Il cambiamento d'epoca che attraversiamo, coinvolge pienamente il vissuto e il pensiero morale, in primis ecclesiale, sia per le persistenti sfide che l'insorgenza di nuovi problemi e connessi orizzonti pone, sia per l'acuta urgenza di nuove forme riflessive anche teologico-morali. Un momento delicato di questa transizione è l'intenso e decisivo dialogo intercorso nel postconcilio tra il Magistero e la teologia morale, che qui si cerca di seguire nel rispetto puntuale delle differenziate valenze e nel marcato sviluppo delle rispettive posizioni. È questo un locus per le prospettive identitarie future sia della disciplina teologica come dell'autentico insegnamento ecclesiale, oltre che per la presenza coerente e locutoria nella contemporaneità della fede cristiana. Il testo cerca di delineare una fruttuosa visitazione di questa complessità, senza fallaci semplificazioni, per muovere da un'impasse improduttiva, ben oltre una sommaria teologia del Magistero.
Il volume riprende un tema centrale della riflessione teologico-morale, specialmente oggi, quando soggettivo e oggettivo sono in forte tensione e discussione e quando la loro possibile devoluzione è rischio reale e prossimo, in ambito ecclesiale e non. Il cammino riflessivo prevede cinque momenti, assegnati ai cinque capitoli. Il primo momento offre due premesse importanti per ogni discorso teologico-morale, specialmente quello che verte sulla coscienza morale: l'epistemologia e l'antropologia, il porsi e lo sviluppo dell'etica teologica come scienza e il delinearsi attuale del profilo antropologico. Il secondo momento introduce al tema specifico della coscienza morale nel suo collocarsi nella cultura e nella riflessione contemporanea occidentale. Si presentano alcuni tratti rilevanti: il soggetto autoreferenziale; la rilevanza o meno del riferimento religioso; il confronto con la cultura dell'efficienza e del risultato; il realismo di una praticabilità possibile del bene morale. Col terzo passo poi si accede al tema delicato della identità della coscienza morale a partire dalla sua dignità umana, che risiede nella capacità di sé dell'uomo e che ne esige la sostanziale libertà e ne riconosce la centrale titolarità. Si affronta poi il rapporto delicato con la verità morale, riconoscendo la soggettività, ma non il soggettivismo di questa. Si accenna alla novità del magistero di papa Francesco. Nel quarto momento, la biografia della coscienza morale si cimenta, brevemente, con l'intento formativo. Il mondo emotivo vi preme con la sua diversificata influenza, la cui decifrazione seppur ancor oggi nodale conosce momenti faticosi e talora sofferenti di impostazione e realizzazione. Vi è poi la trattazione della cura personale, comunitaria e cristiana della coscienza morale, a livello sia teorico sia pratico. Nel quinto capitolo si offre una trattazione dello specifico cristiano della coscienza morale cioè la sua novità a partire dalla persona del Cristo incarnato, morto e risorto nella vita e nella storia dell'uomo. Questa novità non può non avere il suo culmine nella Pasqua del Cristo, dove si ha il fondamento cristico della morale cristiana. Nella consegna dello Spirito del Risorto, che inabita nel nuovo cuore del credente, si ha la dimensione pneumatologica e carismatica della morale cristiana, condicio sine qua non di una teonomia non eteronoma, ma autonoma. La dimensione ecclesiale come comunione di vita morale qualificata è la 'convivenza' della coscienza morale credente.
Il volume raccoglie alcuni studi, sia di riflessione teologico-morale sia di concreta prassi pastorale e ministeriale, che cercano di elaborare un percorso coeso e coerente al senso e al contenuto del ministero sacramentale della Riconciliazione.
Si muove da una delineazione del vissuto post-moderno in cui il penitente vive e da cui decifra l’esperienza del proprio peccato e della propria penitenza e conversione, affrontando alcuni nodi specifici come l’esercizio della coscienza morale e come la rivendicazione di prassi discutibili e discusse. Succede poi un capitolo che riprende una tematica nodale nella prassi ministeriale sacramentale, quella della coscienza morale e della sua formazione nelle coordinate intellettuali e culturali odierne, segnate dalla giusta rivendicazione di una coscienza che sia veramente la propria e non coniugata in modo impersonale. Il terzo capitolo riprende una problematica molto attuale e molto discussa a livello teologico e soprattutto pastorale, la possibile assoluzione dei fedeli divorziati risposati, tenendo in conto quanto la recente esortazione apostolica Amoris laetitia ha offerto circa il discernimento del bene possibile operato dalla coscienza morale. Fa seguito un capitolo sul senso del segreto confessionale, precisato nel suo oggetto e nei suoi soggetti. Termina il volume un capitolo sul rapporto tra confessione e direzione spirituale. È una questione che ha interessato e interessa non solo la teologia morale-spirituale, ma anche la prassi di molti sacerdoti, mentre esula l’esercizio della direzione spirituale operata da parte di laici, consacrate o consacrati non ordinati. Una distinzione sembrerebbe doversi porre, anche per i diversi obblighi concernenti l’una e l’altra.
Carlotti Paolo è ordinario di Teologia morale fondamentale nella Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana, dove dal 2017 è direttore dell’Istituto di Teologia dogmatica e dal 2018 vicerettore. è docente invitato in diversi Centri universitari e consultore presso la Congregazione delle cause dei Santi.
Tra le sue recenti pubblicazioni: La teologia della morale cristiana (2016) e La morale di papa Francesco (2017); La teologia morale italiana e l’Atism a 50 anni dal Concilio: eredità e futuro (2017) e Identità e differenza sessuale. Il gender e la teologia (2018).
Il giornalismo è collocato all'interno della società e in quanto tale non può non rispondere a delle leggi e norme che ne definiscono gli ambiti e le responsabilità. Da qui il forte significato civile e sociale di questa attività. Il giornale non può non avere regole di gioco la cui osservanza ne fa crescere la valenza civile ed estetica.
Anche l'apprendimento del "mestiere" di giornalista non esce da questa logica: giornalisti non si nasce né si diventa smanettando tecnologie.
Lo sviluppo umano integrale è la categoria, sintetica e prospettica, prescelta dalla prima enciclica sociale di Benedetto XVI per la tematizzare, per il XXI secolo, la Dottrina sociale della Chiesa intesa come Caritas in veritate in re sociali. In innovativa continuità col magistero conciliare, specialmente della Gaudium et spes, l’enciclica punta ad una teologia di questo sviluppo come irrinunciabile apporto specifico della fede cristiana alla costruzione di un mondo buono e giusto, nel rispetto convinto e convincente della consistenza propria di ogni realtà terrestre. L’acme di quest’apporto è il nuovo credito e il nuovo spazio richiesto, nell’economia e nella politica, in nome dell’essere e del vivere personale ed interpersonale di ogni uomo e dell’intera umanità. È qui il raccordo con l’ineludibile istanza etica, che assuma e svolga il progetto non un’etica qualsiasi, ma di una autentica “etica amica” della persona, naturalmente nella verità.
L’indicazione conciliare dell’Optatam totius prospetta una nuova figura di teologia morale, il cui tema generatore è appunto l’altezza della vocazione dei fedeli in Cristo. Questo incremento ermeneutico, insieme ad altri, sotto più di un risvolto, interessa l’insieme delle articolazioni, formali e materiali, di quell’unica scienza che è la teologia. Il nuovo rapporto tra due di queste, cioè tra la teologia morale e spirituale, è nel presente volume esplicitamente a tema, seguito e rivisitato in alcuni ambiti specifici, quali la riflessione sullo Spirito Santo, la rilevanza etico-spirituale del metodo teologico, l’esperienza della lectio divina. L’abbandono di una prevalente figura minimale ed amartiocentrica dell’etica cristiana e la contestuale prospettazione della sua eccellente altezza interpellano nuovamente il consolidato rapporto tra le due discipline, così invitate ad un certo ripensamento epistemologico, per sovvenire ad una situazione, percepita con crescente disagio.
Il volume presenta tre tematiche attuali, scelte e indagate come l'occasione propizia per la verifica e per l'incremento dell'ermeneutica teologico-morale nel settore specifico della bioetica. Questa nuova disciplia, infatti, regista il confluire di differenti approcci di natura disciplinare diversa e conosce nello stesso tempo un forte pluralismo concettuale all'interno del paradigma morale. L'accorto riconoscimento della portata dei singoli "interventi", è premessa per una chiara comprensione della natura stessa della bioetica, a fronte di un suo stato ancora esposto a fraintendimento, sia per la presenza di un "disordine" interdisciplinare, sia per il mancato riconoscimento dell'insufficienza dell'argomentazione etica.