Primi del Novecento, quartiere dell'Isola a Milano: una famiglia arriva dalla Lomellina, con un bambino piccolo. È Memore, che crescerà milanese fra il fumo dei treni e gli ideali di un'anarchia antica. Da Bolvedro sul lago di Como arriva invece Francesco, che diventerà frate Giulio. Due percorsi opposti, un legame che diventa indissolubile per via di un drammatico evento. La loro amicizia si dipana negli anni, sullo sfondo dell'Italia fascista, delle leggi razziali, della guerra e del fumo delle vecchie "bestie": le locomotive a vapore. Un giorno un nipote di Memore, nato a Buenos Aires, è a Milano alla ricerca di luoghi e storie della sua famiglia, e sbarca all'Isola. Il vecchio quartiere popolare, un tempo abitato da ex contadini della Lomellina, operai, ferrovieri, oggi la nuova "Manhattan" milanese coi grattacieli che svettano. Ma che al centro ha sempre la vecchia trattoria da Tomaso. La storia di un'amicizia milanese, il racconto pieno di saudade di una Milano che sembra non esserci più ma che invece semplicemente si trasforma, ricorda con affetto il passato e guarda con ottimismo al futuro.
Un romanzo che fa rivivere 70 anni della storia di Gerusalemme e del suo popolo. Sul background, che è fedele ai fatti storici, si sviluppa con maestria un efficace plot narrativo. L’ebreo Beniamino, raccontando la sua vita e quella della sua famiglia, parla anche di tutte le vicende storico-politiche che portarono alla presa di Gerusalemme da parte dei Romani nell’anno 70 d.C. La famiglia, la crescita, l’amore, il sesso, il culto e le celebrazioni liturgiche, gli ebrei, gli zeloti, i cristiani e la strana sparizione di un mantello dal Tempio: questi e tanti altri i temi trattati in poco più di cento pagine che si leggono d’un fiato.
Sul filo della memoria e della nostalgia, Torelli chiama a raccolta le “battute” che il tempo e le occasioni hanno prodigato. Ne nasce quello che l’autore definisce un “teatrino di carta”, perché il lettore possa trarne qualcosa di più del semplice diletto. Lo stile inconfondibile di Torelli, “artigiano della parola”, si fonde con una riflessione ricca di sapienza sulla vita umana.
"Sono giornalista e ho un lungo sodalizio con gli aeroplani. I ricordi delle cose viste e sentite mi sono sempre stati compagni di rotta. Una certa notte, nella quiete azzurrata di un jet di linea, la Memoria s'è messa lungamente a raccontarmi storie su storie che qui rimetto in scena perchè l'accorto lettore (non si sa mai) voglia trarne qualcosa in più del diletto".
Dalla quarta di copertina
Natale e il "classico" per eccellenza, forse l’ultimo in quest’epoca post-moderna. Un appuntamento al quale nessuno si sente ancora di poter mancare.
E anche Giorgio Torelli nella veste di grande cultore di ricordi e, quindi, di Natali, fa riaffiorare in questo libro dal sapore semplice e antico, gli incontri, le facce, i ricordi e gli "effetti" che il Natale suscita nell’animo di tutti noi.
Appuntamenti con il Bambin Gesù, nei posti più disparati, nelle circostanze più strane ai quali ognuno si sente di non mancare, anche se a volte… arriva un po’ in ritardo.
Si tratta di un romanzo che narra delle disavventure di un archeologo italiano in fuga da un emirato arabo, in quanto ritenuto implicato in fatti di spionaggio e di terrorismo, negli anni immediatamente successivi alla prima Guerra del Golfo (1991). La vicenda offre il pretesto narrativo per esplorare il pianeta della violenza degli uomini a cagione della diversità ideologica e dei conflitti di civiltà. Il doppio registro usato nel libro, anche a livello grafico, tra narrazione ed esplorazione interiore, permette differenti approfondimenti sulle problematiche dei rapporti fra fede religiosa e libertà, cristianesimo e islam, Oriente e Occidente.
Margherita da Cortona nasce nel 1247 a Laviano, un paesino a mezza strada fra Montepulciano e Cortona e viene proclamata santa nel 1728 da Benedetto XIII. La vita di questa donna è stata particolarmente avventurosa e travagliata e l’autrice con competenza e stile narrativo ricostruisce il susseguirsi degli eventi. La fuga d’amore a soli 16 anni per congiungersi in matrimonio con il nobile Arsenio Del Pecora, Signore di Montepulciano, con cui vivrà nell’agiatezza per meno di un decennio e avendo da lui un figlio. In seguito alla tragica morte del suo compagno, viene scacciata dai parenti e sceglie di diventare terziaria francescana, finisce per stabilirsi in eremitaggio alla Rocca sopra Cortona, fino alla morte che la raggiunge nel 1297. Curzia Ferrari attinge nella sua ricostruzione oltre che dalle notizie storiche, dalla “legenda” ecclesiastica ufficiale, scritta da Fra Giunta Bevegnati, confessore di Margherita e sua guida spirituale, da queste informazioni cerca di delineare il carattere, la figura, la psicologia di Margherita, inserendola nel contesto storico-sociale in cui è vissuta.
Questo libro è frutto dell'incontro fra due scrittori di razza (l'autore e Gold, al secolo Luca Goldoni, amico di sempre), si incontrano e decidono di scrivere un libro a due mani. Sono scintille. Di ricordi, di passioni, di amicizia. Un collage di fatti e volti incastonati nella memoria dei due protagonisti che nella circumnavigazione della vita hanno spesso incrociato le loro orbite per seguire la curiosità dell’uomo e quella del giornalista vero. Due amici a colloquio con se stessi in un dialogo sincero e a tratti intimo, che affidano all’amico libro le confidenze di tutta una vita.
Un libro voluto e costruito dallo stesso Santucci che scelse di “dipingersi” ai posteri scegliendo i brani più significativi e illuminanti delle sua produzione letteraria. A cinque anni dalla scomparsa (23 maggio 1999) questo libro rivela ciò che il grande autore milanese aveva più a cuore, restituendoci a pieno il suo percorso di uomo e di scrittore mai separato dalla sua anima di credente. La bibliografia completa e un ampio saggio introduttivo di Gianfranco Ravasi completano quest’opera unica e significativa.
"Non c'e azione più spregevole che leggere libri e raccontare storie inventate: questo è il dettato pedagogico di molti dirigenti scolastici come il signor Gradgrind dei "Tempi difficil" di Dickens. Eppure enorme è il valore delle storie e dell'incanto che esse producono: racchiudono la capacità di inventare altri mondi; ampliano la fantasia; estendono la conoscenza; eccitano la curiosità; conservano, tramandano, rinnovano la memoria." Giuseppe Pontremoli è nato a Parma nel 1955. È maestro elementare a Milano, si occupa di lettura, di racconto orale, di letteratura per l'infanzia, di rappresentazioni dell'infanzia nella letteratura, di problemi educativi, collaborando a varie riviste. Ha scritto saggi, poesie e romanzi per ragazzi.
Romanzo avvincente ambientato nel medioevo.
Narra il viaggio difficoltoso che ha percorso il chierico Reginaldo partendo dall’Abbazia di Novacella (Bressanone) per arrivare in Umbria e conoscere S. Francesco d’Assisi.
Il viaggio intrapreso è anche percorso interiore volto alla ricerca di Dio e del vero cristianesimo. Sulla strada per Assisi, Reginaldo diventa protagonista e testimone di moltissime avventure fino ad incontrare il suo "ultimo nemico", un sicario, che lo consegnerà alla morte. Moribondo, farà comunque in tempo a vedere S. Francesco e a comprendere la vera natura di Dio.
“Solo uno scrittore di razza può arrischiarsi a scrivere della propria madre” diceva Papini. Gianfranco Svidercoschi si è cimentato nell’impresa di raccontare – in questo libro lieve ed essenziale - l’avventura umana di sua madre. E la racconta così come l’ha vissuta, o almeno come la ricorda.
Una storia molto semplice, straordinaria per la sua normalità. Una storia comune a tante donne che silenziosamente hanno portato e continuano a portare sulle spalle – e nel cuore – le sofferenze, le contraddizioni e le gioie della vita. In queste pagine intense e tenere ogni donna e ogni uomo possono specchiarsi. E ritrovarsi (dalla IV di copertina).