
Con questo secondo volume continua e si conclude il "Dizionario del fascismo", cui hanno collaborato 180 studiosi (per un terzo stranieri), fra cui lo storico francese Pierre Milza, autore della voce su Mussolini, Enzo Collotti, Nicola Tranfaglia, Angelo d'Orsi, ma anche critici della letteratura e dell'arte, sociologi, antropologi e giuristi. Il volume si apre con la voce Labriola Teresa e si chiude con la Z di "zona grigia", con cui gli storici hanno definito quella maggioranza degli italiani che, alla fine della guerra, sono passati dal regime fascista alla repubblica in modo passivo.
Il terrorismo - lo dice la parola stessa - basa tutta la sua potenza sul terrore e la guerra che stiamo combattendo a partire dagli attacchi del settembre 2001 non è una guerra normale. È una guerra incentrata sulla paura e sulla necessità di liberarsi dalla paura. Quali sono gli obiettivi nascosti degli americani? E quelli di al-Qaida? Soprattutto, quanto gravi sono i rischi di destabilizzazione globale? A queste domande cerca di rispondere Fabio Mini, Capo di Stato Maggiore del Comando Forze Alleate Sud Europa, attualmente comandante dell'operazione di peace keeping Nato in Kosovo e parte del comitato scientifico della rivista "Limes".
Bologna 1709. Un fosco caso di infanticidio come crocevia di un acceso dibattito in cui principi teologici, morali e scientifici si scontrano intorno all'essenza della vita e alla natura dell'anima. Ma che cosa è possibile conoscere di chi resta ai margini della società o vi si affaccia solo per il tempo brevissimo di una nascita subito seguita dalla morte? Questa domanda antica è qui riproposta alla luce della storia di una donna, processata per infanticidio, e di suo figlio. La vicenda di Lucia rimanda a quelle di moltissime donne dell'epoca sua, il suo caso si situa nel quadro delle concezioni dell'identità umana e dei rituali elaborati per fissare i confini tra i vivi e i morti.
Da questo libro emerge un millennio medievale depurato degli "stereotipi colti" che caratterizzano le conoscenze su questa fase storica. Gli approfondimenti innovativi sono collocati all'interno di una trama espositiva che, per chiarezza, rispetta l'andamento cronologico e seleziona con cura le conoscenze che è bene facciano parte della nostra cultura, dedicando spazio maggiore ai temi che per molto tempo si sono prestati a equivoci e a interpretazioni semplicistiche. La centralità europea e continentale della trattazione non esclude uno sguardo aperto alle civiltà che, dall'Asia all'Africa settentrionale, dagli Urali alle isole britanniche, entrarono in contatto con la dominazione dei Franchi, la condizionarono e con essa interferirono. Con un'ulteriore centralità delle strutture del potere, questo Medioevo è dunque un repertorio di risposte che consente sia di acquisire saperi consolidati, sia di costituire una ideale premessa per gli studi che stanno applicando una nuova strumentazione a una lunga fase storica che occupa nella cultura diffusa un posto rilevante ma anche ricco di ambiguità.
Lo Stato governato dai Savoia ha costruito la sua stessa esistenza nel contesto europeo praticando incessantemente i teatri di guerra: per stringervi alleanze, per garantirsi guadagni territoriali e stabilità istituzionale. Fra il secolo XVI e il XIX, fortune finanziarie, feudi, titoli nobiliari, o le semplici braccia dei più umili sono state gettate sul tappeto di una generale contrattazione di ruoli, di privilegi e di precedenze in cambio di una disponibilità a seguire il principe nelle sue guerre. Una storia della guerra che diventa la via originale per indagare su vari piani il tema classico dei rapporti fra società e Stato nel lungo e contraddittorio periodo di transizione dal feudalesimo al capitalismo.
Un saggio che intende dare inequivoca "visibilità" al fenomeno dell'internamento civile nell'Italia fascista attraverso l'inquadramento storico della materia e la mappatura storico-geografica dei campi. L'autore fornisce precise indicazioni sui diversi tipi di campi e sulle pratiche di deportazione e internamento storicamente sperimentate. A partire dall'internamento coloniale e dal confino di polizia, dove affonda ben salde le proprie radici il sistema dei campi allestiti da Mussolini nella Seconda guerra mondiale. L'analisi tratta anche della Yugoslavia occupata, poiché la vicenda dei civili jugoslavi rappresenta, nel quadro dell'internamento civile fascista, un capitolo quasi ignorato della storia italiana del Novecento.
"Tante cose ci arrivano dal Medioevo: il libro, i nostri abiti, il calendario, il genere letterario del romanzo, gli atteggiamenti nei confronti dei poveri, le reazioni di fronte alle epidemie. Ma il Medioevo è anche lontano da noi. Ci è spesso estraneo e questo charme esotico costituisce una parte importante del fascino che esercita. Il miracolo e il diavolo non sono più onnipresenti, la morte improvvisa non è più considerata la peggiore possibile e, a dispetto dell'arte astratta, il nostro occhio si è abituato sin dal Rinascimento a concepire la pittura e osservare la realtà secondo le regole della prospettiva". Jacques Le Goff sintetizza così il senso del volume conclusivo di un'opera che introduce al mondo medievale e ai suoi echi immaginari.
Riproducendo i materiali che avevano segnato ascesa e caduta del regime, De Felice ha inteso fornire la visione diretta di una traiettoria storica: in altri termini il fascismo non è sempre stato la stessa cosa e nell'arco dei suoi vent'anni - dai fasci di combattimento alla presa del potere, dalla costruzione del regime alla guerra, fino all'esperienza della Repubblica Sociale - ha cambiato più volte la propria fisionomia e, con essa, il suo rapporto con gli italiani. Non esiste cioè "il fascismo", ma uno sviluppo storico del fascismo. Da questa raccolta di documenti emerge un fascismo che parla mediante le sue voci, un realtà storica molto diversa dal monolite che si tende a descrivere, caratterizzata da diversità e multiformità.
Nella prima metà del Novecento, il mondo viene investito da un potente processo di arruolamento nella nazione, nelle politiche di potenza, nella mobilitazione bellica, nell'organizzazione del consenso allo Stato totalitario. La nazionalizzazione dei bambini e degli adolescenti costituisce un tassello fondamentale e un modello della nazionalizzazione delle masse, ugualmente considerate infantili, immature, bisognose di suggestioni e raggiri. Tali fenomeni si intrecciano con l'emergere dei bambini come nuovo segmento del mercato e con l'irruzione prepotente della loro immagine nella pubblicità commerciale. Il libro cerca di esplorare il punto di vista dei bambini e di rivisitarne le emozioni, i sogni, i percorsi dell'immaginario.
Un percorso attraverso la lunga vicenda del continente europeo che analizza i momenti cruciali della storia moderna. Un'epoca in cui gli europei hanno conquistato il pianeta, perdendolo, non prima di averlo trasformato irreversibilmente e avergli trasmesso alcuni dei loro valori fondamentali: il capitalismo, lo Stato complesso e il pluralismo. Dalla valutazione degli aspetti contraddittori che hanno reso possibile la conquista, fino al culmine dell'età moderna al termine dell'Ottocento, l'autore distingue la modernità da un tempo presente post-moderno, che si apre con le guerre mondiali e coincide con un sostanziale declino dell'Europa e col parziale fallimento della sua identità.
Comparsa neI 1923, "L'arte del Medioevo" è un classico della storiografia artistica del nostro secolo, e un testo fondamentale per la comprensione del Medioevo. Nella prefazione all'edizione italiana Otto Kurz lo definisce un contributo eminente alla storia del linguaggio artistico, e sottolinea il gusto e la sensibilità di cui dà prova lo studioso austriaco, fino a costituire qualcosa di più complesso di una monografia su un'epoca storica. Per Schlosser non basta accettare e ammirare il complesso mondo delle forme del Medioevo: occorre capirne spirito e modi, isolandone gli atteggiamenti tipici e peculiari. Di qui le analisi e i suggerimenti interpretativi su cosa significhi paesaggio o ritratto nel Medioevo, sull'atteggiamento dell'artista.