Data di pubblicazione: Gennaio 2023
Codice: 9788880712817
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I cinque poemi che compongono il Libro delle Lamentazioni formano un'opera letteraria unitaria e, di conseguenza, i singoli poemi devono essere letti seguendo il filo che li unisce. Anche se è possibile che all'origine dei poemi non vi sia un solo autore e soprattutto che l'autore del capitolo 3 possa essere diverso dall'autore degli altri capitoli, l'opera, come ora si trova nel Canone biblico ebraico, presenta un marcato carattere unitario determinato dall'uso della medesima forma metrica (la qinah, "lamentazione"), dal linguaggio e dalla riflessione sul tema tragico della caduta di Gerusalemme. Lo stesso autore del terzo poema, che è in stretto contatto con la scuola di Isaia, potrebbe essere il curatore della redazione finale del libro. È comunque significativo che le questioni lasciate aperte nel Libro delle Lamentazioni abbiano trovato risposta nel Libro di Isaia, in particolare nei capitoli 40-54. Il Libro di Isaia, nella seconda parte, fornisce una risposta all'aspirazione alla sopravvivenza così evidente nel Libro delle Lamentazioni anche avvalendosi delle stesse formulazioni verbali. Molti rabbini e alcuni esegeti moderni hanno notato una somiglianza di linguaggio e di temi tra il Libro delle Lamentazioni e la parte del Libro di Isaia comunemente attribuita a un anonimo profeta dell'esilio, chiamato Deutero-Isaia, in particolare nell'invito «Consolate, consolate il popolo mio, dice il tuo Dio» (Is 40,1), ma quasi mai e solo in modo indiretto hanno sostenuto che ci sia un vero rapporto tra i due testi.
I cinque poemi che compongono il Libro delle Lamentazioni formano un'opera letteraria unitaria e, di conseguenza, i singoli poemi devono essere letti seguendo il filo che li unisce. Anche se è possibile che all'origine dei poemi non vi sia un solo autore e soprattutto che l'autore del capitolo 3 possa essere diverso dall'autore degli altri capitoli, l'opera, come ora si trova nel Canone biblico ebraico, presenta un marcato carattere unitario determinato dall'uso della medesima forma metrica (la qinah, "lamentazione"), dal linguaggio e dalla riflessione sul tema tragico della caduta di Gerusalemme. Lo stesso autore del terzo poema, che è in stretto contatto con la scuola di Isaia, potrebbe essere il curatore della redazione finale del libro. È comunque significativo che le questioni lasciate aperte nel Libro delle Lamentazioni abbiano trovato risposta nel Libro di Isaia, in particolare nei capitoli 40-54. Il Libro di Isaia, nella seconda parte, fornisce una risposta all'aspirazione alla sopravvivenza così evidente nel Libro delle Lamentazioni anche avvalendosi delle stesse formulazioni verbali. Molti rabbini e alcuni esegeti moderni hanno notato una somiglianza di linguaggio e di temi tra il Libro delle Lamentazioni e la parte del Libro di Isaia comunemente attribuita a un anonimo profeta dell'esilio, chiamato Deutero-Isaia, in particolare nell'invito «Consolate, consolate il popolo mio, dice il tuo Dio» (Is 40,1), ma quasi mai e solo in modo indiretto hanno sostenuto che ci sia un vero rapporto tra i due testi.