Una riflessione sulla ricerca sociale e sulle trasformazioni della società italiana di oggi: la nuova struttura dei ceti e delle classi, la trasformazione dell'industria italiana, la finanziarizzazione dell'economia, la crisi del ceto medio, il rapporto tra Nord e Sud, la funzione degli intellettuali. La storia recente della nostra società viene ripercorsa in questa intervista da uno dei suoi più attenti e appassionati osservatori, fino ad arrivare ai giorni nostri e alle profonde trasformazioni che il nostro paese sta vivendo. Sullo sfondo emerge la sfida per il pensiero e per l'azione posta da una società frammentata e complessa, che sembra sfarinarsi e sfuggire ai consueti strumenti interpretativi, richiedendo l'elaborazione di nuovi approcci e nuove categorie.
Per chi è stato scritto questo trattato? Per coloro a cui è realmente destinato, secondo i tempi in cui è stato composto. Steso come ultimo corso accademico per giovani sacerdoti destinati allo studio e all'insegnamento di Sacra Scrittura nel loro territorio, è stato completato anni dopo tenendo presente un pubblico genuinamente laico, ma interessato ai libri sacri del cristianesimo. Quindi il primo destinatario del mio discorso mi ha imposto una totale fedeltà al testo e alla dottrina che io stesso avevo ricevuto. Ma il secondo mi ha in qualche modo imitato ad essere verace e franco in tutto, e a porre a questo deposito della fede domande anche crude che solleva con spirito libero e critico ogni uomo di ragione. Per questo, restando fedele alla verità della mia religione, ho dovuto riconoscere spesso la sua affinità con la verità comune. Ma anche la più grande diversità e inconciliabilità, là dove era evidente. Sono quindi certo che potrà giovare agli uni e agli altri per la reciproca comprensione, e aprire la mente alle vie diverse con cui gli uomini giungono al bene, che è il fine comune».
Perché ci innamoriamo? Come si spiegano le nostre diverse reazioni di fronte all'arte, alla filosofia e alla religione? Perché i ricordi svaniscono? E dove nascono gli stereotipi etnici oppure la credenza nei fantasmi? Le innumerevoli domande sull'origine, la natura e il funzionamento della nostra mente finiscono spesso per perdersi nella vaghezza del mistero. Questo, invece, è un libro di risposte. Sfidando pregiudizi consolidati e demolendo teoremi un tempo indiscutibili, Steven Pinker ci guida alla scoperta dei più recenti progressi delle scienze cognitive e ricostruisce il programma straordinariamente complesso che rende possibili gli eventi della vita mentale che siamo abituati a dare per scontati: le meccaniche del pianto e del riso, dell'empatia e della percezione visiva. Facendo ricorso all'ingegneria inversa, che si interroga sugli scopi e l'organizzazione dei vari elementi che compongono una macchina, Pinker individua le funzioni alle quali la selezione naturale ha destinato la mente, un sistema di organi di calcolo che ha permesso ai nostri antenati cacciatori-raccoglitori di lottare, sopravvivere, prevalere. L'approccio di Pinker, uno dei più autorevoli studiosi di scienze cognitive, è rigoroso e multidisciplinare, spazia dalle neuroscienze alla biologia evolutiva compiendo efficaci e frequenti incursioni nelle discipline più disparate, come l'economia la psicologia sociale e la letteratura. Il risultato è una sintesi avvincente e monumentale - troppo ricca, esatta e pionieristica nei collegamenti e nelle conclusioni per essere ridotta a semplice divulgazione scientifica -, scritta con l'intelligenza, il ritmo e l'umorismo del grande narratore.
Le difficoltà della politica in Europa e nel mondo occidentale si sono moltiplicate per la grave crisi sociale degli ultimi due decenni, fino a mettere a rischio la stessa espansione della democrazia. Il paradigma liberista, che affida soprattutto al mercato la responsabilità della crescita economica e dell'inclusione sociale, si è rivelato profondamente inadeguato. In questo panorama appare sempre più indispensabile definire nuove linee politiche, al di fuori di schemi consumati, e individuare nuove iniziative capaci di raccogliere le attese di emancipazione e di speranza sociale che esprimono le generazioni più giovani e quelle più anziane. In questo dialogo tra Michele Dau e Stefano Fassina prende vita un percorso che si propone di offrire un progetto tanto complesso quanto indispensabile per scongiurare derive populiste o soluzioni antidemocratiche. La situazione del Paese è troppo grave e richiede una ricostruzione morale e intellettuale, oltre che sociale, di una sinistra non estremista, ancorata alla radicalità civile della Costituzione amata dagli italiani, e all'esigenza di attuarla con coerenza, incisività e determinazione.
Le lettere dell'Apostolo delle Genti lette e commentate, passo dopo passo, da Papa Francesco. Nelle parole del Pontefice torna attuale il dialogo costante di Paolo con le sue comunità, che vivono una quotidianità segnata da entusiasmi, problemi, contrasti. Ad esse l'Apostolo, generoso e impulsivo, forte e tenero al contempo, testimonia il segno indelebile lasciato nella sua vita dall'incontro con Gesù Cristo: l'incontro con la grazia. Un'occasione capace di trasformare, di rendere liberi, di mutare la debolezza in forza. Le sue comunità non sono diverse dalle nostre. Francesco invita così ogni uomo a riconoscere di essere chiamato all'esaltante e impegnativo compito di essere il portatore del tesoro della grazia di Dio nel vaso di creta delle proprie fragilità.
In questo dialogo brioso e colmo d'ironia, il critico letterario Filippo La Porta veste i panni dell'umanista un po' interdetto che non capisce l'economia e non se ne sente capito, mentre l'economista Mauro Scarfone illustra maieuticamente le fondamenta della sua anomala scienza. I due intellettuali ci fanno entrare in modo semplice e divertito nell'universo dell'homo "oeconomicus", chiarendo concetti-chiave dell'economia contemporanea che si trovano quotidianamente sui giornali e spesso risultano indecifrabili. Dallo sferzante confronto i lettori potranno acquisire molte informazioni utili su una delle scienze più importanti nella nostra vita.
Restituire alla storia di Francesco d'Assisi la sua assoluta attualità, liberarla dalle preoccupazioni dell'apologetica e dalle letture troppo accomodanti, tornare alla viva voce del Santo e di coloro che ne condivisero e ne raccontarono gli atti. Questo libro si offre come guida alla conoscenza di san Francesco, con un'attenzione particolare verso i lettori giovani e tutti coloro che intendono accostarsi alla sua figura andando oltre gli stereotipi che ne hanno stravolto o addomesticato il pensiero. I curatori propongono una selezione ragionata dei testi indicati tradizionalmente col nome di Fonti, che costituiscono la storiografia francescana delle origini. Nella prima parte del volume, accanto agli scritti di Francesco e alle testimonianze di Giacomo da Vitry, viene presentata integralmente la "Leggenda dei Tre Compagni", considerata la più importante delle biografie "non ufficiali". Nella seconda parte, le parole di Francesco, dei suoi confratelli e dei primi testimoni della sua vita sono invece organizzate per temi: fraternità, libertà, corpo, amicizia, pace, povertà. Così articolate, la vita e l'opera di questo "pellegrino e forestiero" del suo tempo giungono a noi intatte, rivelandocelo come il più sorprendente dei nostri contemporanei.
La religione rappresenta oggi un argomento di sfida che unisce le comunità, le polarizza, così come le disgrega e le frammenta. Cercare di comprendere le ragioni della religione e di ciò che la lega alla comunità significa penetrare nel magma confuso delle società contemporanee per iniziare il difficile compito di una loro decifrazione. Il potenziale etico delle religioni, che sembrava scomparso tra le maglie della secolarizzazione, torna oggi drammaticamente attuale con l'insorgere, nel dibattito delle società civilizzate, di antiche culture e tradizioni religiose. Qual è il compito del pensiero democratico di fronte a tali fenomeni? Alcune delle principali voci internazionali della filosofia della religione (G. Vattimo, Ch. Taylor, P. Nemo, G.E. Rusconi, P. Stagi, G. Filoramo, il card. Leumann, P. Coda, C. Ciancio, M. Nicoletti) sono state chiamate a esprimersi su questi interrogativi, dando vita a un volume in cui la cultura occidentale si confronta con quanto di più antico torna a visitarla: l'Estraneo.
A settant'anni dalla pubblicazione del Codice di Camaldoli, fonte essenziale per la rinascita democratica del Paese nel dopoguerra, questo libro offre un contributo per una «ripartenza» dei cattolici italiani nella società e in politica. Senza puntare a frettolose aggregazioni ma per individuare nuove piste di lavoro e possibili forme di presenza, alternative a fidanzamenti politici d'interesse, l'obiettivo degli interventi qui raccolti è di offrire spunti di riflessione per la ricostruzione morale, civile, politica ed economica dell'Italia e dell'Europa. Diviso in sezioni, il volume raccoglie i saggi di intellettuali attivi in diversi campi e affronta quelle che sono le questioni strategiche da risolvere per far uscire il Paese dalla crisi nella quale è stato precipitato: la Questione morale, la Questione politica, la Questione economica che ha generato una nuova pesantissima questione occupazionale e sociale, la Questione ambientale e infine la Questione educativa.
Nel 1517, cinquecento anni fa, Lutero affisse al portale della chiesa del castello di Wittenberg le 95 tesi sulle indulgenze che diedero l'avvio alla Riforma protestante. Appena tre anni dopo, pubblicò le altre due opere contenute in questo volume: De liberiate Christiana e De captivitate Babylonica Ecclesiae praeludium. Solo tre anni, ma il mondo era cambiato: Roma aveva pronunciato la sua condanna definitiva e Lutero esprimeva in modo virulento il proprio dissenso, rivendicando l'esclusiva necessità della fede e la sua libertà di cristiano di fronte a un papato esecrabile. La denuncia contro la Chiesa, la caccia al denaro, la corruzione della dottrina, il mercato delle indulgenze si affiancano a un concentrato di questioni teologiche tanto vaste da suscitare ancora oggi interrogativi profondi.
La felicità promessa dal progresso moderno è associata a un'esistenza priva di turbamenti, di inciampi, senza sforzo. Ma siamo proprio sicuri che questa sia felicità? Richiamando con emozione pensatori quali Johann Wolfgang von Goethe o Alexis de Tocqueville, Sigmund Freud o Max Scheler, Zygmunt Bauman riflette sulle cause sociali della felicità e dell'infelicità dei nostri giorni. Mentre il mercato consumistico produce clienti insoddisfatti, una strana malinconia pervade gli abitanti delle nostre democrazie. La solitudine, virus dell'era contemporanea, nutre il business dei social network, e intanto l'amicizia, l'amore e la necessità vitale di vivere assieme agli altri all'interno della polis comune che appartiene a tutti noi tendono a sparire. Bauman disegna il tragitto dell'essere umano che, fra destino e carattere, si muove alla ricerca della felicità. Se la felicità non è uno stato permanente, se è difficile definirne il contenuto - come insegna il pensiero filosofico, da Aristotele a Kant - una cosa è comunque certa: meglio essere felici che infelici.
Il 3 gennaio 1947 il presidente del Consiglio De Gasperi partiva per lo storico viaggio negli Stati Uniti in cui furono poste le basi dello schieramento ?occidentale? dell?Italia. Da parte americana il nostro era considerato solo un Paese sconfitto nella recente guerra, non certo un possibile protagonista della politica internazionale, ma De Gasperi riuscì ugualmente, vincendo molte resistenze da entrambe le parti, a fare accettare il suo disegno. Nel rapido evolversi della situazione mondiale, questa scelta rimarrà l?asse portante della politica estera italiana nel dopoguerra. Due anni dopo, De Gasperi volle e riuscì a portare nell?Alleanza Atlantica l?Italia, esclusa nell?iniziale impostazione del presidente degli Stati Uniti Truman; mancò però di valutare la posizione necessariamente subordinata cui il nostro Paese sarebbe stato destinato nel patto. Queste cruciali vicende vengono ricostruite sulla base di una scrupolosa e ampiamente citata documentazione, in parte inedita, come le carte personali di Eisenhower e Truman scoperte dall?autore ad Abilene (Kansas) e Independence (Missouri), e dei fascicoli custoditi negli archivi britannici e italiani.