
Gli anni che vanno dal 1859 al 1866 sono davvero cruciali per l'Italia ma anche per gli Stati Uniti d'America. Mentre i Savoia proseguono con le annessioni alla formazione del Regno d'Italia, oltre oceano si combatte una guerra sanguinosa che decide la prevalenza di un parte degli Stati sull'altra ma anche l'assetto definitivo della federazione. Gli accadimenti hanno anche un altro interessante elemento che li avvicina: la partecipazione di americani alle guerre italiane e di italiani allo scontro americano. Sono infatti alcune migliaia gli italiani di nascita o di origine che prendono parte al conflitto dalle due parti: ci sono addirittura dei reparti militari che portano denominazioni riferibili in qualche modo all'Italia. Questo libro parte dai rapporti più antichi fra le due parti di mondo, analizza la presenza italiana oltre oceano nei secoli che vanno dalla scoperta alla guerra civile, e si sofferma sulle relazioni politiche e commerciali fra la penisola e gli Stati del Nord America. Viene raccontata la vicenda del mancato comando di Garibaldi nell'esercito unionista e poi soprattutto degli italiani di cui si ha conoscenza che hanno vestito l'uniforme blu e quella grigia. Viene anche dato un resoconto degli strascichi italiani della guerra americana. Dalla narrazione emergono numerosi personaggi affascinanti: eroi, avventurieri, esploratori, trafficoni e anche qualche furfante.
La lunga "coda" delle celebrazioni del 150º della proclamazione del Regno d'Italia (1861-2011) ha portato con sé una recrudescenza della polemica delle "ragioni del Sud" contro il Nord (essenzialmente piemontese) invasore cui ha fatto da contraltare un rinnovato "partito piemontese". Fra le voci più serie di questo schieramento c'è senz'alcun dubbio lo storico Alessandro Barbero, che in un fortunato saggio polemico, "I prigionieri dei Savoia" (Laterza 2012) ha radicalmente criticato i fondamenti storici della deportazione sabauda di migliaia di soldati borbonici sconfitti e "non cooperanti" al forte di Fenestrelle. L'autore, "encomiasticamente" citato nel saggio di Barbero, ricostruisce qui l'intera vicenda, che al di là di "meridionalismo" e "partito piemontese" mira ad un solo obbiettivo: la riscoperta della verità storica.
A dieci anni dalla prima uscita in lingua italiana dello Strategikon, un testo fondamentale per lo studio dell'esercito romano e quasi ignorato fino a pochi anni fa, nasce una nuova edizione riveduta e corretta dell’opera, arricchita con il testo a fronte in lingua greca. Si tratta di un completamento di grande importanza per gli studiosi e gli appassionati della materia, perché consente di approfondire la conoscenza, anche a livello filologico e linguistico, di una fonte storica importante per la comprensione degli usi e delle consuetudini degli eserciti romani di ogni tempo, del modus cogendi dell’epoca, e in ultima analisi dell’essenza dell’arte militare antica.