
Un'analisi comparata delle dittature che hanno scatenato la seconda Guerra mondiale: origini, strutture e crollo di due sistemi politici che hanno segnato così tragicamente il Novecento: la dittatura fascista in Italia e quella nazionalsocialista in Germania, nel periodo compreso fra le due guerre mondiali. MacGregor Knox si propone di cogliere somiglianze e differenze storiche grazie ad uno studio analitico che, prendendo in considerazione l'arco di tempo fra unificazione territoriale negli anni Sessanta dell'Ottocento e catastrofe nazionale del 1943-1945, confronta fascismo e nazismo nella tradizione della politica rivoluzionaria di massa inaugurata dalla Rivoluzione francese.
La rivoluzione "anti-comunista" dell'estate del 1991, imposta dall'alto per volontà di Boris Eltsin e del suo entourage al fine di abolire l'industria di Stato, privatizzare le infrastrutture e consentire alla Russia l'ingresso a pieno titolo nell'economia di mercato, era sostenuta da gran parte dell'opinione pubblica, delusa dagli scarsi risultati della perestroika. Sette anni più tardi l'intero sistema economico russo crollò. Non vi fu nessun complotto; il peso stesso degli errori e delle scelte approssimative causò una generale bancarotta. Roj Medvedev cerca di far luce su un decennio complesso e drammatico dove interessi economici e sociali si sono spesso incrociati con quelli della malavita.
Scritto da uno dei più famosi studiosi tedeschi dell'argomento, il volume, corredato da un vasto e in gran parte inedito apparato iconografico, delinea con grande chiarezza ed efficacia la nascita del movimento nazionalsocialista, il suo progressivo affermarsi negli anni Venti e Trenta, la nomina di Hitler a cancelliere, la creazione del consenso, la politica razziale, il percorso verso la guerra e la guerra stessa, il genocidio ebraico, la resistenza e infine la disfatta e l'ordine postbellico. Il volume è completato da cinque schede biografiche dedicate ai maggiori esponenti del nazionalsocialismo.
Riproducendo i materiali che avevano segnato ascesa e caduta del regime, De Felice ha inteso fornire la visione diretta di una traiettoria storica: in altri termini il fascismo non è sempre stato la stessa cosa e nell'arco dei suoi vent'anni - dai fasci di combattimento alla presa del potere, dalla costruzione del regime alla guerra, fino all'esperienza della Repubblica Sociale - ha cambiato più volte la propria fisionomia e, con essa, il suo rapporto con gli italiani. Non esiste cioè "il fascismo", ma uno sviluppo storico del fascismo. Al volume è allegata l'edizione multimediale di "Mussolini", in 4 cd rom.
Tra il 1935 e il 1945 l'Italia fu in guerra senza interruzioni in Etiopia, Spagna, nel Mediterraneo, nei Balcani, in Africa settentrionale, in Russia. Dal 1935 al 1941 il governo italiano dichiarò guerra a: Etiopia, Spagna, Albania, Gran Bretagna, Francia, Grecia, Jugoslavia, Unione Sovietica, Stati Uniti. In questo libro, la sintesi aggiornata e completa di questi conflitti. Una storia militare che mette in luce la continuità tra la politica fascista e il ruolo che le forze armate ebbero nel tradurre in atti concreti la ricerca di potenza nazionale: il principale scopo e giustificazione della dittatura mussoliniana.
Dopo la scomparsa della figura, dell'immagine, del quadro stesso, nell'arte sono ormai le forme e gli oggetti della vita a occupare la scena: graffiti, happening, performance, installazioni, arte del corpo e del paesaggio, sino all'irruzione del video e del digitale. Com'è cambiata la nozione di storia dell'arte? Qual è l'origine storica delle tendenze così estreme dell'arte attuale? Quali nuovi criteri di valutazione si sono andati imponendo? Queste sono le domande cui Denys Riout risponde, ampliando il più possibile l'orizzonte degli eventi e suggerendo di conseguenza l'impossibilità di una risposta univoca, offrendo al lettore tutti gli elementi di un quadro artistico e culturale assai complesso.
Finalmente una storia dei Longobardi che non patisce la distorsione di un’ottica tutta italiana. Di questo popolo interessantissimo, adatto a un’analisi antropologica e non solo storica, Jarnut segue in alcuni capitoli caratteri e mobilità (forse in Scandinavia, certamente nella Germania settentrionale e nelle odierne Boemia e Ungheria) precedenti la famosa invasione italiana del VI secolo. È un popolo fortemente caratterizzato da un atteggiamento di migrazione totale: non si espande in Italia (come faranno poi i Franchi nell’VIII secolo), ma vi si trasferisce integralmente, lasciando ben poco di sé nelle regioni di provenienza. Il nuovo insediamento italiano fu poi definitivo, e i Longobardi interpretarono in modo «germanico» modelli bizantini (di Bisanzio erano stati alleati militari), tradizioni circoscrizionali romane e schemi culturali dell’antichità, costituendo per l’Italia la più importante cinghia di trasmissione fra il tardo impero romano e il pieno Medioevo. L’Italia divise in due le vocazioni e i destini dei Longobardi, perché a nord, nella «Langobardia», posero le premesse per il «Regnum Italicum» e per i contatti con altri popoli germanici; a sud, dove dominarono più a lungo, ebbero contatti stretti con i popoli mediterranei. Il loro cammino verso una vera integrazione latino-germanica fu interrotto dall’invasione di Carlomagno. Di questi aspetti Jarnut dà conto in pagine che non rinunciano alla narrazione e che contengono, utilmente, tutte le informazioni di base.
Un'antologia fotografica delle diverse rappresentazioni che l'Italia ha dato di sé attraverso le immagini realizzate nella seconda metà del Novecento. Una storia fotografica del paese dal dopoguerra in poi, che è però al contempo una storia dei diversi percorsi della fotografia, da quella d'informazione e sportiva, alla fotografia pubblicitaria a quella d'arte. Uno sguardo che svela la realtà di forma e strumento d'espressione, ma anche quella di portatrice di contenuti della fotografia. I saggi che compongono il volume sviluppano le diverse tematiche legate all'immagine come memoria storica, documento, rappresentazione e soprattutto linguaggio, nell'ambito specifico dei temi affrontati all'interno delle singole sezioni.
Percorrendo un viaggio immaginario attraverso la città greca e le sue parti (mura, santuari, teatri, agorà, necropoli), questo Atlante offre un campionario per immagini della cultura greca antica: la vita politica e religiosa, le attività ludiche ed economiche, l'arte. I due volumi, contenuti in un cofanetto, sono arricchiti dagli alberi genealogici delle divinità, degli eroi e delle dinastie; da una cronologia a tre colonne (date, avvenimenti, fonti); e dagli indici dei nomi, dei luoghi e delle cose notevoli.
L'espansione territoriale dell'Europa negli ultimi seicento anni ha lasciato dietro di sé, una volta terminata la dominazione colonialistica, non solo orientamenti filosofici, innovazioni tecnologiche, espansione industriale e strutture statali, ma anche immensi problemi di ordine politico, economico e sociale, e continenti interamente trasformati. Il volume conduce il lettore alla scoperta delle modalità storiche del colonialismo e dei suoi rapporti con i nodi centrali del pensiero religioso e filosofico occidentale.
Questo libro intende affrancare il bizantinismo dalla mistificazione e dal luogo comune, proponendosi di far emergere il senso del millenario esperimento di Bisanzio nella storia dell'idea di Stato. I documenti dell'esperienza statale di Bisanzio sono un inestimabile vademecum di cultura politica. E la lunga ombra di Bisanzio continua ad estendersi sulle vicende contemporanee. Le zone d'incandescenza e le faglie d'attrito del nuovo secolo, dal Balcani al Mar Nero, dal Caucaso al Kurdistan, appartengono, non a caso, al territorio che dall'impero multietnico della Seconda Roma passò a quello della Terza Roma, Mosca.

