
La presente edizione delle "Lettere" segue la prima a distanza di cinquant'anni. La generazione alla quale allora si rivolgeva, composta di persone che avevano vissuto i fatti e i tempi della Resistenza, è quasi completamente scomparsa. Per le nuove generazioni, non si tratta più di rievocare vicende in cui ci sia stato un coinvolgimento anche solo indiretto. Inevitabilmente questi testi sono letti oggi con un'attutita percezione dell'originario significato che essi avevano nel loro momento storico. Chiunque leggerà le "Lettere" vi troverà la voce di un'altra Italia e non potrà non domandarsi se davvero non ci sia più bisogno di quella voce o se, al contrario, non si debba fare di tutto per mantenerla viva nelle coscienze.
In questo libro, scritto nel 1933 e in seguito messo al bando dai nazisti, Reich sostiene che il fascismo, lungi dall'essere la concretizzazione di una caratteristica specifica di alcune nazionalità, o l'imposizione da parte di una fazione politica su un popolo innocente, è piuttosto la somma di tutte le reazioni irrazionali del carattere umano medio, che da migliaia di anni vede repressi i suoi impulsi primari. Wilhelm Reich, nato in Galizia nel 1897 e morto in Pennsylvania nel 1957, è noto per essere uno dei più famosi dissidenti freudiani di "seconda generazione".
Docente di storia americana presso l'Università del North Carolina e studiosa dell'emigrazione, Donna R. Gabaccia esamina la storia d'Italia, dal Medioevo in poi, ed evidenzia come essa si manifesti come una complessa e globale rete di "catene" migratorie, un esodo ininterrotto, e spesso temporaneo, fatto di frequenti partenze e altrettanto frequenti rimpatri. Mercanti e missionari nel Medioevo, pittori, architetti e musicisti in epoca rinascimentale, commessi viaggiatori all'inizio dell'Ottocento, patrioti in esilio in età risorgimentale, lavoratori non specializzati all'alba del nuovo secolo, antifascisti e operai durante il secondo conflitto mondiale, gli italiani hanno fatto del "transnazionalismo" una dimensione di vita.
Questo saggio ripercorre, fra mito, fonti letterarie e ritrovamenti archeologici, le tappe dell'insediamento romano dal 1700 al 750-725 a.C. Questa seconda edizione è corredata da aggiornamenti a cura dell'autore, docente di archeologia classica all'Università di Roma La Sapienza.
Questo dizionario nasce dal desiderio di colmare una lacuna. Esistono già altri dizionari che riuniscono le più recenti acquisizioni della ricerca sul medioevo, ma un libro del genere mancava. Sessantatre autori hanno scritto più di ottanta voci, da Aldilà a Violenza, passando per Amore cortese, Cattedrale, Cavalleria, Immagini, Impero, Islam, Predicazione, Ragione, Re, Simbolo, Sogni, Stato, Terra, per ricostruire l'Occidente medievale e suggerire possibili percorsi di lettura. In questo volume, il primo, sono proposte le voci da Aldilà (a cura di Jacques Le Goff) a Lavoro (dello stesso Le Goff).
Nuto Revelli offre qui un libro tra storia e memoria, una storia ricostruita "dal basso", dalla parte degli umili, dalle loro testimonianze. Memoria personale e quindi tanto più coinvolgente in quanto vita vissuta - e sofferta - dal suo narratore. L'autore di "Guerra dei poveri" e del "Mondo dei vinti" racconta due guerre: quella in cui il popolo italiano è stato trascinato dalla follia nazifascista sul Fronte occidentale, su quello greco-albanese e infine, più tragicamente, sul fronte russo; e quella partigiana, che ha significato il riscatto di un'intera generazione.
"'L'Italia del Novecento' è la descrizione dell'Italia e degli italiani attraverso lo sguardo delle istituzioni e dei partiti, quello dei fotografi professionisti o delle agenzie e quello stesso degli italiani che si sono autorappresentati attraverso la fotografia di famiglia. Dall'incrocio di questi sguardi emerge una storia italiana in cui la complementarità tra locale, regionale e nazionale rappresenta la soluzione adottata, autonomamente dal basso, per sopperire alle carenze dell'"artificialismo" statuale; queste identità locali sono infatti sopravvissute con spontanea vitalità, non ponendosi in alternativa alo Stato unitario ma semmai sottolineando i limiti nella capacità di attivare un efficace processo di integrazione." (G. De Luna)
"L'altro Occidente" è una storia internazionale dell'America Latina dal Cinquecento a oggi che, alla luce dei processi di occidentalizzazione intercorsi tra l'invasione europea e il nuovo millennio, riscatta la pluralità di forze e il gioco di reciproche influenze che ha consentito ai Latino-americani di partecipare sempre più alle vicende del mondo, senza rinunciare alle proprie specificità locali e nazionali.
Con questo secondo volume continua e si conclude il "Dizionario del fascismo", cui hanno collaborato 180 studiosi (per un terzo stranieri), fra cui lo storico francese Pierre Milza, autore della voce su Mussolini, Enzo Collotti, Nicola Tranfaglia, Angelo d'Orsi, ma anche critici della letteratura e dell'arte, sociologi, antropologi e giuristi. Il volume si apre con la voce Labriola Teresa e si chiude con la Z di "zona grigia", con cui gli storici hanno definito quella maggioranza degli italiani che, alla fine della guerra, sono passati dal regime fascista alla repubblica in modo passivo.
Il terrorismo - lo dice la parola stessa - basa tutta la sua potenza sul terrore e la guerra che stiamo combattendo a partire dagli attacchi del settembre 2001 non è una guerra normale. È una guerra incentrata sulla paura e sulla necessità di liberarsi dalla paura. Quali sono gli obiettivi nascosti degli americani? E quelli di al-Qaida? Soprattutto, quanto gravi sono i rischi di destabilizzazione globale? A queste domande cerca di rispondere Fabio Mini, Capo di Stato Maggiore del Comando Forze Alleate Sud Europa, attualmente comandante dell'operazione di peace keeping Nato in Kosovo e parte del comitato scientifico della rivista "Limes".
Bologna 1709. Un fosco caso di infanticidio come crocevia di un acceso dibattito in cui principi teologici, morali e scientifici si scontrano intorno all'essenza della vita e alla natura dell'anima. Ma che cosa è possibile conoscere di chi resta ai margini della società o vi si affaccia solo per il tempo brevissimo di una nascita subito seguita dalla morte? Questa domanda antica è qui riproposta alla luce della storia di una donna, processata per infanticidio, e di suo figlio. La vicenda di Lucia rimanda a quelle di moltissime donne dell'epoca sua, il suo caso si situa nel quadro delle concezioni dell'identità umana e dei rituali elaborati per fissare i confini tra i vivi e i morti.

