sono divise tra due paradigmi contrapposti: sulla base dell'analogia tra mente e computer, il primo paradigma concepisce la mente come una macchina manipolatrice di simboli, ignorando il sistema nervoso e tutto il corpo nella loro fisicità; il secondo paradigma ritiene che la mente possa essere compresa solo attraverso modelli interpretativi direttamente ispirati alla fisicità del sistema nervoso e del corpo. L'autore descrive una serie di simulazioni che mostrano in che modo i modelli proposti consentono di studiare capacità cognitive più complesse per arrivare all'evoluzione culturale e tecnologica e all'organizzazione economico-politica delle società umane.