
Briganti e soldati, esattori e grassatori, sacerdoti e garibaldini sono i protagonisti di "Ombre nelle campagne", breve saggio in buona parte realizzato avvalendosi dell'ampia documentazione conservata presso l'Archivio di Stato di Torino, relativa ai carteggi tra Ministeri, Comandanti delle Zone Militari e autorità locali negli anni che seguirono l'Unità d'Italia quando si scontrarono, tra sommosse e processioni, il sogno garibaldino e le mire restauratrici borboniche mentre il fenomeno del brigantaggio oscillava, come nelle altre terre del sud, tra il mero banditismo e la coraggiosa resistenza, nel nome di Dio e del Re Borbone, all'unificazione sabauda. Leggendo gli episodi ora tragici, ora quasi comici proposti dall'autore, si evince quel senso di ribellione, sotteso ma pronto a esplodere anche violentemente alla prima occasione, che caratterizzò in quel periodo le popolazioni dell'Italia meridionale.
Attraverso la descrizione dei luoghi, il carcere, il confino e l'isola, all'interno dei quali prende forma l'avventura intellettuale e politica di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, l'autrice descrive il percorso culturale, politico ed esistenziale che condusse alla stesura del Manifesto di Ventotene. L'intreccio inestricabile tra attività pubblica e vicende private, restituito dal consistente apparato documentario conservato presso gli Archivi Storici delle Comunità Europee, permette di afferrare la complessità del pensiero federalista e la vicenda umana che portò alla sua elaborazione in chiave europeista negli anni dei totalitarismi e della nuova "guerra civile europea".
Prendendo lo spunto dalle lungimiranti affermazioni di P. Orsi (alla fine del secolo XIX) circa il fattore di incivilimento rappresentato nel Meridione d'Italia dal contatto con le marinerie egeo-micenee, si cerca di inquadrare quella prospettiva di ricerca nella storiografia preistorica dell'Italia post-unitaria (fino al ventennio fascista). Muovendo dalla specifica chiave di lettura orsiana si propone, con i dovuti aggiornamenti, una questione meridionale di età preistorica, su basi di eccellenza e in un contesto compiutamente mediterraneo.
La presenza delle comunità ebraiche nelle città europee ha portato un grande contributo alla loro vita ed al loro sviluppo. Di alcuni periodi e per alcuni insediamenti urbani si sa però relativamente poco. L'autrice, impegnata nel campo turistico nella Sicilia orientale e interessata ai suoi risvolti storici e socio economici, ha rivisitato la presenza della comunità ebraica a Catania, nei secoli che precedettero l'espulsione del 1492. Vengono presentati usi, abitudini e storia di questa comunità, oggi drasticamente ridotta, di cui si è rischiato di perdere la memoria, soprattutto in conseguenza dell'eruzione dell'Etna del 1669 e del terremoto del 1693.