
Flores prende le mosse dal declinare dell'impero ottomano nell'Ottocento, dalle posizioni delle potenze europee sull'area, dal sorgere anche nei territori ottomani di istanze nazionaliste, per mostrare come già sul finire del secolo il governo ottomano metta in opera sanguinose persecuzioni contro gli armeni; e come poi attraverso le crisi d'inizio secolo, come la perdita dei territori balcanici, la Turchia viva una radicalizzazione nazionalista che, con lo scoppio della Grande Guerra, porta alla decisione di deportare e sterminare gli armeni. Fra aprile 1915 e settembre 1916 centinaia di migliaia di armeni vennero uccisi. Flores ricostruisce analiticamente il processo.
L'arte della comunicazione non l'hanno scoperta gli imbonitori televisivi: già nel Medioevo i predicatori erano maestri nell'arte, virtuosi della parola e dei suoi segreti, incantatori delle piazze. A tale "spettacolo" della predicazione è dedicato questo libro. La predica, che serviva a "pescare uomini", doveva quindi essere un'esca appetibile: seguendo vere e proprie strategie retoriche il predicatore ammaliava il pubblico, lo incatenava alle sue parole, e lo sospingeva per la strada della fede con la forza e la suggestione del suo discorso. E i bravi predicatori (da Giordano da Pisa a Bernardino da Siena, da Giacomo della Marca a Bernardino da Feltre), al pari delle star odierne, erano contesi dalle città che facevano a gara per assicurarseli. Bernardino da Feltre, che era uno dei più famosi, solo negli ultimi cinque anni di vita percorse, sempre a piedi, quasi 6.000 chilometri. Attingendo a cronache e documenti del tempo, l'autrice delinea un quadro vivace e curioso di questo aspetto centrale nella religiosità e nella vita della città medievale.
Il 29 giugno 1944 a Guardistallo (Pisa), a seguito di uno scontro con i partigiani, i tedeschi effettuarono una rappresaglia uccidendo una sessantina di persone. Da allora il paese è diviso tra chi attribuisce ai partigiani la responsabilità prima dell'eccidio, e chi ne rivendica l'operato. Come andarono davvero le cose? Dall'indagine è nato questo libro. Ricostruendo l'accaduto Pezzino enuclea con chiarezza i tre nodi fondamentali: la responsabilità delle stragi tedesche; l'azione partigiana e le sue conseguenze sulla popolazione; la "lotta sulla memoria" ingaggiata tra difensori e detrattori della Resistenza nel dopoguerra. Quanto alle stragi, l'analisi mostra che erano frutto di decisione individuale e non di una direttiva generale all'esercito tedesco; quanto all'attività partigiana, essa collideva con una visione passiva e attendista, e originava forti tensioni fra partigiani e popolazione; quanto alla memoria Pezzino conclude che non potrà esistere di quegli anni di guerra una memoria comune e pacificata. La nuova edizione è completata da una lunga postfazione che fa il punto su quanto la storiografia degli ultimi dieci anni ha prodotto sul tema.
Al fascismo, alle sue origini e alla sua collocazione all'interno della storia nazionale Vivarelli ha dedicato la massima parte della sua opera di storico, mettendo anche in gioco qualche anno fa, in una sofferta testimonianza, le radici autobiografiche del suo impegno scientifico. Questo nuovo volume si concentra su due nodi centrali: la cultura del fascismo, cui è dedicato il saggio principale, e la guerra civile 1943-45 con le relative, accese controversie storiografiche cui Vivarelli prende parte con forte vigore polemico. Il volume è introdotto da un ampio saggio che, fra bilancio storiografico e autobiografia intellettuale, riflette sulle insufficienze dei conti che il nostro paese ha fatto con il suo passato fascista.
Daniela Lombardi presenta l'evoluzione storica del matrimonio dal Medioevo a oggi. Il matrimonio ha costituito per secoli uno snodo essenziale nella vita delle persone, ma le forme di questo fondamentale rito di passaggio sono molto mutate nel tempo riflettendo non solo la trasformazione dei rapporti famigliari e tra i sessi, ma anche l'azione di disciplinamento esercitata dai poteri laici e religiosi sui comportamenti individuali. Il volume disegna un tracciato che parte dalla situazione d'età medievale in cui sposarsi era un processo diluito nel tempo, dalla promessa alla coabitazione, ed era sancito semplicemente dal consenso dei due partner e registrato come un contratto, passa all'età moderna in cui il matrimonio si afferma come fatto religioso con riti e regole severe, seppure con marcate differenze tra paesi cattolici e protestanti; e da ultimo conclude con la situazione contemporanea, che ha visto una secolarizzazione del matrimonio e un graduale affrancamento della sfera privata dalla regolazione giuridica dello stato.
Alla civiltà bizantina si guarda oggi con rinnovato interesse: in essa infatti affondano le radici alcune importanti questioni contemporanee, come la definizione geografica e culturale dell'Europa, l'identità dei paesi est-europei, la frattura tra occidente e oriente. Il volume presenta un quadro critico dell'impero bizantino che intende da un lato dare un'immagine della vita dei bizantini, e dall'altro mostrare come esso appartenga in pieno alla storia dell'Europa, sinora ricostruita in maniera troppo "eurocentrica". Dopo aver chiarito che cosa s'intenda per Bisanzio e come si considerassero i bizantini stessi, e dopo aver tracciato in una breve sintesi l'evoluzione dell'impero nei suoi undici secoli di vita, l'autrice illustra in un'approfondita descrizione il funzionamento dello stato, il ruolo della religione, la vita quotidiana dei cittadini, soffermandosi poi sulla cultura, e infine sui rapporti fra Bisanzio, l'Europa e il resto del bacino del Mediterraneo.
Questo volume fa luce su quello che costituì il principale motore dei rapporti fra Cina ed Europa: il commercio della seta. Le autrici ripercorrono i differenti itinerari, sia terrestri sia marittimi, lungo i quali esso si svolse nel corso di millecinquecento anni, dal secondo secolo a.C. al 1300, dedicando una particolare attenzione al mutare delle condizioni politiche, economiche e anche religiose che di volta in volta favorirono oppure ostacolarono lo sviluppo delle comunicazioni eurasiatiche. Seguire le vie della seta in una prospettiva globale, come fa questo libro, ci permette di comprendere l'impatto decisivo che gli scambi tecnologici e culturali, favoriti dallo sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni, ebbero sulle popolazioni e sulle aree interessate. Lungi dall'essere appannaggio esclusivo della modernità, tali scambi rivelano come molto di ciò che consideriamo originario della nostra cultura regionale o locale in realtà è stato importato da un'altra zona del mondo.
Xinru Liu insegna Storia della Cina e dell'India antica nel College of New Jersey. Tra i suoi libri: "The Silk Road" (1998) e "Silk and Religion" (1999). Lynda Norene Shaffer è professore emerito di Storia nella Tufts University. Tra i suoi libri: "Native Americans before 1492" (1992) e "Maritime Southeast Asia to 1500" (1996).
I saggi raccolti in questo volume rappresentano il contributo che l'Agenzia per il terzo settore ha voluto offrire alle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Un volume di storia sociale e giuridica che, con sguardo attento all'evoluzione legislativa e della "governance" degli enti non profit, ricostruisce il complesso - ma tenace - percorso della società civile italiana, dalla costituzione dello Stato unitario sino ai giorni nostri. La "Gran legge" del 1862, proprio a ridosso di un'unificazione faticosamente raggiunta, intende disciplinare e dare organicità, pur rispettandone l'autonomia, alle molte e operose organizzazioni di carità esistenti sul territorio. Quasi trent'anni più tardi, la "Legge Crispi" pone le Opere pie sotto diretto controllo statale, trasformandole in Istituzioni di pubblica beneficenza. Negli anni Venti e Trenta del Novecento, la dittatura fascista sferra un attacco mirato e consapevole contro ogni forma di associazionismo, intravedendo nell'autonoma iniziativa sociale e nei valori solidaristici i primi antagonisti del totalitarismo. Seppur la Carta fondamentale del 1948 rimarcherà la centralità dell'individuo e l'importanza del pluralismo sociale quali presupposti fondanti della stessa democrazia, e sebbene nel 2001 sia stato introdotto nel testo costituzionale il principio di sussidiarietà, ancora lungo sarà il cammino che il Terzo settore dovrà compiere, e molti gli ostacoli - soprattutto a carattere normativo - che dovrà affrontare...
Il volume raccoglie le vicende di uomini della Compagnia di Gesù, alcuni illustri, altri sconosciuti, che con le loro esperienze, talvolta eccentriche, talaltra addirittura al limite della disobbedienza, contribuiscono a restituire l'immagine irrequieta e vitale di un ordine religioso protagonista della storia del mondo moderno. Nel lungo arco di tempo che va dalle sue origini (prima metà del XVI secolo) alla sua restaurazione (primo Ottocento), alcune possibili declinazioni dell'obbedienza gesuitica sono colte nel loro attuarsi attraverso la riflessione teologica, l'amministrazione dei sacramenti, l'utilizzo consapevole di strategie di comunicazione, la relazione con i fedeli, con le gerarchie dei potenti, con l'alterità incontrata nell'esperienza di missione. Nella tensione fra l'istanza di ossequio all'autorità "perinde ac cadaver" e quella di ascolto della voce interiore che guida nelle scelte individuali, si giocano i difficili equilibri dell'obbedienza gesuitica: componente tanto ineliminabile quanto cangiante nel suo adattarsi alle contingenze storiche, capace di far compenetrare la Compagnia con il mondo e di farla mutare con esso, rimanendo se stessa.
Una fonte di prima mano, di grande interesse. Annotazioni, impressioni, pensieri, giudizi, impegni, appuntamenti: scritti a mano, con grafia minuta, a volte frettolosa, su block notes, o affidati talora a fogli sparsi; inframmezzati da lettere spesso assai importanti. Forse - è un'ipotesi del curatore - si trattava di appunti destinati ad essere in un secondo momento rielaborati. Non regolari nella cadenza, sebbene il loro autore se lo fosse ripromesso; ma preziosi, tanto per il lato umano che ne emerge, quanto per i ruoli istituzionali rivestiti nel periodo considerato dal diario: scritto tra il 1º dicembre 1956 e il 27 luglio 1964, mentre Segni era presidente del Consiglio (1955-1957), poi vicepresidente del Consiglio e ministro della Difesa (1958-1959), quindi nuovamente presidente del Consiglio (1959-1960), ministro degli Esteri (1960-1962) e, infine, presidente della Repubblica (1962-1964). È tanto più interessante, questo diario, se si considera che Antonio Segni è una figura della storia d'Italia poco studiata e molto discussa. Pochi gli studi scientifici, su di lui; e invece molte analisi prodotte da dibattiti giornalistici e politici; dibattiti cui hanno partecipato note personalità, come Emilio Colombo, e autorevoli giornalisti, quali Paolo Mieli e Eugenio Scalfari. Ora, è la voce di Segni stesso a dirci in modi asciutti, ma incisivi - delle sue giornate: giornate in parte comuni, in parte vissute come uomo della storia, fra i protagonisti della storia.
Da sempre incentrata sui caratteri costitutivi della civiltà europea moderna, all'intersezione di storia politico-istituzionale, storia della Chiesa, storia economica e del diritto, la riflessione di Paolo Prodi si trova magistralmente illustrata in queste pagine. Come siamo diventati ciò che siamo, come si è formata la modernità? Sono queste le domande a cui il volume risponde abbracciando in un unico sguardo un processo secolare, che dal Medioevo arriva a oggi.
Una panoramica del Medioevo che adotta una prospettiva meno centrata sul solo occidente europeo, con una considerazione più marcata per le vicende e le strutture dell'ambito europeo-orientale e per il mondo islamico, e con una maggiore attenzione ai rapporti intercorrenti fra gli avvenimenti storici e le coeve espressioni della cultura. Dopo una breve premessa sul concetto di Medioevo e sulle fonti per lo studio, l'autore segue la storia medievale secondo la tradizionale partizione di alto e basso Medioevo, toccando tutti i principali aspetti politici, sociali, economici e culturali che caratterizzano il periodo.