Le conoscenze sulla relazione genitore-bambino, sulla psicopatologia e sul nostro mondo interno hanno fatto importanti passi avanti grazie alla ricerca sull'attaccamento. Tuttavia, fino ad oggi, le implicazioni di tali scoperte sulla psicoterapia sono state in parte trascurate. In questo volume Wallin declina la teoria e la ricerca sull'attaccamento in un quadro originale in cui la psicoterapia trova le sue radici nello sviluppo infantile. Emerge un modello di intervento innovativo e al tempo stesso solido e teoricamente fondato, in cui i principali costrutti teorici vengono proposti nella loro dimensione applicativa. Si forniscono così strumenti di analisi della relazione terapeutica e del cambiamento, orientato a una sempre più alta integrazione da parte del paziente di pensieri, sentimenti e bisogni.
Quando la televisione ha scoperto che la politica può fare audience, e i politici hanno capito di poter raggiungere il vasto pubblico adattandosi alle logiche dello spettacolo, è nata la politica pop: un "ambiente mediale" scaturito dal collasso di generi televisivi e costumi sociali invecchiati, in cui politica e cultura popolare, informazione e intrattenimento, comico e serio, reale e surreale si fondono in una nuova miscela espressiva. Per molti è una pericolosa deviazione dal compito "alto" della formazione di un'opinione pubblica avveduta. Per altri, come alcuni autorevoli studiosi, l'"infotainment" offre un'informazione minima, ma sufficiente a una "cittadinanza sottile". Dovremo allora rivalutare il "Grande Fratello", paradossale scialuppa di civismo, attraverso il televoto, per cittadini altrimenti destinati all'emarginazione? Bisognerà in ogni caso considerare con occhi nuovi, come fa questo libro, "Annozero" e "Ballarò", "Che tempo che fa" e "L'isola dei famosi", "Le Iene" e "Porta a Porta", "Striscia la notizia" e "Matrix".
Gianpietro Mazzoleni insegna Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all'Università degli Studi di Milano e dirige la rivista "Comunicazione politica (ComPol)". Con il Mulino ha pubblicato "La comunicazione politica" (2004). Anna Sfardini è assegnista di ricerca all'Università degli Studi di Milano. Tra le sue pubblicazioni: "MultiTV. L'esperienza televisiva nell'età della convergenza" (con M. Scaglioni, Carocci, 2008) e "Reality tv. Pubblici fan, protagonisti, performer" (Unicopli, 2009).
Il volume traccia un profilo sintetico quanto informato dell'imperatore normanno-svevo Federico II (1194-1250), una delle figure più discusse del Medioevo europeo. La prima parte è dedicata alla storia politica di Federico, segnata dalla lotta con il Papato e i Comuni; la seconda si occupa dell'uomo, della sua sfera famigliare, dei suoi interessi filosofici e scientifici, e del suo entourage, di cui facevano parte anche studiosi ebraici e arabi; la terza segue la formazione del mito di Federico attraverso i secoli fino ai giorni nostri. Pur essendo un uomo del suo tempo e non, come volle dirlo un grande storico dell'Ottocento, "il primo uomo moderno sul trono", Federico II con i suoi interessi multi-culturali e il suo tentativo di dialogo con il mondo arabo-musulmano, insoliti per un imperatore medievale, affascina ancora oggi.
Hubert Houben insegna Storia medievale nell'Università del Salento a Lecce ed è membro del Consiglio scientifico dell'Istituto Storico Germanico di Roma. Ha pubblicato, fra l'altro, "Ruggero II di Sicilia, un sovrano tra Oriente e Occidente" (Laterza, 1999; Premio Basilicata 2000) e "Normanni tra Nord e Sud: immigrazione e acculturazione nel Medioevo" (Di Renzo, 2003).
Molteplici ragioni hanno recentemente portato il tema della laicità al centro di un acceso dibattito, che investe sia la sfera politico-sociale, sia quella culturale-religiosa. Non è difficile individuare le origini di tale risveglio di interesse: compresenza di etnie che reclamano un riconoscimento nello spazio pubblico, timore di una rivalsa del religioso, smarrimento del fondamento morale originario della cultura dei diritti. Più difficile è promuovere e sostenere un'idea di laicità che, lontana da sterili indifferentismi ideologici, apra la strada all'argomentazione razionale e al dialogo tra le diverse posizioni. Questo volume, che per la prima volta in Italia raccoglie le riflessioni sul tema di laici credenti e non credenti, individuando nel pluralismo la cifra della post-modernità argomenta che una coabitazione armoniosa è possibile, e che le religioni possono e devono contribuire alla costruzione dell'etica pubblica.
Stefano Zamagni insegna Economia politica nell'Università di Bologna ed è presidente dell'Agenzia per le Onlus di Milano. Tra le sue recenti pubblicazioni per il Mulino ricordiamo "Teoria economica e relazioni interpersonali" (con P.L. Sacco, 2006), "La cooperazione" (con V. Zamagni, 2008) e "Avarizia. La passione dell'avere" (2009). Adriano Guarnieri, docente di Meccanica Celeste e di Astronomia nell'Università di Bologna, è portavoce del Cardinale Arcivescovo di Bologna e vicepresidente della Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro.
Definito dal CFO della World Bank John Wilton "un'eccellente guida su come andare avanti con i nostri sforzi riformatori, tesi a incrementare uno sviluppo efficace", questo volume raccoglie una serie di proposte il cui fine è rinnovare il profilo del CFO e agevolarne i compiti. In un periodo storico in cui le imprese, assillate dalla minaccia degli scandali finanziari e dal labirinto di regole che ne sono conseguite, richiedono performance sempre più complesse, Jeremy Hope "ridisegna il ruolo della finanza all'interno delle moderne organizzazioni" (Gary Crittenden, CFO di American Express), offrendo esempi pratici e utili punti di vista, colti dall'interno delle aziende, su come i manager possano lavorare insieme per migliorare le performance. L'obiettivo da perseguire? Il CFO deve condurre "una crociata contro la complessità" i cui obiettivi sono "chiarezza, semplicità, trasparenza e responsabilità", "divenire un membro fidato e responsabile del team di sviluppo dell'attività aziendale". Questi, in sintesi, alcuni dei suggerimenti racchiusi in questo volume, la cui lettura è "fondamentale per chiunque voglia assumere un ruolo di responsabilità nell'ambito della finanza" (Ken Lever, CFO della Tomkins Group). Un volume importante, che chiude con un'ampia rassegna di interviste ai CFO di aziende italiane leader.
Jeremy Hope è co-fondatore di Beyond Budgeting Round Table, un'associazione finalizzata al sostegno e al miglioramento dei processi di management delle imprese. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni nello stesso ambito.
Come ha avuto origine Homo sapiens? In che modo alcune popolazioni si sono adattate ai climi caldi, altre al freddo e altre ancora all'alta quota? Perché alcuni difetti genetici permettono di sopravvivere meglio in certe condizioni? Come possiamo interagire con l'amhiente per ricavarne il cibo necessario in modo sostenibile? Attraverso un'incursione nella biodiversità umana, nel libro si affronta la varietà delle strategie biologiche e culturali con cui la nostra specie si è potuta adattare ai diversi ambienti, talvolta trasformandoli anche profondamente in rapporto alle proprie esigenze. Alimentazione, clima e complessi patogeni sono le tre grandi sfide che abbiamo dovuto affrontare; a queste abbiamo risposto con strategie adattative di natura genetica, fisiologica e culturale, che ci hanno consentito di giungere sin qui.
Del paesaggio si occupano ai giorni nostri molte discipline, dalla geografia all'ecologia, dall'architettura all'antropologia. Non c'è dubbio, però, che alla sua origine quella di paesaggio sia una nozione soprattutto "estetica", come sta del resto a dimostrare anche il linguaggio quotidiano: quando sentiamo parlare di paesaggio, pensiamo subito all'aspetto di un luogo, al suo essere bello, equilibrato, armonico o, viceversa, deturpato, disomogeneo, brutto. Questa antologia ripercorre le tappe salienti della discussione sul paesaggio condotta nella filosofia del Novecento, da Simmel a Ritter, da Rilke ad Assunto. Al tempo stesso, viene offerto un ampio panorama delle teorie più recenti, da quelle che riconducono il paesaggio reale alla pittura di paesaggio a quelle che lo equiparano all'ambiente fisico-naturale, da quelle che insistono sul suo carattere culturale a quelle che lo considerano una fonte di identificazione per le popolazioni che lo abitano.
L'assedio di Vienna a opera dell'esercito ottomano nell'estate del 1683, concluso vittoriosamente per le truppe cristiane con la battaglia del 12 settembre, è uno dei grandi punti nodali della storia europea. Fu l'ultima grande minaccia portata alla Cristianità, un pericolo così serio che i paesi europei seppero mettere da parte la loro reciproca ostilità e coalizzarsi per respingere l'attacco dell'esercito di Kara Mustafa. Le conseguenze della disfatta furono importanti: gli ottomani perdettero metà dei loro territori europei e gli Asburgo dirottarono i loro interessi verso i Balcani. Quell'ultimo scontro fra Croce e Mezzaluna avviò in sostanza un assetto europeo destinato a durare fino al cataclisma della Grande Guerra. Questo volume è una circostanziata descrizione dell'assedio di Vienna, ricostruito nelle sue premesse e conseguenze generali ma soprattutto seguito sul campo, giorno per giorno, nel concreto svolgersi dello scontro.
La pace è l'obiettivo e la condizione della democrazia: diritti dell'uomo, democrazia e pace sono per Bobbio i tre elementi inseparabili del medesimo movimento storico. È in questa prospettiva che egli considera centrale nella sua riflessione politica gli scritti sulla pace raccolti in questo volume. In essi Bobbio esamina come si ponga il dilemma tra pace e guerra nella società attuale, che ha a disposizione i mezzi della propria autodistruzione, e discute le possibilità del pacifismo e dell'azione non violenta per giungere a proporre un più realistico "pacifismo istituzionale" che demandi a superiori organismi di controllo la soluzione pacifica dei conflitti quanto meno la limitazione o la regolazione della violenza.
Lo studio dell'intelligenza costituisce una delle aree più affascinanti e sfuggenti della psicologia. È affascinante perché va al cuore del funzionamento psichico dell'uomo nelle sue forme più elevate, è sfuggente in quanto tocca temi controversi e sovrapposti, come il rapporto tra natura e cultura. Cos'è l'intelligenza? Come si misura? Intelligenti si nasce o si diventa? Frutto del lavoro di ricerca di uno dei più reputati studiosi italiani nel campo dell'apprendimento, della memoria e dell'intelligenza, questo libro presenta un'approfondita e articolata analisi delle diverse teorie sull'intelligenza e sulla sua misurazione, delle sue basi biologiche e del ruolo svolto dall'esperienza e dall'educazione, proponendo inoltre una nuova visione del costrutto.
Opera ormai classica, "La folla solitaria" resta uno dei punti di riferimento fondamentali degli studi sociologici contemporanei. Al centro dell'analisi è il "carattere sociale americano", e in larga misura di tutto l'Occidente sviluppato, quale si è formato nella società di massa. Innumerevoli sono le intuizioni acute e anticipatrici, basta rileggere le analisi del rapporto genitori-figli, della dipendenza dal gruppo dei pari, dell'influenza ambigua dei mass media, della dialettica tra lavoro e tempo libero. Ne emerge con vigore la figura - per certi versi persino tragica - dell'uomo-massa: eterodiretto, educato alla scuola del conformismo, schiacciato dal bisogno di approvazione e di successo, abitante di un mondo governato dalle apparenze, spogliato della propria individualità, solo e disarmato nella moltitudine che gli si affolla intorno.
La società attuale manca di espressioni efficaci di riconoscimento e valorizzazione delle persone. Nonostante leggi e regole, di fatto siamo tutti esseri spersonalizzati, schegge di un mondo frammentato che isola, suscita sentimenti di impotenza, ci fa sentire tutti egualmente inadeguati. Attingendo anche al proprio percorso individuale di ragazzo cresciuto a Chicago in una casa d'accoglienza, Sennett affronta il tema della deprivazione e del riscatto, della diseguaglianza e delle varie istituzioni preposte al Welfare, e mostra come solo il rispetto sia in grado di restituire a ciascuno un'identità accettabile. Pur prendendo atto che le persone non sono uguali, che talune hanno più talento di altre, che talune sono più dipendenti e meritevoli di compassione, il vero rispetto - quello suscettibile di riverberarsi nella vita collettiva - consiste nell'incoraggiare ciascuno a dare il meglio di sé secondo e capacità.