L'Autore desidera aiutare il lettore a mettersi in cammino verso la riconciliazione con Dio, riscoprendo un Dio che dona protezione e amore.
Molti cristiani fanno fatica a credere. Genitori, insegnanti o rappresentanti della chiesa hanno instillato in loro un’immagine di Dio negativa. Una spiritualità moralistica, da una parte, o una serie di comportamenti ipocriti o riprovevoli, dall’altra, li hanno delusi se non indignati, offuscando il loro stesso rapporto con Dio. Grün desidera aiutare queste persone a mettersi in cammino verso la riconciliazione con Dio, riscoprendo un Dio che dona protezione e amore.
Descrizione
Molti cristiani fanno fatica a credere in un Dio misericordioso. Per moltissimo tempo hanno incontrato dei rappresentanti della chiesa duri e moralisti e si sono dovuti confrontare, nell’educazione religiosa impartita da genitori e insegnanti, con un’immagine negativa di Dio.
Alcuni, a questo punto, si distaccano completamente da Dio. Altri invece anelano a sentire la sua presenza nella vita.
Anselm Grün desidera aiutare queste persone a mettersi in cammino verso la riconciliazione con Dio e con le loro immagini del divino. Grazie a questo percorso, scopriranno un Dio che dona protezione ed amore.
Questo libro, arricchito da molti esempi concreti, insegna a decifrare i nostri sogni come "linguaggio dimenticato di Dio". I sogni hanno una grande rilevanza per la nostra vita. Non ci indicano solamente come stiamo e che passi dobbiamo compiere sulla strada della maturazione e del cambiamento. Possono anche essere delle guide alla consapevolezza interiore e - come linguaggio segreto di Dio - trasformarsi in luogo di esperienza profonda.
Questo libro ci apre alla domanda più antica dell'essere umano: "O Dio, chi sei?". Anselm Grün, uno degli autori di spiritualità più significativi dei nostri giorni, e Wunibald Müller, celebre psicologo di vasta esperienza, parlano in maniera estremamente autentica e coraggiosa delle loro esperienze con Dio. Con grande sincerità trattano anche dei dubbi, delle paure e delle preoccupazioni. Dio non è un "ammorbidente", non è privo di contorni precisi. Ci mette a confronto anche con gli ambiti oscuri della nostra anima. Solo così, alla sua luce, possiamo crescere e maturare. "Non avanziamo la pretesa di sapere, su Dio, anche soltanto un po' più degli altri. Non rivendichiamo nemmeno di essere in possesso della verità, quando si tratta di Dio. Abbiamo soltanto esaminato alcuni degli interrogativi su cui riflettono le persone quando pensano a lui. Forse il nostro dialogo sarà uno stimolo a iniziare a parlare con gli altri di Dio oppure, addirittura, a incominciare a propria volta a dialogare con lui. Perché Dio abbia un'opportunità di entrare nella nostra vita e nel nostro quotidiano" (Anselm Grün e Wunibald Müller).
In Occidente facciamo volentieri a meno di Dio: ci sentiamo maggiorenni, indipendenti. Per i non credenti è positivo che Dio venga finalmente detronizzato. Per i credenti più critici – quelli che non si trascinano in una fede abitudinaria, senza mordente – diviene invece pressante la domanda su chi abbia occupato quei troni, rimasti vuoti. Non lontano da noi, poi, dei combattenti disposti a tutto si richiamano con ostinazione a un Dio che scende in battaglia al loro fianco per spargere terrore su di un mondo degenere e infedele. La contraddizione è stridente e suscita tanti interrogativi.
Gli autori indagano allora qui temi e atteggiamenti che caratterizzano il dubbio e la mancanza di fede oggi. Lo fanno mettendosi a nudo e offrendo uno spaccato della loro storia personale: portano nella riflessione le situazioni più disparate. All’incredulità accordano un significato purificatore per la fede. Una certa dose di scetticismo, cautela, reticenza nel professare la propria fede può essere salutare là dove certezze granitiche e inattaccabili divengono un’arma in mano a quanti si mascherano da credenti.
Ogni fede che incorpora al proprio interno una mancanza di fede evita forzature e diventa più solida e matura.
E' la domanda che si pone chi e messo a confronto con la malattia, la morte o anche con le catastrofi naturali. Nel libro l'Autore lascia spazio proprio a tali interrogativi, descrivendo il modo di rapportarsi a esperienze concrete di sofferenza.