La figura della Vergine col suo bambino ha svolto un ruolo straordinario nella civiltà europea. Attraverso questa immagine, che assume forme diversissime, che è chiamata e invocata con nomi anche contrastanti, questa civiltà non ha pensato soltanto il proprio rapporto col divino, la relazione di Dio con la storia umana, ma l'essenza stessa di Dio. Perché Dio è generato da una donna? Pensare quella Donna costituisce una via necessaria per cogliere quell'essenza. E le grandi icone di quella Donna, come la Madonna Poldi Pezzoli del Mantegna, non sono illustrazioni di idee già in sé definite, bensì tracce del nostro procedere verso il problema che la sua presenza incarna.
Quanti mondi compongono l’universo in cui viviamo? Popper opta per una visione plurale. Il Mondo 1 comprende i corpi fisici: è quello delle pietre e delle stelle, delle piante e degli animali. Il Mondo 2 è quello mentale o psicologico: i sentimenti di piacere e di dolore, i nostri pensieri e le nostre percezioni. Ma è sul Mondo 3 che il filosofo si sofferma, quello che include i prodotti della mente umana: lingue e racconti, storie e miti religiosi, teorie scientifiche e costruzioni matematiche. Qui trovano ugualmente posto l’«Amleto» di Shakespeare, la «Quinta» di Beethoven e la Costituzione americana, oggetti altrettanto reali degli altri.
Karl R. Popper (1902-1994) ha pubblicato nel 1934 un testo fondamentale: «Logica della scoperta scientifica» (ultima ed. italiana Einaudi, 2010). Al Mulino sono usciti «Il mito della cornice» (1995), «La conoscenza e il problema corpo-mente» (1996), «Congetture e confutazioni» (2009) e «Le fonti della conoscenza e dell’ignoranza» (2011).
Grande classico della filosofia della scienza e della filosofia tout court, "Congetture e confutazioni" testimonia della vastità degli interessi di Popper e dell'insostituibile ruolo da lui svolto nella cultura del Novecento. Accanto alle pagine dedicate a temi filosofici tradizionali, connessi con la teoria della conoscenza e la dialettica, e a questioni specifiche di filosofia della scienza, vi sono riflessioni in cui l'analisi storica costituisce l'occasione per riesaminare alcuni nodi della filosofia delle scienze sociali e della filosofia politica. È qui che giunge a compiuta elaborazione il celeberrimo concetto popperiano di "falsificazione di una teoria" come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza. Un'opera che consente di capire come, pur fra discussioni talora vivaci, Popper costituisca un punto di riferimento essenziale per ogni visione non dogmatica della conoscenza umana.
Questa introduzione fornisce gli elementi-chiave per comprendere l'estetica e i compiti che essa si propone. Pur organizzati intorno a una serie di nozioni centrali per lo studio della disciplina, i diversi capitoli non trascurano di affrontare tutte le maggiori correnti dell'estetica - estetica filosofica classica, estetica come storia dell'arte, estetica analitica contemporanea né di evocare l'apporto degli autori classici, da Platone a Goodman, passando per Kant e Hegel. In modo innovativo l'autore sceglie inoltre di riferirsi, nella misura del possibile, a tutte le arti e non solo a quelle tradizionalmente privilegiate come poesia e pittura.
Operando distinzioni appropriate, ricostruendo teoreticamente, geneticamente e linguisticamente le idee di "bello" e "brutto", Bodei delinea i principali modelli della "costellazione della bellezza", così come si è venuta configurando nel corso dei secoli. Dal bello come idea di ordine, di misura e di armonia, al bello imponderabile che si esprime nella valorizzazione del gusto; dalle teorie e pratiche della bellezza finalizzata a uno scopo, alla rivendicazione della semplicità del bello, del bello come luminosità e folgorazione o del sublime. L'erosione degli ideali classici conduce infine al completo rovesciamento dei ruoli: il brutto diventa l'autentico bello e assume la parte del protagonista, anche se oggi, da vari sintomi, il suo trono sembra vacillare.