L'interpretazione razionalistica del mito, operata dall'illuminismo greco, segnò l'evoluzione occidentale e produsse una ferita nella cultura occidentale non ancora rimarginata. Vernant è lapidario: "Fra mythos e logos la distanza è ormai tale che non c'è più comunicazione; il dialogo è impossibile, la rottura compiuta". L'inesorabile estenuazione del mito sotto i colpi della indagine storico-critica attualmente è meno solida e sembra vacillare perché anche noi occidentali non siamo immuni dal "mito del dato", che si radica nella stessa ragion critica. Ogni verità infatti è sempre una credenza di verità, resa plausibile dal suo contesto culturale e dall'uso. Più che di verità finale e unica bisogna parlare di "programmi di verità" determinati dall'ambiente sociale. L'errore più frequente nel leggere i miti è decontestualizzarli e inserirli in un altro mondo mitologico. Ogni mitologia promana da un immaginario collettivo contestualizzato: i Greci antichi dal loro, noi dal nostro, per cui non si può demitizzare la cosmologia greca o biblica a partire dalla cosmologia scientifica galileiana. Non è solo un errore di prospettiva, ma va a interferire con la produzione della conoscenza, che è sempre una mitologizzazione, fosse anche dettata dal metodo scientifico induttivo. Questa acquisizione è rivoluzionaria e stenta a farsi strada nell'epistemologia neo-positivista sempre in auge...
Le problematiche discusse in questo volume intendono riportare l'attenzione sul "nervo scoperto" del sacro. Il dibattito pubblico al riguardo ormai coinvolge un po' tutti: il mondo laicista del naturalismo scientifico ostile al sacro, la scienza religionista accusata di imporre al mondo un modello religioso impertinente, le chiese cristiane d'occidente malate di etnocentrismo epistemologico sulla religio vera, l'individualismo rivolto alle pratiche terapeutiche del benessere, le tradizioni religiose custodi di antiche rivelazioni. Un libro per indagare il modo in cui l'inatteso protagonismo delle nuove religioni ha smentito la previsione di un imminente tracollo del sacro, mentre il modello secolarizzato sembra sempre più in difficoltà nell'imporre il paradigma di un mondo senza Dio.