«Non credo vi sia dubbio che Francesco e lo spiritualismo francescano rappresentino un punto di "crisi", cioè di passaggio, nella vita della cattolicità». Così Enrico Berlinguer, nel 1983, esprime il suo pensiero su san Francesco, in un'epoca di grande preoccupazione per i rischi di guerra nucleare. «Il secolo scorso è stato devastato da due guerre mondiali micidiali, ha conosciuto la minaccia della guerra nucleare e un gran numero di altri conflitti, mentre oggi purtroppo siamo alle prese con una terribile guerra mondiale a pezzi». Così il papa che ha preso il nome del santo di Assisi vede il mondo globalizzato di oggi. Questa sorta di trilogia si apre con un dialogo impossibile tra due grandi leader di epoche diverse, basato rigorosamente sui testi: "Pensieri lunghi". Ne viene fuori l'assoluta contemporaneità di molti aspetti del pensiero di Berlinguer e la grandezza rivoluzionaria delle parole e delle opere di papa Francesco. La trilogia si sviluppa con una versione rivista e aggiornata de "I ragazzi di Berlinguer. Viaggio nella cultura politica di una generazione", e poi con "L'evaporazione", prosecuzione della seconda parte, dedicata agli anni in cui Berlinguer non c'era più, che si interroga su come e perché è stato disperso il patrimonio della sinistra italiana.
Con questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1893, inizia la moderna storiografia francescana e prende forma la figura di san Francesco così come è giunta fino a noi. Singolare fusione di erudizione filologica, spirito evangelico, impegno civile e valore letterario, l'opera di Paul Sabatier scosse gli ambienti religiosi e intellettuali dell'epoca, ebbe un enorme successo e venne messa all'Indice dalla Chiesa. Per Sabatier, pastore calvinista, la predicazione e il percorso esistenziale di Francesco e dei suoi discepoli rappresentano l'evento più importante della cristianità dopo la venuta di Gesù. Ponendo l'accento sull'esperienza umana, a cominciare dal rifiuto della proprietà, Francesco viene riconosciuto come un profeta che trae la forza della sua testimonianza da una pratica religiosa lontana dalla gerarchia ecclesiastica e potenzialmente contrapposta ad essa. La sua figura, liberata dalla retorica sedimentata nei secoli, diviene così il simbolo e l'esempio di un cristianesimo legato al presente e, al tempo stesso, fedele alle sue origini. Prefazione di André Vauchez e Grado Giovanni Merlo.
Restituire alla storia di Francesco d'Assisi la sua assoluta attualità, liberarla dalle preoccupazioni dell'apologetica e dalle letture troppo accomodanti, tornare alla viva voce del Santo e di coloro che ne condivisero e ne raccontarono gli atti. Questo libro si offre come guida alla conoscenza di san Francesco, con un'attenzione particolare verso i lettori giovani e tutti coloro che intendono accostarsi alla sua figura andando oltre gli stereotipi che ne hanno stravolto o addomesticato il pensiero. I curatori propongono una selezione ragionata dei testi indicati tradizionalmente col nome di Fonti, che costituiscono la storiografia francescana delle origini. Nella prima parte del volume, accanto agli scritti di Francesco e alle testimonianze di Giacomo da Vitry, viene presentata integralmente la "Leggenda dei Tre Compagni", considerata la più importante delle biografie "non ufficiali". Nella seconda parte, le parole di Francesco, dei suoi confratelli e dei primi testimoni della sua vita sono invece organizzate per temi: fraternità, libertà, corpo, amicizia, pace, povertà. Così articolate, la vita e l'opera di questo "pellegrino e forestiero" del suo tempo giungono a noi intatte, rivelandocelo come il più sorprendente dei nostri contemporanei.
Il Cantico delle Creature di san Francesco non è soltanto l'espressione poetica dello stupore e della meraviglia di fronte alla bellezza e alle segrete corrispondenze del creato, o una lode rivolta a Dio Altissimo per e da diversi elementi del cosmo (sole, luna, stelle, vento...). Sono letture certamente valide, ma non esaustive. Composto da san Francesco sofferente e quasi cieco alla fine della sua vita, esso ne costituisce una sintesi e un inno. Tutte le grandi intuizioni e i grandi temi del suo itinerario umano e spirituale vi sono presenti. La sua intera storia vi rivive sullo sfondo. Ma tutto ciò si cela nelle forme apparentemente semplici di una canzone trobadorica. Attraverso un'attenta esplorazione delle fonti, il libro inette in luce le novità e l'estensione delle intuizioni presenti nel Cantico, che costituiscono i presupposti di un nuovo umanesimo, di una nuova cultura, fondati sull'idea della fraternità universale non solo tra gli uomini, ma tra tutte le espressioni del cosmo "come se fossero dotate di ragione". Un pensiero che non ha ancora esaurito la sua carica rivoluzionaria, come dimostra l'insegnamento e l'azione di papa Francesco che, scegliendo il nome del "poverello d'Assisi", se ne è fatto quotidianamente l'interprete più autorevole.
Restituire alla storia di Francesco d'Assisi la sua assoluta attualità, liberarla dalle preoccupazioni dell'apologetica e dalle letture troppo accomodanti, tornare alla viva voce del Santo e di coloro che ne condivisero e ne raccontarono gli atti. Questo libro si offre come guida alla conoscenza di san Francesco, con un'attenzione particolare verso i lettori giovani e tutti coloro che intendono accostarsi alla sua figura andando oltre gli stereotipi che ne hanno stravolto o addomesticato il pensiero. I curatori propongono una selezione ragionata dei testi indicati tradizionalmente col nome di Fonti, che costituiscono la storiografia francescana delle origini. Nella prima parte del volume, accanto agli scritti di Francesco e alle testimonianze di Giacomo da Vitry, viene presentata integralmente la "Leggenda dei Tre Compagni", considerata la più importante delle biografie "non ufficiali". Nella seconda parte, le parole di Francesco, dei suoi confratelli e dei primi testimoni della sua vita sono invece organizzate per temi: fraternità, libertà, corpo, amicizia, pace, povertà. Così articolate, la vita e l'opera di questo "pellegrino e forestiero" del suo tempo giungono a noi intatte, rivelandocelo come il più sorprendente dei nostri contemporanei.
Cosa faremmo, oggi, se Francesco d'Assisi bussasse alla nostra porta? Probabilmente non lo lasceremmo entrare, così come non capiremmo la sua scelta di seguire l'esempio di Cristo deviando dallo status quo, dall'accumulo del possesso, dalla protesta sterile. Il "no" che la nostra società oppone a san Francesco e a Gesù, mentre continua tuttavia a venerarne le immagini svuotate di significato, è il segno di una coscienza condivisa che inaridisce, di una mancanza di coraggio, anche solo per immaginare una realtà diversa. In queste pagine, scritte all'inizio degli anni Ottanta, la visione e l'attitudine di Bo rispetto al presente emergono nella loro interezza. Ce il critico militante, attento al valore della cultura come forza di cambiamento individuale e sociale, convinto che la letteratura debba essere "una guida e non un rifugio". E c'è il credente che avverte chiara la crisi della religione nel confronto con la modernità, ma non cessa di pensare che "il Cristianesimo è stato e resta la più bella delle tentazioni, la più pura idea dell'uomo, ciò che vorremmo attuare e non ci riesce perché ci manca l'obbedienza, l'amore per gli altri che annulla l'amore per noi stessi, il perdono".
Pur narrando le vicende di San Francesco d’Assisi, questo libro non si può definire una biografia vera e propria. E neppure un romanzo. È il racconto che nasce dall’incontro dell’autore con una figura e un’esperienza che non cessa di interrogare le coscienze. Nel rigoroso rispetto della coerenza storica e attraverso il continuo riferimento alle fonti, di Francesco vengono presentati l’intensa umanità, il suo profondo senso dell’altro, le ragioni della scelta di stare dalla parte dei deboli e dei perdenti e di abbracciare la povertà radicale come condizione per stabilire un rapporto con le cose spogliandole del valore d’uso di cui sono state rivestite per ricollocarle all’interno del loro disegno originario. La decisione di Francesco di vivere nell’aderenza letterale alle parole del Vangelo è descritta come fattore di “disordine”, di contraddizione tra l’imperativo dell’amore, che è fonte di libertà. E la rigidità della regola, come forma cosciente di “nuova follia per il mondo”.
Questa edizione è arricchita da una prefazione di Massimo Fusarelli, coordinatore nazionale per la formazione e gli studi dei frati minori.
Mario Bertin
È stato direttore editoriale di Città Aperta Edizioni. Ha pubblicato, tra gli altri, E decise di chiamarsi Joao (Ed. Gruppo Abete, 1996) e Salmo (Servitium, Sotto il Monte, 2001).