Frutto delle lezioni presso l’Istituto Universitario Sophia e opera a due mani di un riconosciuto esegeta e di un riconosciuto teologo, il saggio offre una introduzione nell’intelligenza del significato teor-etico dell’abbandono di Gesù come profondità ultima e cuore irradiante della fede cristiana e delle implicazioni che ne discendono nell’esperienza del mistero di Dio e insieme a livello esistenziale, sociale e culturale. A questo scopo si articolano le tre parti del volume: finalizzate, la prima, alla conoscenza con metodo storico-critico dell’attestazione nel Nuovo Testamento, in specie nel più antico dei Vangeli quello di Marco, dell’evento espresso dal grido, tenendo conto della pre-comprensione offerta da alcuni testi-chiave del “Primo” Testamento e dell’interpretazione che ne offre l’apostolo Paolo; la seconda, alla ricostruzione della “Wirkungsgeschichte” conosciuta nella formazione dell’identità della Chiesa apostolica e in alcuni Autori significativi nella storia della mistica e della teologia (in particolare: Agostino, Tommaso d’Aquino, Francesco d’Assisi e Bonaventura da Bagnoregio, Giovanni della Croce), sino al si rinnovamento del Novecento; mentre la terza parte focalizza il contributo innovativo d’interpretazione performativa offerto dalla testimonianza mistica di Chiara Lubich.
In questo particolare contesto storico, il volume, diventa un'occasione utile per verificare se e fino a che punto la Chiesa cattolica si è fatta plasmare dall'autocoscienza profetica della sua identità e missione profilata nel Concilio. Esso raccoglie infatti una serie di saggi e interventi sull'evento conciliare, sui suoi documenti e sulle sue prospettive che tuttora ne descrivono l'attualità in sintonia con il magistero di Papa Francesco, entrando nel vivo del dibattito sulla comprensione del Vaticano II e sulle piste concrete di attualizzazione del suo messaggio. Il percorso così tracciato sottolinea che l'annuncio del Vangelo deve oggi incrociare, in spirito di ascolto, di dialogo, di compagnia i pensieri e i propositi di pace, di fraternità e di giustizia che ovunque germogliano nell'impegno a partorire quella "rivoluzione spirituale e culturale" (così Papa Francesco) realisticamente in grado di promuovere i paradigmi nuovi di pensiero e di prassi che il nostro tempo invoca.
La teologia dell'Aquinate, "maestro di pensiero e modello del retto modo di fare teologia". La teo-logia di san Tommaso d'Aquino - riconosciuto dalla Chiesa cattolica come il Doctor communis e riproposto nel Concilio Vaticano II e nella Fides et ratio di Giovanni Paolo II come "maestro di pensiero e modello del retto modo di fare teologia", ha ancor oggi qualcosa d'importante da insegnarci? È l'interrogativo da cui prende le mosse il presente studio come punto di partenza per un rilancio del dibattito teologico sulla Trinità. La Teologia di Tommaso, infatti, insieme a quella del De Trinitate di Agostino, è senza dubbio uno snodo decisivo nella storia della riflessione su Dio che è Trinità d'amore, a livello di metodo e a livello di contenuto. A tal fine nel volume Coda contestualizza storicamente e culturalmente l'impresa teologica dell'Aquinate, cercando di discernere, in prima battuta, la spinta e l'illuminazione carismatica che interiormente la anima e la orienta.
Un teologo e un filosofo a confronto sul tema della Trinità. Una riflessione a due voci - tra un filosofo e un teologo - che intende offrire una pista di riflessione sull'Europa nell'attuale contesto storico e culturale. Perché una riflessione sulla Trinità? La tesi che Coda e Donà da prospettive diverse sostengono è quella di un dinamismo trinitario qualificante la storia del pensiero europeo. All'origine dell'Europa c'è una storia che vede l'incontro tra Atene, Gerusalemme e Roma, un passato che è spazio di incontro e di dialogo e di cui il dinamismo trinitario è l'Anima.
Un'analisi e una lettura puntuali che raccontano e fanno emergere la bellezza e l'attualità della figura di Gesù. Il Vangelo di Marco è il più antico e il più breve tra i quattro vangeli. Autore del testo, secondo la tradizione, è Marco che intorno al 70 d.C. avrebbe raccolto e messo per iscritto la testimonianza dell'apostolo Pietro, dando vita così ad un genere letterario originale. È forse il testo dei Vangeli più sorprendente e affascinante perché la figura di Gesù appare in tutta la sua provocante misteriosità e nella sua coinvolgente originalità.Coda accompagna il testo con una lettura e analisi puntuali con l'obiettivo di raccontare al cuore e alla mente del lettore la figura, l'annuncio, la vicenda di Gesù in persona facendo emergere la bellezza e l'attualità del suo messaggio.
Un libro strenna di trasparente bellezza, tra letteratura e spiritualità, che parla di Maria nel suo disegno e nel suo esistere storico.
«L’anima mia fa grande Dio» … Dio fa grande Maria. Partendo dalle parole del Magnificat, Piero Coda canta Maria. Il suo cammino in Dio, «intessuto di luci e ombre, di attese, di sconcerto, di brevi gioie, di dolorosi presentimenti, di certezze, di speranze, di interrogativi, di distacchi, di tragedie». L’insondabile mistero di Maria in un dialogo a tu per tu con lei, denso e ricco di sapienza.
Attraverso le Scritture e i testi di grandi testimoni della Tradizione della Chiesa il significato teologico e mistico dell’abbandono e della morte di Gesù. La nostra epoca è caratterizzata dal “dilagare del nulla”. Il non senso è avvertito come un negativo, un galleggiare sul vuoto. Dove trovare la luce? Partendo da tale invocazione di senso, nella consapevolezza che l’esperienza e la teologia mistica riconoscono nel nulla di Cristo la rivelazione dell’essere di Dio che è Amore, il volume traccia un percorso di riflessione sull’abbandono e la morte di Gesù come via di conoscenza di Dio. I contributi interrogano la Scrittura e la grande Tradizione della Chiesa nei testi di San Paolo, Bonaventura, Giovanni della Croce, Teresa di Lisieux. La questione del nulla viene inoltre affrontata nella sua valenza speculativa entro la vicenda del pensiero occidentale (contributo del filosofo Massimo Donà).
Il '900 ha conosciuto una vigorosa e imprevista rinascita d'interesse per la Trinità. Da qui l'intento del saggio: rivisitare il lascito della tradizione cristiana nella consapevolezza che il volto trinitario di Dio non è un accessorio secondario del credo cristiano ma il suo orizzonte di verità ultimo e risolutivo. Dopo un'introduzione di carattere metodologico, la riflessione si sofferma sulla promessa veterotestamentaria, si concentra sulla pienezza dei tempi nell'evento di Gesù Cristo e si ripercorrono alcune figure significative della Tradizione cristiana e della storia del pensiero.
Il presente volume è una proposta di riflessione contestuale, spirituale, teologica e pastorale sull'identità del ministero presbiterale e sullo stile e le priorità del suo esercizio nelle circostanze attuali. Nei contributi raccolti si staglia la convinzione che l'identità presbiterale non si definisce in sè bensì in relazione: con Gesù, con la Chiesa come popolo di Dio pellegrinante nella storia, con tutti gli uomini e le donne, nella loro ricerca di felicità e di unità nella libertà.
In questa mappa ideale di relazioni lo stato d'animo disorientato e, talvolta, emarginato di tanti preti di oggi riesce a trovare la strada per superare le oggettive difficoltà di una crisi sotto gli occhi di tutti lasciandosi, interpellare e trasformare dal Vangelo, che sempre risuona vivo nella Chiesa.
E' questa - come ha affermato Giovanni Paolo II e ha ribadito Benedetto XVI - la "bussola" del cammino.
IL VOLUME
La crisi che stiamo vivendo non è soltanto economica o finanziaria. Investe il modello di sviluppo che abbiamo seguito negli ultimi due secoli, spingendoci ad una nuova e radicale riflessione sul capitalismo. Da diversi ambiti disciplinari – economico, politico e teologico – gli Autori tracciano un percorso di lettura delle ragioni profonde della crisi. Pur riconoscendo la bontà dei valori del mercato, nei loro contributi individuano nel superamento della cultura economica fondata sulla centralità dell’individuo e del profitto al di fuori delle regole, e nel ritorno in economia dell’etica e dei valori di gratuità e reciprocità la via d’uscita dalla situazione attuale.
GLI AUTORI
Antonio Maria Baggio, docente di Etica sociale e Filosofia politica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e presso l’Istituto Universitario Sophia, dirige per Città Nuova la collana Idee/Politica.
Luigino Bruni, insegna Economia politica presso l’Università di Milano-Bicocca e l’Istituto Universitario Sophia. Per Città Nuova, tra l’altro, è autore di L’economia, la felicità e gli altri, un’indagine su beni e benessere (20093), Il prezzo della gratuità (20082).
Piero Coda, teologo, dirige l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano; per Città Nuova è autore di numerose pubblicazioni e direttore della collana Universitas.
LA COLLANA
La collana UNIVERSITAS, diretta da Piero Coda, ricollegandosi al significato originario dell'istituzione universitaria, intende suggerire la vocazione all'unità - intellettuale e pratica - per sé inscritta nell'esercizio, insieme autonomo e convergente, dei diversi saperi. Le pubblicazioni sono il frutto delle lezioni dell'Istituto Universitario Sophia, che s'ispira alle idee-forza dell'esperienza spirituale e sociale del Movimento dei Focolari.
Nella riflessione teoretica sul mistero della Trinità, il contributo di Agostino, attraverso il suo De Trinitate, riveste un ruolo per tanti versi centrale. Si tratta di un'opera che, ieri come oggi, si trova al crocevia delle strade che conducono dalla rivelazione trinitaria alla sua intelligenza e dall'intelligenza al suo incontro col mistero della Trinità. Tanto che è stato definito, in una visione ampia che abbraccia l'intero sviluppo del pensiero filosofico, il Grundtext del pensiero occidentale. Bisogna riconoscere infatti che Agostino ha disegnato nell'ambito della teologia trinitaria la scacchiera quasi esaustiva per tutte le grandi opzioni del “gioco” trinitario. Ma - si chiede l'Autore - questo è vero solo, e indubitabilmente, per il passato o lo è anche, presumibilmente, per il presente e il futuro della teologia trinitaria? È partendo da questo interrogativo che Piero Coda rilegge il De Trinitate, nel tentativo di individuare le ragioni profonde del vasto e significativo influsso esercitato da quest'opera nella storia della dottrina trinitaria e insieme i motivi d'incisiva attualità per una ripresa e uno sviluppo delle sue più feconde linee ispiratrici.
L'obiettivo del saggio è quello di comunicare e rendere accessibile ad un pubblico di “non addetti ai lavori” il significato essenziale del discorso teologico, di un discorso, cioè, la cui parola e intelligenza hanno origine dall'esperienza di Dio che si fa nella sequela di Gesù come comunità di discepoli. Di qui il filo rosso che disegna il percorso di queste “lezioni”: Dio che si dice in Gesù Cristo, così dicendo se stesso e noi in sé. Piero Coda approfondisce alcune nozioni fondamentali (che costituiscono l'oggetto della disciplina che si suole chiamare teologia fondamentale) riguardo alla conoscenza di Dio - come possiamo conoscere Dio? attraverso quali vie? -; alla rivelazione che Egli fa di sé in modo pieno e definitivo nella storia in Gesù; allo Spirito Santo; alla Trinità e alla storia della sua esperienza e comprensione cristiana da sant'Agostino ad oggi. Il discorso si fa più “attuale” nell'ultima parte in cui si delinea il significato teologico delle diverse religioni nel disegno di Dio, e dunque in rapporto a Gesù e alla Chiesa, e si spiega l'importanza e il metodo del dialogo tra la Chiesa e le religioni.