Da settecento anni la stella di Dante continua a brillare alta nel firmamento degli «spiriti magni» del nostro paese e della cultura occidentale. Con piglio magistrale, Marco Santagata racconta il grande poeta fiorentino attraverso le donne che egli conobbe di persona o di cui sentì parlare, e che ne accompagnarono l'intero cammino. Si avvia così un autentico carosello di figure femminili: donne di famiglia, dalla madre Bella alla moglie Gemma Donati e alla figlia Antonia, che si farà monaca col nome di Beatrice; donne amate, prima fra tutte il suo amore giovanile, la Bice Portinari trasfigurata nella Beatrice della «Vita Nova» e del «Convivio», e poi angelicata nel Paradiso; infine le dame e le gentildonne del tempo, come Francesca da Rimini e Pia de' Tolomei, che pure trovano voce nelle cantiche della «Commedia». Lasciamoci allora guidare da parole e immagini alla scoperta anche delle zone d'ombra della biografia del poeta e vedremo dipanarsi uno straordinario, fitto garbuglio di vita vissuta e creazione letteraria.
La poesia amorosa del Medioevo viene spesso considerata una lirica fortemente codificata, basata sulla ripetizione e la variazione di situazioni e dichiarazioni sentimentali fisse, stereotipate. Questo saggio si propone invece di mostrare come sia non solo possibile ma doveroso forare lo schermo del formalismo e della stereotipia medievali e affermare con forza che la poesia amorosa di quell'epoca prima ancora che con la letteratura dialoga con la vita. Intende dunque scoprire e valorizzare i segnali che rimandano al sostrato autobiografco dei poeti e a quello biografico delle donne da loro celebrate. Segnali che mostrano come molto spesso, al di là della sincerità e realtà dei sentimenti da loro cantati, le donne delle poesie siano donne in carne e ossa, con una loro biografia e una loro presenza fsica. Segnali che, contemporaneamente, mostrano come il vissuto dei letterati si insinui nel dettato poetico molto più spesso di quanto comunemente si creda.
Si dice comunemente che le parole con le quali parliamo d'amore se sono sincere vengono dal cuore, ma si potrebbe anche dire, con altrettanta verità, che vengono dai libri e, in particolare, da un libro che da sette secoli in qua ha insegnato a tutti gli amanti d'Occidente a esprimere quel che hanno, per l'appunto, "nel cuore". Questo libro è il "Canzoniere" di Francesco Petrarca. Ma quale storia si cela dietro le sue straordinarie pagine? Nel 1348 in Europa infuria la peste, che mieterà un terzo della popolazione. Tra le sue vittime c'è Laura, la donna-musa alla quale da oltre vent'anni Francesco Petrarca dedicava poesie d'amore. Per reagire a questo clima di lutto e desolazione, oltre che a un profondo tormento interiore, il poeta aretino concepisce un progetto audace, un'autobiografia ideale dove si intrecciano realtà e finzione, e lo realizza con un'opera che costituisce una novità assoluta nel panorama della letteratura medievale: un libro di poesie sotto forma di romanzo che racconta l'appassionante storia d'amore fra un uomo e una donna. La rilettura di Marco Santagata, da un lato ci fa riscoprire l'inesauribile bellezza di un'appassionata storia d'amore che è stata per secoli l'archetipo della poesia amorosa, dall'altro ci rende familiare ed empaticamente riconoscibile la tormentata figura di chi quella storia ha in parte vissuto e in gran parte immaginato, con un carico di emozionalità che da allora la lirica europea ha portato sempre con sé.
L'Inferno, la cantica della Divina Commedia in cui la poesia di Dante tocca spesso le sue vette più alte, è un universo meraviglioso, illimitato e complesso nel quale, oggi forse più che in passato, è pressoché impossibile addentrarsi confidando solo nella propria capacità di orientamento. Senza un'adeguata carta topografica e una bussola efficiente, si rischia di smarrire presto la strada, come nella selva oscura che apre il poema e lo domina con la sua incombente presenza e la forza del suo valore simbolico. Il libro di Marco Santagata è il racconto, in una prosa scorrevole, coinvolgente, priva di tecnicismi, del viaggio ultraterreno di Dante, e insieme la guida teorica e pratica che fornisce gli elementi indispensabili per apprezzare i riferimenti alle vicende e all'identità dei personaggi che popolano i trentaquattro canti dell'Inferno. E, soprattutto, rivela e rende accessibile al largo pubblico l'inestimabile tesoro di emozioni, sentimenti e pensieri nascosto "sotto '1 velame de li versi strani". Come un premuroso Virgilio dotato di una profonda conoscenza del testo dantesco, Santagata accompagna passo passo il lettore alla scoperta del tenebroso mondo infernale, illuminando ogni recesso di quella voragine che si creò quando Dio scagliò dal Cielo l'angelo ribelle Lucifero, e la Terra, per non essere toccata dal suo corpo immondo, si ritrasse nell'altro emisfero.