
Questo libro rievoca i molteplici aspetti della civiltà romana, dalla fondazione della Città Eterna al declino dell’Impero: non solo eventi storici e politici, dunque, ma anche e soprattutto gli usi e i costumi, l’arte, le innovazioni in campo ingegneristico, la moda, l’oreficeria e quant’altro può contribuire a tracciare un quadro completo e avvincente di quella che fu una società raffinata e straordinariamente evoluta. L’imponente materiale iconografico - che comprende vedute aeree, grandi tavole ricostruttive, planimetrie dei principali siti archeologici - e il vasto apparato didascalico contribuiscono alla completezza dell’opera e ne fanno uno strumento di grande duttilità e immediatezza.
A vent'anni dalla caduta del Muro di Berlino, gli autori di "La sfida della complessità", in queste pagine agili e illuminanti, tornano a riflettere sul senso profondo della storia europea. È una storia di unità e diversità, ricca di intrecci etnici e linguistici, culturali e religiosi, di conflitti disastrosi e di progetti politici costruttivi. Come mostrano gli autori, l'Europa si presenta come un progetto e non come un territorio, si definisce come entità politica e non geografica. Nata dalle rovinose esperienze delle due guerre mondiali, dei totalitarismi e della contrapposizione fra blocchi, grazie alla consapevolezza della sua storia, remota e recente, l'Europa ha imparato a pensare insieme identità e diversità, unità e molteplicità, concependo ogni cultura come incompiuta, multipla e in continua evoluzione. In virtù di questo patrimonio, l'Europa può diventare un laboratorio di innovazione, capace di raccogliere le sfide che gli orizzonti etici e politici del "mondo globale" pongono alle persone, alle collettività e alle istituzioni.
Il Mediterraneo è davvero un "continente liquido", un luogo di millenari scambi, o un mare che al contrarlo tiene reciprocamente lontane le genti che su di esso si affacciano? È il mare dei confronti o il mare degli scontri di civiltà? Partendo da un esame della letteratura specialistica recente, questo libro propone alcune risposte in una direzione destinata per sua natura a rimanere aperta, in un affresco esteso dalla più remota antichità ai nostri giorni.
Di questo libro Alessandro Galante Garrone ha scritto: "Non è solo e non è tanto uno spietato e rovente atto di accusa contro le cricche degli alti papaveri politici e militari, la criminale imprevidenza e impreparazione, le vergogne dei profittatori nelle retrovie, la prepotenza disumana e sprezzante dell'alleato tedesco. E' prima di tutto la tragedia dei "poveri cristi" gettati allo sbaraglio, beffati, traditi e che pure, nello sfacelo immane di un esercito e poi di uno Stato riscoprono in sé le ragioni profonde della dignità del vivere."
I Fenici e i loro eredi - i Cartaginesi - furono una presenza stabile in Sicilia e Sardegna, ed estesero il proprio controllo fino alla penisola italica. Importanti ritrovamenti archeologici rivelano un loro profondo influsso in tutta l'area circostante, e non solo dal punto di vista militare e commerciale, ma anche da quello artistico-culturale. Le stele di Mozia e di Sulcis, le eleganti figurine di Bitia e i preziosi gioielli di Tharros svelano una cultura evoluta che ha lasciato tracce di sé nelle civlità con cui ha avuto contatti. In questo libro l'autore ha ricostruito il panorama storico e culturale in cui vanno inquadrate le ultime scoperte, addentrandosi nei fatti che hanno decretato la fortuna e la fine di questi popoli.
Parecchi storici hanno sorvolato sulle crudeltà di Ivan IV per sottolinearne il genio politico, le doti di diplomatico e di organizzatore, vedendo in lui il fondatore del moderno Stato russo centralizzato. In politica interna dettò un primo codice di comportamento e assegnò alla corona gran parte delle terre russe. In politica estera prese l'iniziativa di rompere l'accerchiamento che stringeva il granducato di Mosca. Ebbe una forte attrazione per l'Inghilterra, alla quale aprì il commercio russo e quello orientale. Accarezzò il sogno di imparentarsi con la regina Elisabetta I, ma la morte, oltre che la rozzezza che gli Occidentali riconoscevano come tipicamente russa, gliene impedirono la realizzazione.
Si può discutere in eterno su Mussolini: su come sia pervenuto al potere, sulla sua politica, sulla sua ingenuità, sulla sua follia. Una cosa è però indiscutibile: egli fu uno dei più grandi giornalisti del suo tempo e il primo a servirsi della stampa come un'arma di propaganda micidiale. In questo volume, l'ultima opera curata da Renzo De Felice, potremo vedere Mussolini, direttore di due giornali, preparare la sua ascesa al potere, passare dal socialismo all'interventismo, scatenare le camicie nere, esaltare le masse. Il suo fiuto per la notizia, il saperla raccontare (anche distorcendola), l'attaccare gli avversari e il non concedere loro tregua. Con una prefazione di Indro Montanelli.
Il 10 dicembre 1812, una gelida giornata d'inverno, Napoleone giunge in slitta a Varsavia. Sparsi tra la capitale polacca e il fiume Niemen si aggirano esausti, con le divise lacere, in preda alla fame, 30000 uomini. Sono tutto ciò che resta della Grande Armée che nel mese di giugno aveva invaso la Russia, forte di 500000 soldati. In questo libro Nigel Nicolson ripercorre le tappe di questa disfatta.
Dormire non è soltanto una necessità fisiologica, ma è anche piacere, tenerezza, gioia suprema. Non a caso gli antichi Greci dedicarono alla camera da letto due divinità: il dolce Hipnos, il sonno che fa dimenticare ai mortali ogni dolore, e il malizioso Eros, figlio di Afrodite. In questo libro, l'etnologo Dibie dà vita e immagine alle fogge, agli usi, alle metamorfosi e perfino alle eccentricità di questo luogo "sacro" all'individuo. Inoltre ci parla delle consuetudini erotiche dei vari popoli, e ci illustra i diversi tipi di letto, dal lussurioso sofà al lieve tatami giapponese.

