"Figli di Dio nel mondo" è un manuale di antropologia teologica strutturato in quattro parti. La prima tenta di chiarire il legame tra teologia, filosofia e scienza nei riguardi dell'uomo, e stabilisce il principio base del testo, enunciato dalla Gaudium et spes 22, "Cristo svela l'uomo all'uomo". La seconda parte studia la dottrina della grazia nelle varie fasi della storia della teologia: nella Sacra Scrittura, nella patristica (soprattutto in sant'Agostino), nel Medioevo, durante la Riforma protestante e nella modernità. La terza parte del trattato, che è quella centrale, espone in modo sistematico la dottrina della grazia nel battezzato come presenza vivificante di Dio nell'uomo, con cui questi diventa figlio di Dio, fratello, amico e discepolo di Gesù Cristo, tempio dello Spirito Santo. Qui è considerata anche la dinamica delle virtù teologali, la relazione tra grazia e libertà umana, e il ruolo della Chiesa e dell'apostolato cristiano nella comunicazione della grazia. L'ultima parte considera diversi aspetti filosofici della vita dell'uomo alla luce della rivelazione divina: l'unione anima/corpo, l'uomo come essere libero, storico, sociale, sessuale, lavoratore. Infine si considera l'uomo come persona, il contributo più prezioso che il cristianesimo abbia dato al pensiero umano.
Che cosa è l'uomo? Come deve comportarsi? E come deve trattare gli altri, uomini uguali a lui? Sono domande che sorgono spontaneamente a cui siamo tentati di rispondere in modo facile, rapido, superficiale. Ma il credente sa che la sua identità e il suo destino vanno più in là di se stesso, perché Dio l'ha creato a sua immagine e somiglianza. Come ha affermato Papa Francesco, "Dio è colui che ti anticipa". La grazia entra in una profonda simbiosi con la libera e responsabile risposta dell'uomo, una risposta che coinvolge tutto l'uomo, spirito e corpo, intelletto e volontà, storia e destino eterno.