Uno dei teologi più noti (Bruno Forte) e un famoso biblista (Sergio Quinzio) si confrontano su uno dei mali più sentiti e poco dibattuti dell'uomo contemporaneo: la solitudine.
Per decenni docente all'Università di Urbino, Italo Mancini (1925-1993) è stato tra i maggiori filosofi e teologi della seconda metà del Novecento. A lui la cultura italiana deve la scoperta di autori come Karl Barth, Dietrich Bonhoeffer e Rudolf Bultmann, in opere dove la filosofia poneva la domanda su Dio, e la teologia non dimenticava il rigore dei concetti. Un cammino che ha portato Mancini a riflettere su - e a far propria - un'espressione di Pascal e Dostoevskij: "Dio nei doppi pensieri". In Dio coabitano i contrari, la miseria e la gloria, la perdizione e la salvezza. Pensieri abissali che, secondo Massimo Cacciari e Bruno Forte, mostrano l'eredità di Mancini, la sua attualità.
Non basta che la verità sia proposta dall’argomentazione logica e il bene comandato dall’imperativo etico. Occorre che entrambi si mostrino nel loro volto attraente e amabile, perché solo l’amore muove e convince: e l’amore è suscitato e nutrito unicamente dalla bellezza. Ciò di cui allora c’è urgente bisogno, al compimento della parabola dell’epoca moderna e fra le brume inquiete della cosiddetta postmodernità, è un cristianesimo che recuperi vigorosamente la centralità e la rilevanza del bello. Possa questo piccolo testo – che combina la mia riflessione di teologo alla mia attuale responsabilità pastorale – accendere in chi lo leggerà il desiderio della bellezza che salva, quella che agli occhi della fede cristiana ci è stata rivelata e offerta nel Dio Crocifisso sul Golgota, messaggio e dono di infinito amore. (dall’Introduzione)
Una guida al mistero cristiano atraverso i suoi Segni: la liturgia, i simboli, la preghiera. Il Bello come via a Dio.