
Il 5 luglio 2014 tutto il mondo ha potuto assistere all'apparizione in video del califfo dello "Stato islamico tra Iraq e Siria" (ISIS), Abu Bakr al-Bagdàdi, l'astro nascente del gihad globale, il nuovo leader dei combattenti sunniti radicali. Nel video, al-Bagdadi incita i fedeli di tutto il mondo islamico a dichiarare il gihad sulla via di Dio, al fine di restituire dignità, diritti e autorità all'Islam, e loda la vittoria che dopo secoli ha permesso di restaurare il califfato. Per comprendere pienamente il senso storico-politico di questa inquietante operazione è necessario riflettere sul significato dell'istituzione califfale nella storia islamica. Questo libro, che colma un'evidente lacuna della saggistica italiana (ma sul tema del califfato mancano da decenni sintesi aggiornate anche in altre lingue), ricostruisce in maniera sintetica ma rigorosa la vicenda storica dei califfati medievali (umayyade, 'abbaside, andaluso, fatimida, almohade), fino alle loro estreme propaggini in terra egiziana, all'abolizione del califfato ottomano voluta da Kemal Atatiirk e ai recentissimi tentativi di riproposizione di questo modello di governo, con un occhio attento non solo alla prassi ma anche alle teorie elaborate su tale istituzione dal pensiero politico musulmano.
"Generazioni di sentimenti" è un libro che offre tutta la novità degli studi recenti di storia delle emozioni, uno dei più interessanti e nuovi filoni della ricerca storica internazionale. Barbara Rosenwein esplora varietà, trasformazioni e costanti dei sentimenti espressi da numerose comunità emotive nell'arco di undici secoli di storia europea, dal medioevo alla prima età moderna. I capitoli si concentrano in particolare su Francia e Inghilterra e toccano comunità disparate - quelle del monastero inglese di Rievaulx (XII sec.) e della corte ducale di Borgogna (XV sec.), ad esempio - valutando i modi in cui le norme emotive e le forme espressive rispondono agli ambienti sociali, religiosi e culturali, e come a loro volta creano quegli ambienti. Unendo le emozioni sperimentate "sul campo" a quelle teorizzate nei trattati di Alcuino, Tommaso d'Aquino, Jean Gerson e Thomas Hobbes, questo studio mette finalmente a disposizione un racconto nuovo e profondo della vita emotiva occidentale.
Per la prima volta in Italia, il volume ricostruisce la storia del parto e della nascita in Occidente dal mondo antico ai nostri giorni, analizzandone gli snodi e i cambiamenti più significativi: la fondazione del discorso medico-scientifico nella Grecia antica, la svolta impressa dal cristianesimo, l'affermarsi della figura del chirurgo-ostetrico nel Settecento, la medicalizzazione del parto, fino alla rivoluzione delle tecnologie riproduttive del Novecento. In un percorso appassionante ripercorre una storia tutt'altro che lineare, progressiva od omogenea; densa di permanenze, oltre che di trasformazioni; di confronti, scontri, conflitti. La storia è indagata nelle sue molteplici sfaccettature culturali, sociali, religiose, da cui discendono rituali e pratiche terapeutiche, norme religiose e civili, forme di potere e disciplinamento del corpo femminile. In questa prospettiva si rivela un capitolo cruciale della storia culturale, sociale e di genere, un osservatorio fondamentale per la storia delle donne, oltre che uno strumento indispensabile per capire la complessa realtà del presente.
Sulla scia delle pionieristiche ricerche di John Tedeschi sulla storia istituzionale del Sant'Uffizio romano e delle sue indagini sull'emigrazione dei dissidenti, la censura libraria, la storia dell'eresia nel Cinquecento e la storia degli ebrei, alcuni tra i maggiori storici d'Italia, e non solo, affrontano temi importanti per la storia politica, culturale e religiosa della prima età moderna per offrire un piccolo omaggio a uno studioso italo-americano di grande sensibilità e apertura intellettuale.
Il 16 giugno 1846 Giovanni Maria Mastai Ferretti viene eletto pontefice della Chiesa cattolica. Dalla successiva concessione di una amnistia per i reati politici, il desiderio di cambiamento delle popolazioni italiane ed europee si saldò a una vaga volontà riformista da parte del sovrano pontefice e della curia romana. Per circa tre anni Pio IX assunse le fattezze di una papa liberale e difensore della nazione italiana, per diventare poi il nemico giurato del mondo moderno. Questo libro vuole indagare per la prima volta in profondità quella che è stata liquidata dalla storiografia come una breve e anomala parentesi all'interno della storia italiana ed europea, l'esordio equivoco di un pontificato ricordato soprattutto per la reazione che seguì le rivoluzioni del 1848. Guardare da vicino quel fenomeno, metterlo sotto le lenti dello storico è la sfida di questo volume, che insegue le tracce della figura immaginifica di Pio IX attraverso un ventaglio eterogeneo di fonti, archivistiche e a stampa. Si offre così un allargamento dello sguardo ad ambiti culturali e sociali diversi, restituendo a quella storia il suo respiro autenticamente internazionale e il suo senso più vero.