
Uno strumento di consultazione che usa allo stesso tempo parole e immagini per fornire una guida divertente ai segreti e alle meraviglie del canone della comicità popolare italiana del Novecento. Quella comicità che comincia con il Varietà, l'Avanspettacolo e la Rivista della prima metà del Novecento (da Petrolini a Maldacea, da Totò a Peppino De Filippo) e raggiunge il suo culmine nella televisione delle origini e con la migliore stagione della Commedia all'Italiana (Tognazzi, Vianello, Walter Chiari, Renato Rascel, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi). Una guida alla comicità, dunque; alle risorse degli attori e ai sistemi da loro usati per far ridere il pubblico in situazioni paradossali, e in contesti drammatici.
"Vendesi mansarda: metri quadri calpestabili 80, 100 se di bassa statura". "Affitasi: salone, cucina, 4 camere, 3 bagni e introvabile giardino di 700 mq". "Appartamento trendy: ideale per eccentrico single o frizzante giovane coppia". Sono solo alcuni degli annunci scelti dagli autori per ridere del gergo immobiliare, degli strafalcioni contenuti nelle inserzioni, degli esempi di umorismo involontario che il genere offre a piene mani. Come si presenterà all'apertura della porta un appartamento "da ristrutturare"? Che mezzo di trasporto bisogna prendere per raggiungere il centro da una casa che ne "dista 20 minuti"? È davvero così romantica l'idea di affittare in un "caratteristico borgo"? Il linguaggio degli annunci immobiliari va decodificato, sembra chiaro ma nasconde in realtà significati diversi da quelli che i termini grammaticalmente hanno. La realtà non corrisponde esattamente a quanto promesso... a meno di riportare ogni termine al suo giusto corrispondente concreto. Ed è quello che - comicamente - fanno i curatori di questo volumetto.
Anche i giornalisti migliori, a volte, scrivono "a casaccio". E finiscono per prodursi in gaffes esilaranti, parole a vanvera, refusi improbabili, veri e propri ottovolanti di senso. Le perle di Raccapriccio, che finora hanno circolato in modo semiclandestino, trovano finalmente una sede per farsi leggere tutte assieme, accuratamente commentate e illustrate dai disegni di Christian G. Marra. Non si scoprono soltanto errori che fanno sganasciare dalle risate, o alcune cantonate colossali. Si scopre anche che la lingua è viva, si evolve, riesce a essere creativa, perfino visionaria, anche quando è sbagliata. Ci sono firme grandi e piccole: c'è Zucconi durante i mondiali di calcio, Giovanna Grassi a Cannes, e poi Galimberti, Scalfari, Giavazzi, Francesco Bonami. Prendono granchi, si producono in esilaranti perifrasi, gareggiano sulla lunghezza della frase, perseguitano la consecutio, esagerano con i cliché. Fortunatamente, i quotidiani durano molto più di un giorno.
Dopo gli insegnanti, i genitori: "La prego di giustificare mio figlio per non aver svolto i compiti da lei assegnati in quanto il nostro labrador ha divelto ogni suo libro". "Prego voler giustificare l'assenza per prima sconfitta stagionale e perdita del primato in classifica nel fantacalcio." "Prego voler giustificare l'assenza per motivi di convocazione in Nazionale." "Giustifico mia figlia per l'assenza di una settimana perché fuggita di casa per andare dal suo ragazzo a Brindisi. È stata ritrovata successivamente in quest'ultimo posto con il ragazzo." Queste sono solo alcune delle surreali giustificazioni raccolte da John Beer nel suo nuovo libro. Continua la (tragi)commedia della scuola italiana, questa volta dall'altra parte della cattedra, dopo "La classe fa la ola mentre spiego".
Suona la campanella e comincia, inesorabile, un nuovo giorno di scuola. Tutto uguale a ieri: si potrebbe morire strozzati dalla noia se non fosse certo che anche oggi qualcuno tirerà fuori l'ennesima assurdità destinata a far ridere tutta la scuola, a essere trascritta sulla Smemo e tramandata ai posteri. E sono proprio le perle appuntate dagli studenti di tutta Italia sulla loro Smemoranda e inviate alla redazione di Sbs (Smemoranda Brothers and Sisters) il vivaio da cui sono state selezionate le più geniali battute sentite a scuola.
Nei suoi articoli e nei suoi libri, come nella rubrica Bananas, pubblicata quotidianamente sull'"Unità", Marco Travaglio segue con puntigliosa determinazione l'involuzione italiana. Da un lato tiene viva la memoria di un passato che i nostri potenti sembrano dimenticare con facilità sospetta, cambiando opinione e posizione con assoluta disinvoltura, nascondendo montagne di scheletri negli armadi, impermeabili al senso del ridicolo. Dall'altro resta tenacemente fedele ad alcuni principi elementari del vivere civile a cominciare dalla difesa della legalità e delle istituzioni e delle forme democratiche.
Da "Mo je faccio er cuccchiaio" a "Tutte le barzellette su Totti" tre volumi raccolti in un cofanetto per ridere e divertirsi in compagnia di Francesco Totti.
La rivergination si fa per evitare la svalutation e incentivare la devolution. È l'ultima moda della chirurgia estetica: qualche minuto e voilà, ci si ritrova candide e immacolate stile prima comunione. Un po' come quando vuoi vendere la macchina e azzeri il contachilometri per farla sembrare nuova. Questa è solo una delle ultime follie della nostra cronaca quotidiana che Luciana Littizzetto affronta, strapazza e, con una catarsi comica, trasforma. Fra gli altri obiettivi della sua raffinata perfidia ci sono ovviamente gli uomini: quelli a cui non devi chiedere mai perché tanto è inutile, quelli che in pigiama sembrano pepiere da pizzeria e quelli che si alzano a metà "ciupa dance" per leggere un sms. C'è la pubblicità: "Non c'è latte senza cagotto, non c'è 12 senza 88". I grandi misteri degli oggetti quotidiani: "Siamo andati sulla luna, stiamo studiando le cellule staminali... Possibile che non riusciamo a brevettare un calzino che non si buchi sulla punta?". Dopo la "trilogia della verdura", Luciana Littizzetto torna in libreria con questa satira, che sa cogliere gli aspetti privati delle faccende pubbliche e quelli comuni delle nostre vite private.
"Perché ci chiamiamo La Smorfia? È un riferimento, tipicamente napoletano, a un certo modo di risolvere i propri guai: giocando al Lotto, e sperando in un terno secco... In realtà, non riuscivamo a trovare un lavoro, come succede a tanti ragazzi di Napoli". Una comicità intramontabile. La condizione umana raccontata cosi com'è. Ieri e oggi. Il libro raccoglie i "mini atti unici" originali della Smorfia, trascritti in versione integrale. Con le testimonianze di Renzo Arbore, Ascanio Celestini, Vincenzo Cerami, Dario Fo, Mario Martone, Michele Serra e Domenico Starnone. Con "Una Smorfia lunga trent'anni" di Gianfranco Capitta. Il DVD raccoglie tutto il repertorio in video della Smorfia, in una edizione restaurata. Con in più un'autentica rarità: lo spettacolo "Effetto Smorfia", registrato dal vivo al teatro Giulio Cesare di Roma nel 1979.
Nel solco della tradizione degli Annali, Emilio Giannelli ogni anno immortala alla sua maniera le vicende più significative del nostro mondo politico. "Giocondo" ci offre la panoramica del 2006 riproponendo le più belle vignette satiriche apparse in prima pagina del "Corriere della Sera".
In principio fu la topa: autentica categoria kantiana del pensar satirico del più scandaloso, imprevedibile, libertario giornale italiano, foglio dissacrante diventato negli anni autentico fenomeno di culto. Dito nell'occhio dei potenti di ogni scuderia e di ogni cilindrata, antidoto all'impero del pappa e ciccia, Il Vernacoliere ha saputo raccontare mirabilmente mostri, miti e troiai vari del Belpaese, con la sua informazione ferocemente paradossale che - per dirla con le parole del grande Oreste del Buono -"sfugge alla banalità, vera volgarità del nostro parlare quotidiano". La sua satira, e le sue irresistibili copertine, poggiano saldamente su alcuni grandi tormentoni, solidissimi pilastri, temi guida di un dissacrante e illuminante racconto dei vizi e delle virtù della società. La topa e il pipi, certamente, ma anche i pisani, metafora dell'"altro" (perché ognuno, in fondo, c'ha il suo pisano), i politici e la politica, la salute e il lavoro, le guerre e i militari, i preti, il carrozzone mediatico, la realtà quotidiana, con le sue imposizioni e sofisticazioni. È il grido liberatorio di chi, per coniugare riforme e rivoluzione nel migliore dei mondi possibili, proclama: "Trombare meno, trombare tutti".
Dal crollo del Muro e le lacrime della Bolognina al primo post-comunista al Quirinale, "Il libretto rosso (ovvero: la Cazzata Potiomkin)" ripercorre trent'anni di storia della sinistra da Seconda Repubblica. Una sinistra, come scrive Giulietto Chiesa nel suo saggio introduttivo, 'infessita a tal punto da non essere più capace di capire cosa sta succedendo, in che mondo si trova, quali sono i rapporti di forza'. È una storia in tempo reale. Perché, come ha sentenziato Mao Tse Tung, 'la critica va fatta a tempo; è vizio vano quello di criticare dopo'.