Che utilità ha oggi la filosofia e qual è la "specialità" del filosofo nell'epoca della settorializzazione dei saperi? Consapevoli dell'impossibilità di preservare la supremazia della "philosophia prima" in quanto conoscenza del Tutto, negli ultimi due secoli i filosofi occidentali si sono trovati spesso nella condizione di dover giustificare la propria funzione, alleandosi ora con la politica, ora con la storia, ora con la scienza. Tutti questi tentativi sono naufragati di fronte all'incapacità di disciplinare gli eccessi della ragione. Congedate le tentazioni autarchiche, a volte persino imperialiste, e i vari sforzi di mettervi freno, è venuto il momento di riconoscere che l'utilità del pensiero filosofico sta forse proprio nella sua natura eccedente, nel connubio tra l'aspirazione metafisica alla totalità e l'apertura scettica alla complessità dell'esperienza, nel desiderio sconfinato di espansione e inclusione, nell'esigenza di conciliare sintesi e apertura alla varietà dell'esistente. Più che di utilità sarebbe allora opportuno parlare di urgenza della filosofia, in quanto forma di curiosità onnivora, desiderio di sentirsi a casa ovunque, caotica creatività intellettuale. Per saggiare la desiderabilità degli eccessi della ragione si riflette in altrettanti capitoli del libro su dieci questioni centrali non solo della filosofia, ma dell'esistenza.
Il futuro della portualità italiana è europeo o non è. Come ogni altra "industria" del nostro Paese anche la portualità si trova di fronte alla necessità di rispondere alle sfide dell'innovazione tecnologica e organizzativa della sua filiera produttiva e della globalizzazione dei suoi mercati. Globalizzazione che nel settore marittimo portuale si presenta sotto la forma del gigantismo navale e di quello del gigantismo portuale, che tendono a escludere dal mercato dei traffici transoceanici i porti che non riescono ad adattarvisi. Il futuro è dei porti ubicati lungo le rotte che collegano i grandi mercati mondiali ma solo se capaci di trattare grandi volumi di traffico e di farlo a efficienza crescente. Da questa condizione di minorità si può uscire solo riordinando i porti in pochi sistemi multiportuali, sfruttando l'"occasione" della nuova strategia di costruzione della rete trans-europea dei trasporti, Ten-T, entro il 2030. La condizione è che l'Italia riformi radicalmente in senso europeo il suo quadro normativo: riducendo e gerarchizzando le sue autorità portuali, aprendo i mercati dei servizi portuali e di quelli tecnico-nautici a una maggior concorrenza, allineando al diritto europeo l'affidamento delle concessioni e il lavoro portuale, riformando il regime di esercizio del traffico ferroviario merci e dell'autotrasporto in un'ottica di più spinta sostenibilità ambientale. Prefazioni di Romano Prodi e Luciano Violante.
Che cosa succede quando due grandi sognatori d'oggi, due uomini lucidi e visionari al tempo stesso, si incrociano e si confrontano per due giorni intorno ai rispettivi percorsi? In una calda estate del Triveneto, a Roncade, Paolo Costa ha incontrato Alex Bellini e Riccardo Donadon, chiedendo a entrambi di parlare dei temi a loro cari, quei temi che hanno segnato le loro vite: il senso della sfida e dell'impresa, la capacità di assumersi dei rischi, il valore della rinuncia, la lezione del fallimento, la ricchezza e il dolore immenso della solitudine, la paura dell'ignoto. Il primo - Alex Bellini - si definisce un "avventuriero": ha attraversato due oceani su una barca a remi, ha percorso correndo gli Stati Uniti e l'Alaska e non si è ancora stancato. Oggi sta pianificando una nuova avventura che lo vedrà impegnato lungo le coste della Groenlandia alla deriva su un iceberg. L'altro - Riccardo Donadon - è un imprenditore che ha fatto di Ca' Tron, in provincia di Treviso, la sua piccola Silicon Valley, con l'obiettivo di portare in Italia la cultura californiana dell'innovazione digitale. Le loro non sono storie di eroi, più semplicemente, la vita di uomini che hanno creduto fino in fondo alla loro scommessa, riuscendo comunque a mantenere salda la testa sulle spalle. Alex e Riccardo ci spiegano che, in fondo, il senso dell'esperienza dell'avventuriero e dell'imprenditore si condensa tutta in un istante: quell'attimo in cui ti trovi da solo e devi decidere se arrenderti o andare avanti.
Come mai è così difficile fare pace con Darwin? Perché la teoria dell’evoluzione è tuttora al centro di un infuocato dibattito pubblico che si estende ben al di là dei confini della comunità scientifica? Non è difficile capirne il motivo profondo: a differenza di molte altre teorie scientifiche, le tesi darwiniane pongono le premesse per rispondere alle domande tradizionali sulla nostra origine e destinazione e, in questo senso, investono frontalmente gli immaginari religiosi, metafisici, antropologici e morali che hanno accompagnato e reso possibili la nascita e lo sviluppo delle società occidentali moderne.
Con Darwin è giunto a compimento un lungo processo culturale di definizione della relazione tra l’uomo e l’universo naturale, il cui esito primario consiste in una concezione inedita della natura umana. Qui va ricercata l’eredità filosofica del darwinismo ed è su essa che verte lo studio dell’autore. Dall’analisi, che esamina i principali nodi da un punto di vista al contempo storico e tematico, Darwin emerge come una figura cruciale in quella transizione intellettuale che ha scompaginato l’immagine tradizionale della natura.
Il volume è suddiviso in tre capitoli distinti e autonomi. Il primo affronta la questione della natura umana abbinando un approccio storico a uno più sistematico. Il secondo discute la questione della rilevanza di Darwin per la filosofia. Il terzo capitolo recupera i diversi fili del discorso e li intreccia nell’intento di meglio comprendere quali siano il significato e la portata storica della Weltangshauung naturalista e/o darwinista.
Sommario
Introduzione. I. Di fronte alla natura. 1. Dilemmi moderni. 2. Alla ricerca della natura umana. 3. Fallacie naturalistiche. 4. Tra natura e identità. II. Dopo Darwin. 1. Prologo: l’importanza di Darwin per la filosofia. 2. Specie. 3. Tempo. 4. Mente e natura. 5. Moralità. 6. Epilogo: il nostro contemporaneo vittoriano. III. Naturalismi. 1. La posta in gioco. 2. Darwinismo. 3. Darwin e la religione. 4. Noi, animali. Bibliografia. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Paolo Costa è dottore di ricerca in antropologia filosofica. Ha svolto attività di ricerca presso l’Università di Parma e il Centro per le Scienze Religiose (ITC-isr) di Trento, dove si è occupato della relazione tra darwinismo ed etica. È autore, tra l’altro, di Verso un’ontologia dell’umano. Antropologia filosofica e filosofia politica in Charles Taylor, UNICOPLI, Milano 2001. Presso le EDB ha curato, insieme a Francesca Michelini, la raccolta Natura senza fine. Il naturalismo moderno e le sue forme (2006).
La natura - e più in particolare la natura umana - sembra essere tornata oggi al centro del dibattito pubblico. Chi e che cosa siamo noi? Un frammento di natura, come tutto sembrerebbe indurci a credere? Ma che cosa esattamente significa essere un «frammento di natura»? Che cosa vuol dire appartenere a una natura «senza fine»? I modi di intendere la naturalità nostra e della restante parte del cosmo sono e possono essere svariati e talvolta incompatibili. L’obiettivo del volume è tentare di illuminare le questioni filosofiche irrisolte che si nascondono dietro al termine «naturalismo» e ai suoi significati: da quello metodologico a quello ontologico, etico e metafilosofico. Il filo conduttore è la convinzione che solo una pluralità di approcci possa contribuire a rendere più nitida la posta in gioco di un dibattito attorno al quale oggi prolifera, oltre alla contesa filosofica e scientifica, la polemica politica e culturale.
Sommario
Introduzione (P. Costa e F. Michelini). 1. La genesi del naturalismo moderno. Darwinismo e naturalismo (A. La Vergata). «Chaos sive natura»? Naturalismo e teolologia in Darwin e Spinoza (F. Michelini). La ripresa del «naturalismo» ottocentesco in alcune discussioni contemporanee (A. Orsucci). Il naturalismo scientifico contemporaneo: caratteri e problemi (M. De Caro). 2. Naturalismo ed etica. Naturalizziamo? Ma con saggezza (G. Boniolo). Natura e identità umana (P. Costa). Può l’etica fare a meno dell’ontologia? Osservazioni sul rapporto tra biologia evoluzionistica ed etica (A. Corradini). L’etica e l’atteggiamento naturalista (P. Donatelli). Il naturalismo evoluzionistico in etica: due dilemmi e due limiti (K. Bayertz). Contratto e comportamento (M. Ricciardi). 3. Naturalismo e filosofia della mente. Il naturalismo e la filosofia della mente contemporanea (J. Quitterer). Naturalismo e fenomenologia (M. Bianchin). Indeterminazione e correlazioni: un concetto antinaturalistico di libero arbitrio (C. Friebe). Naturalizzare la semantica? (C. Penco). 4. Archivio. Natura (J.S. Mill). Evoluzione e libertà (H. Jonas). Un argomento a favore della teoria dell’identità (D.K. Lewis). Indici.
Note sui curatori
Paolo Costa è dottore di ricerca in antropologia filosofica. Ha svolto attività di ricerca presso l’Università di Parma e il Centro per le Scienze Religiose (ITC-isr) di Trento, dove si è occupato della relazione tra darwinismo ed etica. È autore, tra l’altro, di Verso un’ontologia dell’umano. Antropologia filosofica e filosofia politica in Charles Taylor, UNICOPLI, Milano 2001.
Francesca Michelini svolge attività di ricerca presso il Centro per le Scienze Religiose (ITC-isr) di Trento. Si è occupata, in particolare, dei temi della soggettività e del nichilismo nella filosofia classica tedesca e ha pubblicato Sostanza e assoluto. La funzione di Spinoza nella «Scienza della logica» di Hegel, EDB, Bologna 2004. I suoi attuali interessi riguardano il dibattito sulla teleologia a partire dalla teoria darwiniana dell’evoluzione.