Questa nuova traduzione con commento integrale permette di ricostruire nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli i legami di Yeshua ben Yosef (Gesù) con l'ambiente ebraico d'origine, di risalire al contesto culturale e spirituale dell'ebraismo in cui viveva e in cui si è formata la prima Comunità. Nelle Lettere di Shaul/Paolo viene proposta un'interpretazione del pensiero e dell'opera dell'Apostolo in accordo con la più recente linea di studi paolini, secondo la quale Shaul non è un convertito ma un convertitore, la cui missione è inserire i pagani nella storia della salvezza. Esaminate nel quadro del loro contesto storico, profondamente segnato dall'oppressione romana e poi dalla distruzione di Gerusalemme e del Tempio, le Lettere apostoliche costituiscono un prezioso documento sulla vita delle prime Comunità messianiche, quando ancora non esisteva frattura tra ebraismo e cristianesimo. L'Apocalisse, affascinante per la ricchezza del suo simbolismo, ma concretamente ancorata alla drammatica situazione storica, non invita a una fuga dalla realtà o a un compromesso con il potere, ma, al contrario, esorta a restare in attesa della Venuta. Nuovo Testamento. Una lettura ebraica è un'opera scrupolosa che studia con serietà i testi cristiani per comprendere come l'antigiudaismo si sia inserito in scritti originariamente giudaici, è un contributo al futuro del dialogo ebraico-cristiano e al raggiungimento della pace per tutta l'umanità.
Shaul/Paolo ha avuto un'importanza tale che alcuni lo hanno addirittura considerato il vero fondatore del Cristianesimo. In questo volume viene proposta un'interpretazione del pensiero e dell'opera dell'Apostolo che è in accordo con la più recente linea di studi paolini, secondo la quale Shaul non è un convertito ma un convertitore. Egli viene chiamato ad essere profeta, vuole raggiungere i popoli fino ai confini del mondo e raccoglierli prima della venuta di Gesù alla fine dei tempi, che ritiene imminente. Indossate le vesti di un nuovo Geremia, Shaul svolge la sua missione per inserire i pagani nella storia della salvezza. Il suo compito è la conversione messianica delle genti nel breve tempo che resta.
Nato nel 1550 da una famiglia della piccola nobiltà abruzzese e destinato a diventare patrono universale dei malati, degli infermieri e degli ospedali, il giovane Camillo ha un'indole inquieta e focosa che per molti anni gli fa condurre un'esistenza disordinata, segnata anche da un'ulcera alla gamba che si rivelerà incurabile. Soldato di ventura, dilapida i suoi averi al gioco, lavora poi come manovale nel convento dei Cappuccini di Manfredonia, e qui finalmente si converte "sputando in faccia al diavolo". La vocazione per il soccorso materiale e spirituale dei più deboli lo porta a Roma, dove fonda la Compagnia dei Servi degli Infermi, che nel 1591 si sarebbe trasformata nell'Ordine dei Camilliani. In questo libro, il padre gesuita Cyril Charles Martindale traccia con precisione storica il profilo morale e religioso di Camillo e ne racconta la carità eroica, le opere e la dedizione instancabile negli ospedali, durante le epidemie e in tempo di guerra.
Esiste un "caso Roma"? Forse sì, ma non per i cronici guai di una capitale abituata a convivere con inefficienze e disfunzioni. Il punto è che oggi qualcosa sembra cambiare. Lo hanno notato i grandi giornali internazionali: la città che appariva caotica ha superato prove difficili, dal Giubileo 2025 alle grandi opere del PNRR, fino ai funerali di Papa Francesco e all’elezione di Leone XIV. Roma si è mostrata ordinata, logisticamente attrezzata, capace di reggere milioni di presenze e un’agenda di eventi globali. Il sindaco Roberto Gualtieri, dopo un inizio sottotono, ha saputo "connettersi" con i cittadini, giovani inclusi, grazie a uno stile comunicativo diretto e all’uso efficace dei social. La città attrae investimenti e riscopre fiducia nel proprio futuro. Ma restano criticità profonde: la burocrazia che soffoca, il nodo dei trasporti, la gestione dei rifiuti, il decoro urbano. Con precisione giornalistica, Paolo Conti racconta questa fase cruciale: luci e ombre di una rinascita possibile, tra speranze e rischi che riguardano non solo i romani, ma l’immagine stessa dell’Italia nel mondo. Prefazione di Ernesto Galli della Loggia.
La vittoria di Zohran Mamdani alle primarie democratiche per il sindaco di New York ha sorpreso tutti: trentatré anni, origini indiane, musulmano, nessuna esperienza politica significativa. Eppure è riuscito a battere Andrew Cuomo, uno dei nomi più potenti e controversi della politica americana, sostenuto dall’intero establishment democratico. Una vittoria clamorosa, che arriva in un momento cruciale: con Donald Trump alla Casa Bianca per il secondo mandato e un Partito Democratico in crisi d’identità, incapace di offrire una leadership credibile, New York diventa un laboratorio politico. Mamdani incarna la nuova sinistra americana, quella dei Democratic Socialists of America, che rifiuta i compromessi del centrismo e propone un’agenda esplicitamente egualitaria, attenta ai diritti sociali, alla redistribuzione e al welfare. La sua affermazione apre una domanda decisiva: si tratta di un caso isolato, limitato alle metropoli progressiste, o di un modello replicabile su scala nazionale? Nella sfida tra due visioni opposte - quella liberal e quella socialista - si gioca il futuro del Partito Democratico e, forse, della sinistra occidentale. Dall’esperienza di questo outsider potrebbe nascere una nuova via per un’America che cerca, ancora, una narrazione alternativa al trumpismo.
«L’esperienza cristiana del XXI secolo sarà mariana o non sarà». Con voce profetica, sulla scia di una celebre intuizione di Karl Rahner, Teresa Forcades ci offre una lettura teologica e biblica di Maria di Nazareth che sovverte in modo radicale lo stereotipo trasmesso da una secolare tradizione. Attraverso una reinterpretazione dei quattro dogmi mariani incontriamo una donna determinata, che sceglie liberamente di dare alla luce la Luce (Madre di Dio); che sa custodire uno spazio interiore irriducibile, non subordinato a rapporti di coppia o a ruoli sociali (Vergine); che è libera dal peccato, perché sa fidarsi e ama senza paura (Immacolata); che assume in corpo e anima la responsabilità di essere co-creatrice negli eventi del mondo (Assunta in cielo). Mettendosi in ascolto delle sue parole, Forcades rivela Maria come una delle figure più attive nei Vangeli. Non icona muta e passiva del sacrificio femminile, ma donna ostinata e caparbia, capace d’iniziativa e di discernimento personale, che prende parola e pone domande critiche, fa scelte scomode e canta di giubilo il suo Magnificat, simbolo di giustizia sociale; una donna libera, assertiva e umile, che si affida senza riserve a Gesù anche quando non lo capisce o le risponde in modo ruvido; una donna inclassificabile, che ci insegna il valore della queerness, cioè della possibilità che ciascuno di noi ha di de-essenzializzare le proprie identità imparando ad amare in piena libertà.
«Che cosa possiamo imparare da una dottrina sociale della Chiesa cattolica?» si domanda Robert Francis Prevost - l'attuale Papa Leone XIV - introducendo questo saggio del suo amico e fratello agostiniano John J. Lydon McHugh. Due nordamericani missionari in Perù ci riconsegnano dalle periferie del mondo un modo di avvicinare i problemi che può cambiare la percezione delle sfide cui è esposta la nostra umanità. Creare coscienza morale, sviluppare il senso critico, onorare la libertà: una via di ricerca e di azione che riaccende l'entusiasmo e unisce le generazioni.
Parlare di compassione oggi può sembrare ingenuo, in un mondo che mette continuamente in mostra la cattiveria umana. Ma cos’è la compassione? Un sentimento da coccodrilli già sazi della preda, o un lusso riservato a chi può permetterselo? Franco La Cecla rintraccia nella storia umana le tracce di una compassione che non si esaurisce nell’emozione, ma si traduce in un impulso all’azione: dalla Grecia dei retori all’India di Ashoka, nel III secolo a.C., dagli slum di Delhi ai rapporti di parentela nelle società indigene. Queste testimonianze, espressione di una visione della società fondata sull’urgenza di soccorrere l’altro, si contrappongono a logiche di violenza ed esclusione del vicino, dello straniero, di chi semplicemente "non è dei nostri". Mostrano però che sono esistite - e continuano a esistere - strade alternative alla crudeltà e al conflitto, dove la compassione nasce da pietà e indignazione, da un moto dell’anima che ci spinge a intervenire di fronte al dolore e all’ingiustizia, perché in essi riconosciamo il riflesso del nostro stesso volto.
Dove va la Chiesa? La complessità sociale e geopolitica suggerisce l'intreccio di più sguardi, ma è la vita stessa a chiederci di accostare diversi piani di lettura. Per molti versi imprendibile, la realtà contemporanea demolisce i sistemi chiusi e le pretese totalitarie che paiono invece imporsi. Vi sono soglie su cui esercitare una particolare vigilanza e margini che vengono al centro. Quello che tutti attraversiamo è un travaglio, per molti versi doloroso e violento, ma dal quale può nascere un mondo diverso e migliore. È un tempo di passaggi, in cui i cattolici possono giocare fino in fondo la comune partita. Un tempo per riconoscersi incompleti e scommettere su ciò che non separa, ma rinvia all'intero. Prefazione di Armando Matteo.
Il mito di Ulisse ci insegna che la ricerca umana di senso è guidata dall’intelligenza, nelle sue due declinazioni: νοῦς e μῆτις, intuizione e pratica. Dalla sinergia di queste facoltà sono nate le grandi invenzioni che segnano la nostra specie, a partire dalla «grande invenzione del linguaggio». Oggi però il linguaggio non sembra più una prerogativa esclusivamente umana: l’Intelligenza Artificiale, nelle vesti di ChatGPT e dei Large Language Models (LLM), ha introdotto una lingua computazionale che riconfigura in modo nuovo parola e pensiero. Paolo Benanti ci accompagna in una breve e suggestiva riflessione etica sul paradosso della tecnica, pur riconoscendone le potenzialità: questa estensione della nostra «naturalità artificiale» sembra infatti sempre meno orientata a mappare la realtà e sempre più propensa a confonderci. Muovendosi tra informatica, filosofia e spiritualità - da Turing a Searle, da Scheler a Jonas - Benanti avanza una proposta semplice ma dirompente, capace di restituire centralità alla dimensione umana. Recuperare oggi un «pregiudizio umanista» non significa infatti ripudiare il progresso, ma riaffermarne la sfida più autentica: vivere una vita buona e consapevole. L’intelligenza algoritmica deve tornare a essere uno strumento nelle nostre mani, al servizio della piena dignità umana. È alle università, oggi, che spetta il compito fondamentale di creare nuovi «paesaggi culturali», dove ritrovare il senso delle nostre creazioni e delle nostre vite.
Le storie sono ovunque: nei sogni, nella letteratura, nei dialoghi quotidiani. Le raccontiamo, le ricordiamo, le perfezioniamo. Dalla preistoria all’era digitale, siamo stati e restiamo «creature narrative», in cerca di emozioni e senso. Ma perché alcune storie ci commuovono, ci cambiano, ci restano dentro? Ogni narrazione è infatti un’esperienza emotiva che modella la nostra mente e le nostre relazioni. In questo libro ambizioso e sorprendente, Fritz Breithaupt indaga il legame tra il cervello umano e il pensiero narrativo, mettendo in dialogo neuroscienze, psicologia e antropologia. Attraverso un’ampia gamma di esperimenti - come un "telefono senza fili" tra più di 12.000 persone - Breithaupt mostra che il nostro cervello è calibrato per sentire e pensare attraverso il racconto. Dalle fiabe dei fratelli Grimm ai pettegolezzi d’ufficio, dai discorsi politici alle serie tv, ogni narrazione si rivela un laboratorio di emozioni che ci permette di provare empatia, affrontare i traumi, immaginare vite alternative. Un’opera capitale che invita a ripensare chi siamo e come pensiamo, a partire da una nuova concezione dell’essere umano: l’Homo Narrans.
Cos'è la materia? Una domanda che ha affascinato e tormentato alcune delle menti più brillanti del XX secolo: Max Planck, Albert Einstein, Niels Bohr, Erwin Schrödinger, Werner Heisenberg, Max Born, Wolfgang Pauli e Paul Dirac si sono infatti interrogati, confrontati e spesso scontrati, tra equazioni ed esperimenti, nel tentativo di decifrare l'essenza della realtà fisica. Da questa impresa è nata la meccanica quantistica, una teoria che rivela un universo microscopico governato dalla probabilità. Esito inaccettabile per Einstein, che rifiutò dunque le sue implicazioni filosofiche. A un secolo dalla sua prima formulazione completa, Giuseppe Mussardo ripercorre la storia di questa rivoluzione scientifica attraverso i suoi protagonisti e i suoi luoghi: dai silenziosi college di Cambridge alle scogliere di Helgoland, tra biografie degne di un romanzo d'avventura e lettere infuocate. Un racconto coinvolgente che rende omaggio a una stagione irripetibile della scienza.