
"Tutti sanno che la miccia che fece esplodere il primo conflitto mondiale fu l'attentato di Gavrilo Princip, in una mattina simile a tante altre, a Sarajevo nel giugno 1914. Nessuno conosce però la storia di questo ragazzo, invasato e determinato, che in nome dell'indipendenza serba decise di uccidere l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, e sua moglie. Questo libro di David James Smith racconta l'incredibile e inimmaginabile storia della vita di Princip con delicatezza unita a rigore scientifico sorretti da un folgorante passo narrativo che a tratti sconfina in quello proprio del thriller. L'autore si muove con leggerezza nell'ambito del grande reportage senza rinunciare a soffermarsi sui particolari inediti più minuti, ricostruisce il contesto familiare e sociale di provenienza di Princip, i tratti salienti del suo carattere, le sue timidezze, gli amori, il modo in cui fu usato e abusato, fino a ricordare ciò che hanno pagato i suoi familiari e i suoi amici, per la sola colpa di essergli parenti o di averlo conosciuto. La vicenda dell'uomo che con due spari ha generato la più grande carneficina della storia umana." (Roberto Saviano)
Diversi erano gli eserciti di Cartagine, fatti da uomini differenti per etnia, specializzazione militare e motivazioni. Mentre alcuni erano cittadini-soldati che combattevano per la loro patria, altri erano spietati mercenari la cui lealtà dipendeva da una paga puntuale. Con il procedere delle guerre puniche e l'apprezzamento dei meriti dei soldati professionisti, i mercenari divennero la spina dorsale dell'esercito cartaginese. Con il supporto di dettagliati riferimenti alle fonti storiche, questo libro prende in esame la vita del guerriero cartaginese, seguendo la sua esperienza dal reclutamento iniziale alla battaglia, e si concentra su ciò che mangiava, suo suo equipaggiamento e sulle sue tattiche di combattimento.
Alla fine dell'estate del 1683 il sultano Maometto IV decide di dare l'assalto a Vienna, capitale del Sacro Romano Impero. Non è il primo assedio ottomano alla città: già 154 anni prima il sultano Solimano il Magnifico e i suoi 120.000 uomini avevano attaccato la città, ma non erano riusciti nel loro intento. Nel settembre del 1683 le schiere islamiche ritornano sotto le mura di Vienna e conquistano subito le fortificazioni esterne. Il 12 settembre Jan III Sobieski e Carlo Sixte di Lorena, alla testa di un esercito cristiano di liberazione, affrontano gli Ottomani sui monti di Kahlenberg e li sconfiggono in una drammatica battaglia. Questo libro racconta i particolari della campagna che segnò l'inizio della decadenza ottomana nell'Europa.
Lo storico Marco Cimmino scrive nell'introduzione al volume: "In questo libro non si spiega la catastrofe di Caporetto: innanzi tutto perché, per chi lo ha scritto, non si è trattato di una catastrofe, bensì di un successo, e poi perché a Rommel non interessavano le spiegazioni strategiche né la filosofia della guerra, come a uno storico o a un polemologo. Quel che, evidentemente, spinse Rommel a scrivere questo libro fu il desiderio di mantenere vivo il ricordo di una grande impresa: cristallizzarlo e, soprattutto, renderlo esemplare, farne uno strumento di emulazione e di apprendimento. Non bisogna mai dimenticare che, nel 1937, anno in cui vide la luce la prima edizione di "Fanteria all'attacco", Rommel insegnava alla scuola di guerra di Potsdam: la cattedrale del prussianesimo. Egli era una sorta di leggenda per i giovani ufficiali: a sua volta il più giovane Pour le Mérite della fanteria tedesca nella Grande Guerra. Va da sé che il suo libro fosse visto come una sorta di vangelo laico per i futuri eroi della Germania".
Il 30 gennaio del 1703, un gruppo di 47 uomini portò a compimento la più imponente incursione nella storia del Giappone. Obiettivo dei membri del commando - noti con il nome di "Ronin", cioè samurai rimasti senza padrone era vendicare la morte del loro signore, Asano Naganori, assaltando la residenza di colui che ne era ritenuto il responsabile, Kira Yoshihisa, e ucciderlo. All'origine della cruenta vendetta, pianificata a lungo e in clandestinità, e infine eseguita con i crismi di una spietata operazione militare, fu il cosiddetto "incidente di Ako", occorso due anni prima. L'episodio dei 47 Ronin, per le complesse implicazioni legate alle antiche tradizioni dell'onore samurai, assunse la forma delle leggenda. L'autore analizza la controversa storia secondo una prospettiva che mira a epurarla dalle inesattezze storiche (cui molto hanno contribuito resoconti romanzati come il Chushingura nonché talune interpretazioni distorte diffuse in Occidente), inquadrandola con accuratezza nella realtà sociopolitica nel Giappone feudale del XVIII secolo. Il libro costituisce un'attenta indagine filologica dell'articolata vicenda e ne esamina gli aspetti più propriamente tecnici.
Il 9 marzo 1916, truppe irregolari al comando di Pancho Villa attaccarono Columbus, nel Nuovo Messico, e il locale distaccamento del 13° reggimento di cavalleria statunitense, uccidendo 18 uomini e dando alle fiamme la città. Sei giorni dopo, il generale John J. "Black Jack" Pershing guidò in Messico una forza di spedizione di 4.800 uomini per catturare il comandante guerrigliero. Seguì una serie di scontri, battaglie e cacce nel selvaggio territorio messicano. Questa campagna, durante la quale i militari nordamericani utilizzarono per la prima volta veicoli a motore, fu anche la prima esperienza di combattimento di un giovane tenente, George S. Patton. Il libro ricostruisce le fasi dell'impresa, ripercorrendo le marce polverose e rievocando gli aspri scontri a fuoco nelle strade delle cittadine di frontiera, e analizzando i successi e i fallimenti di una spedizione unica nel suo genere.
L'invasione confederata degli Stati del Nord fu l'ultimo grande azzardo del generale Lee. Portando la guerra nel territorio dell'Unione, sperava di costringerla a sedere al tavolo della pace, oppure di ottenere l'appoggio delle potenze europee che al di là dell'Atlantico seguivano con attenzione gli eventi della guerra. Allo stesso modo, l'armata del Potomac di Meade, che voleva ristabilire la sua credibilità come forza combattente dopo la sconfitta di Fredericksburg, considerò l'offensiva del Sud un'occasione per riscattare il proprio onore. Questo libro descrive lo scontro sul campo di battaglia dei 150.000 uomini dei due schieramenti che avrebbe deciso le sorti di una nazione.
Nei dieci anni trascorsi dalla fine della Guerra civile americana, Frank e Jesse James da sconosciuti ex guerriglieri confederati diventarono i più celebri fuorilegge del mondo. Una lunga serie di audaci rapine a banche, treni e diligenze procurarono loro notorietà, ammirazione, odio e, cosa sorprendente, poca ricchezza. Nel 1876 progettarono il colpo più temerario di tutti quelli concepiti insieme ai fratelli Younger: cavalcare per centinaia di chilometri dallo Stato nativo del Missouri per svaligiare la First National Bank a Northfield in Minnesota. Malgrado la loro grande esperienza bellica di ex irregolari sudisti, la rapina fu un fallimento, complice la scarsa disciplina della banda e la sua stessa fama che mise sul piede di guerra ogni città, pronta a respingerli armi alla mano. Questo libro ha come argomento la storia dell'ultima azione della banda James-Younger.
Il Generalfeldmarshall Erwin Rommel, la leggendaria "volpe del deserto", è uno dei più famosi generali della Seconda guerra mondiale. Audace ufficiale di fanteria durante il Primo conflitto mondiale, nei primi mesi del Secondo assunse il comando di una divisione Panzer, guidandola in una delle aree più critiche dell'offensiva tedesca a Ovest. Fu con l'incarico di comandante dell'Afrikakorps dal 1941 che combatté le sue battaglie più famose e giunse sul punto di cacciare i britannici dall'Egitto. Sconfitto da Montgomery a El Alamein, condusse poi le forze tedesche nella battaglia per la Normandia nel 1944 ma, dopo essere stato coinvolto nel complotto contro Hitler, fu costretto a suicidarsi. Esaltato dagli storici britannici del dopoguerra come rappresentante di tutto ciò che di positivo era presente nella tradizione militare tedesca, Rommel viene valutato in questo libro nel suo ruolo di comandante sul campo di battaglia e ne sono analizzati punti di forza e di debolezza.
Taranto, nata come colonia di Sparta, era la più grande potenza tra le colonie greche sparse nell'Italia meridionale, e la sua forza era basata sulla famosa cavalleria armata di giavellotto. In questo libro Nic Fields prende in esame i cavalieri tarantini, le loro origini, storia, tattiche, armi e il loro equipaggiamento; analizza inoltre il modo in cui i tarantini combattevano come mercenari nel Mediterraneo nei turbolenti anni che seguirono la morte di Alessandro Magno. Fotografie di rari reperti e tavole illustrative realizzate espressamente per questo lavoro completano la descrizione dei cavalieri di Taranto e del loro ruolo in molte, cruciali battaglie.
Per gran parte del XVI secolo, il Mediterraneo fu il teatro di guerra in cui si affrontarono cristiani e musulmani e, tra i numerosi scontri navali che videro contrapporsi i due schieramenti, quello che ebbe luogo a Lepanto il 7 ottobre 1571 è indubbiamente il più noto. Una flotta ottomana composta da 235 unità, tra galere e navi di altro tipo, fronteggiò la pressoché equivalente forza a disposizione della Lega Santa: dopo aver ingaggiato i turchi per oltre cinque ore, i cristiani li sconfissero. Quello di Lepanto è stato l'ultimo, grande combattimento tra galere, e una delle più importanti battaglie della storia. In questo volume, con l'ausilio di un vasto apparato iconografico, vengono approfonditi gli aspetti strategici, storici, tecnici e biografici di una tra le maggiori campagne navali del Rinascimento.
Temuti in tutto l'estremo Oriente, i pirati erano noti come "demoni neri" o "dragoni dell'inondazione". Per secoli, i rapporti tra il Giappone, la Corea e la Cina si svolsero sul triplice piano della guerra, del commercio e della pirateria. Quest'ultimo elemento combinava le caratteristiche degli altri due e, con le sue implicazioni violente ma allo stesso tempo politiche e militari, costituisce il soggetto di questo originale volume. Stephen Turnbull ricostruisce il mondo e la vita quotidiana dei pirati, dalle loro attività pacifiche nel settore della pesca alle incursioni, spesso condotte a grande distanza e con un consistente impiego di mezzi. Il libro fa rivivere le basi, i castelli e le navi dei pirati attraverso relazioni dell'epoca che, abbinate a un notevole apparato iconografico, riportano il lettore a un periodo brutale ma affascinante.

