
La storia sociale e politica dell’Europa del tardo medioevo e della prima età moderna fu caratterizzata da dinamiche conflittuali, cui le comunità erano spesso in grado di porre rimedio senza l’intervento dei poteri giudiziari, attraverso strategie di tipo mediatorio e informale. Nell’ambito di questa “giustizia negoziata” un ruolo a sé fu svolto dal ceto nobiliare il quale, in obbedienza ad un comportamento ancestrale, metastorico, difendeva la propria prerogativa di farsi giustizia attraverso la vendetta e il duello.
Obiettivo del volume è di analizzare la complessità di tali fenomeni, sia attraverso la comparazione tra distinti contesti europei (antichi Stati italiani, Monarchia spagnola, Francia, Inghilterra, Impero), sia cercando di cogliere i diversi ambiti in cui il concetto di “pace” si è inserito e ha prodotto i suoi effetti: le pratiche di giustizia nelle loro interazioni con le negoziazioni informali; l’idea di nobiltà e la sua armonizzazione con le esigenze del nascente assolutismo e dei processi di confessionalizzazione; l’evoluzione del concetto di uso delle armi in relazione all’idea di onore; il contributo dottrinale, nei suoi diversi campi, alla definizione della pace e all’opera di progressiva delimitazione del ricorso alla vendetta privata.
Nelle società contemporanee, la parola "popolo" sembra più che mai rappresentare il fondamentale termine di riferimento del discorso politico-istituzionale. Nessun attore politico appare, infatti, disposto a rinunciare alla pretesa di parlare "del" popolo e "per il" popolo, giacché è proprio la volontà di quest'ultimo ad attribuire legittimità a decisioni cruciali su confini, costituzioni, regimi e politiche pubbliche. Ma chi è il popolo che rappresenta la fonte ultima dell'autorità politica e quali sono le forme attraverso le quali fa sentire la sua voce? Il percorso di approfondimento storiografico qui proposto vuole dare una risposta a queste domande, addentrandosi in un campo ideologico e discorsivo complesso, nel quale continuano a riproporsi gli elementi costitutivi delle democrazie contemporanee.
Aspetti centrali dello studio sono le modalità di trasmissione dei patrimoni agricoli da una generazione all'altra, le strategie demografìche messe in atto per garantire la sopravvivenza economica delle linee di discendenza, le condizioni di ascesa e di decadenza delle linee di discendenza, la validità di un sistema ereditario patrilineare fortemente esclusivo, a metà strada tra quello romano e quello germanico.
Atti del XII Convegno della IMSSS (International Medieval Sermon Studies Society), tenutosi a Padova dal 14 al 18 luglio 2000, sulla predicazione medievale. Il volume raccoglie gli atti del xii medieval sermon studies symposium,svoltosi a padova, presso la basilica del santo e l'universita degli studi, da l 14 al 18 luglio 2000. I 20 saggi in esso contenuti intendono mettere a fuoco, da diversi punti di vista, il modo in cui la predicazione e`stata lo specchio della societa medievale, sia riflettendone le problematiche, le ansie, i cambiamenti, sia innalzando di fronte ad essa modelli di comportamento che potessero offrire soluzione alle tensioni sviluppatesi in questo lungo periodo storico. L'arco temporale preso in considerazione si estende infatti dall'eta tardo-antica a quella tardo-medievale, mentre i testi omiletici e le figure dei diversi predicatori sono studiate da una molteplicita di punti di vista (letterario, storico, teologico, filosofico) nell'intento di offrire una visione articolata e realistica del rapporto predicazione-societa. Particolare attenzione il volume dedica ai vari contesti linguistici e culturali all interno dei quali la predicazione si e`sviluppata e alle differenti concezioni cristiane delle quali si e`fatta veicolo. Un ampia appendice e`dedicata al progetto di un repertorio della predicazione in volgare inedita, di cui fornisce un introduzione metodologica e un consistente saggio d inventario.