
Il volume contiene 47 contributi di vari e qualificati studiosi, italiani e stranieri, offerti ad Antonio Rigon, docente di Storia medievale all'Università di Padova, alla soglia del suo 70° compleanno. Molti e nuovi sono gli studi proposti da allievi, amici e colleghi del docente padovano noto per le sue ricerche nell'ambito della storia civile e religiosa del medioevo e divenuto, grazie alla innovativa reinterpretazione della vicenda biografica e agiografica di Fernando da Lisbona/Antonio di Padova, un punto di riferimento per comprendere il percorso di questo frate e santo francescano della prima generazione minoritica.
"La linea d'ombra" indaga gli "oscuri" decenni che intercorrono fra il ritorno della corte pontificia a Roma dopo il periodo avignonese (1378) e la conclusione dello scisma, con il definitivo ingresso in città di Martino V Colonna (1420). Sempre percepito come "di transizione" fra Medioevo e Rinascimento, questo periodo turbolento e insicuro è però anche quello in cui la città di Roma ricostruisce il proprio ruolo e gli strumenti visivi e letterari che lo esplicitano e lo visualizzano, di volta in volta ritratta quale cumulo di rovine abitate da banditi e bestie selvagge, o come luogo di impareggiabile fascino e conservazione di memoria. Il volume include studi in più di un campo "tecnico": la scultura e i monumenti funerari, la pittura e i nomi degli artisti, la precoce attività nei monasteri, la città già meta di viaggio e di esplorazione dell'Antico per i grandi artisti del primo Rinascimento.
Dedicato alla produzione pittorica romana dell'altomedioevo, questo libro è il primo scorcio di una ricerca in corso nell'ambito del progetto Rome aux siècles 'obscurs'. Les lumières de la communication visuelle, Ve-XIe siècles (Fondo Nazionale Svizzero della ricerca, 2020-2023). Sette casi di studio illustrano le strategie metodologiche sviluppate da un gruppo di ricerca multidisciplinare per affrontare testimonianze tra loro diverse per contesto, funzione e tipo di committenza (i mosaici di Sant'Agnese fuori le mura e di Santo Stefano Rotondo, il mosaico e le pitture della cosiddetta aula a sei vani sotto San Martino ai Monti, le pitture del Patriarchio lateranense, di Santa Maria in Cosmedin, di San Giorgio al Velabro e della galleria orientale di San Lorenzo fuori le mura). Le molte novità qui riunite sono prova della vitalità di Roma tra i secoli V e XI, quando si affermò un sistema di comunicazione visiva che plasmerà nel tempo il paesaggio figurativo cittadino.
I Caetani furono, fin dal secolo XIII, una delle più potenti famiglie dell'Agro Pontino. Possedevano, al tempo della massima espansione, il territorio che si estendeva tra Roma e Gaeta e tra il mar Tirreno e i monti Lepini. La storia della loro ascesa è attestata dall'ampia documentazione amministrativa e contabile, conservata nel fondo Economico dell'Archivio Caetani e oggi completamente riordinata e consultabile.
Il volume su Spazi e tempi del gioco nel Settecento raccoglie gli atti di uno degli incontri annuali della Società italiana di studi sul secolo XVIII. Suddiviso in quattro sezioni (Calcolo e azzardo; Corruzione ed educazione; Gioco della seduzione, seduzione del gioco; Gioco di società, giochi proibiti), il libro instaura un dialogo a più voci. Al suo interno, infatti, studiosi di varie discipline si confrontano su un.attività edonistica, la quale, soprattutto nel Settecento, diventa espressione di tutte le manifestazioni della vita associata. Philosophes e moralisti, libertini, giocatori e legislatori si contrappongono sullo sfondo di un secolo in cui, dalla Francia all.Inghilterra, da Napoli a Venezia, i confini tra gioco, teatro, sociabilità ed eros si rarefanno, fino a scomparire.
Fra Tre e Cinquecento il Mezzogiorno d'Italia diviene il teatro dello scontro tra le dinastie che si disputano il possesso del Regno, e con esso del Mediterraneo centrale: prima le case regnanti angioina ed aragonese, poi le nascenti monarchie nazionali di Francia e Spagna, ma anche i poteri locali, ostili ad ogni forma di centralizzazione, diedero vita ad una lunga serie di battaglie: più di trenta studiosi provenienti da varie nazioni e di diversi ambiti scientifici (storici, filologi classici e umanistici, italianisti, storici della lingua italiana, dell'arte, dell'architettura e della miniatura) hanno indagato la vasta documentazione letteraria ed artistica prodotta intorno a questi eventi bellici. Descritte in miniature, in affreschi, negli arazzi, nel bronzo o nel marmo, nel latino forbito degli umanisti o nel volgare schietto degli ambasciatori, nei capolavori di Machiavelli o di Guicciardini, le battaglie forniscono un'interessante chiave di lettura per una più approfondita conoscenza del Rinascimento meridionale. Al centro dell'indagine non sono tanto le battaglie in sé, pur qui ricostruite, quanto le loro differenti narrazioni, dove lo svolgimento reale dell'evento bellico finisce spesso per essere dissimulato attraverso un progressivo spostamento dal factus al fictus.