
Il volume è focalizzato sulla civiltà greca nel suo insieme, dando ampio spazio ai vari aspetti del vivere, dalla cultura materiale a quella artistica, dall'organizzazione politica e amministrativa ai culti religiosi, dalla struttura urbanistica alle tipologie architettoniche. 350 immagini tutte a colori relative all'architettura, la scultura, la pittura, illustrano i testi documentati e aggiornati alle più recenti scoperte, affidati a un'archeologa.
Le civiltà sviluppatesi nel Nord e Centro Europa nell'antichità e nel medioevo, sono talvolta poco note in Italia, nonostante abbiano alimentato leggende e miti molto popolari a partire da personaggi di grande fascino quali Vercingetorige o il terribile Erik il rosso - o figure come il Druido che hanno ispirato un'ampia letteratura, anche fumettistica. Il Dizionario chiarisce innanzitutto le origini e le modalità di espansione di questi popoli che conquistarono buona parte dell'Europa, spingendosi talvolta anche molto lontano, fino in Groenlandia e in tutta l'area mediterranea. Ma ampio spazio è dedicato a tutti gli aspetti del vivere - insediamenti, abitudini, riti, credenze - oggi ricostruiti attraverso l'arte, l'archeologia, lo studio della cultura materiale. Si capirà così come le straordinarie capacità di navigazione permisero ai Vichinghi di partire alla conquista dei mari, per arrivare fino in Persia; da dove traggono origine i fregi ornamentali dell'arte celtica; quali significati racchiudono le preziose oreficerie dei Goti che oggi vediamo esposti nei principali musei del mondo.
È certamente difficile riunire in un libro le tante realtà che costituiscono l'Africa subsahariana. All'autore va riconosciuto il merito di esserci riuscito, adattando la struttura abituale della collana alle esigenze dell'argomento. Una prima ampia sezione è infatti dedicata alle diverse popolazioni ed etnie e alla loro dislocazione sul territorio del continente nero, premessa indispensabile per affrontare poi i temi di questo libro. I lemmi del dizionario spaziano da Società acefale a Schiavitù, da Politeismo africano a Islam nero, da Maschere a Stregoneria, e raccontano attraverso un'iconografia di eccezionale interesse e talvolta mai vista, usi, costumi, culti e credenze, rituali di popolazioni le cui tradizioni vanno via via scomparendo.
Il curatore del catalogo raccoglie in questo volume contributi di specialisti e schede critiche delle opere illustrate offrendo un percorso di lettura articolato su un'attività artistica, quella teatrale, che giocò un ruolo rilevante nella vita quotidiana dell'antica Roma, rivestendo una fondamentale portata economica, sociale e politica come forma di consenso. Il catalogo è diviso in diverse sezioni volte ad analizzare rispettivamente: la genesi delle forme spettacolari, gli attori e le tecniche, i rapporti con la letteratura e la religione, i modelli drammatici, i luoghi degli spettacoli.
Dopo una sottile analisi dei modelli (da Tiziano a Goya fino ai meno noti) e dei significati delle opere di Manet, indagati da una studiosa dell'iconologia medievale e rinascimentale, un affondo dentro la qualità del dipinto e la ricostruzione di un dibattito critico che coinvolse letterati d'eccezione come Zola, tra il sarcasmo della stampa.
L'impatto emotivo di "Guernica" è stato sempre straordinario: il rifiuto della barbarie umana e il suo grido di libertà e pace rimangono vivi oggi come quel giorno, nel 1937, in cui Picasso posò il pennello. L'agenda del cantiere, le intenzioni, la storiografia e l'indagine critica delle sue molte esposizioni di cui si rende conto anche grazie a un'inedita documentazione fotografica, per leggere quello che nessuno ha mai visto, perché "un quadro vive soltanto attraverso l'uomo che lo guarda".
Con l'inizio delle guerre di religione nei Paesi Bassi si intensifica il flusso degli artisti fiamminghi verso l'Italia e in particolare verso Roma, in maggioranza giovani pittori che hanno già compiuto un primo tirocinio nelle botteghe della patria, assumendone gli specifici caratteri. Attraverso l'attenta indagine di fonti, documenti e opere d'arte la studiosa ricostruisce i modi della ricerca del lavoro, le forme di organizzazione del cantiere e di mutua assistenza, le specializzazioni nella produzione, prima legate solo alla cultura di origine (dipinti di piccolo formato di paesaggio, di stregoneria...) poi all'apprendimento della tecnica ad affresco (collaborazione nelle imprese decorative di ville e palazzi), indagando soprattutto l'assimilazione del linguaggio figurativo italiano.
Il genere "paesaggio" è sostanzialmente estraneo alla cultura figurativa greca e romana. I paesaggi raffigurati sulle pareti delle case romane sono paesaggi tipizzati, con un continuo ripetersi degli stessi motivi, e con una noncuranza per un qualsivoglia sistema prospettico costruito secondo una logica matematica unitaria. Ogni pittura è composta da oggetti che vivono più o meno isolatamente dagli altri in uno spazio continuamente negato come elemento unificante. Era diffusa, invece, la pittura cartografica che voleva la mano di veri pittori di paesaggi, detti "topographoi", i quali, pur adottando le medesime tecniche e formulazioni prospettiche della grande pittura di fantasia, producevano vere e proprie carte "corografiche", come la Città dipinta dal Colle Oppio o la Zuffa tra Pompeiani e Nucerini presso l'anfiteatro da Pompei, simili per molti versi a quelle moderne prodotte lungo la Galleria delle Carte Geografiche nei Palazzi Vaticani.
Il tema di questo libro è la rivoluzione della pittura, anzi dello "sguardo", attorno all'anno 1300. Il giovane Giotto ne è il protagonista: se ne seguono i tragitti attraverso i luoghi più colti e alla moda del tempo, la corte dei papi, la città di Firenze, il nord-est ricco e studioso tra la corte malatestiana di Rimini e il Veneto, con la Padova dei magnati e dei finanzieri. È soprattutto la storia dei due grandi cantieri che furono la scena della prima parte della sua vita: la basilica di Assisi, e Padova, tra la cappella degli Scrovegni e la basilica del Santo. Attorno all'operare del maestro e delle sue botteghe, prendono vita i personaggi e i luoghi dell'Italia del voltare del secolo: usando le chiavi dell'indagine stilistica e di quella tecnica, la lettura dei programmi iconografici e dei metodi della bottega e del cantiere, spiando gli indizi nelle opere e nei documenti, si comprende come Giotto abbia saputo, come nessuno, segnare il nuovo contatto con il mondo, la moderna capacità del narrare con le immagini, il ritrovato amore per la natura.
Un volume dedicato alla civiltà indiana, in cui definire l'India da un punto di vista geografico è una premessa indispensabile. L'India antica è più vasta dello stato che conosciamo con questo nome. Per questa ragione l'espressione "Subcontinente indiano" è preferibile, soprattutto in riferimento al periodo precoloniale. A livello temporale invece, a parte una parentesi sull'arte rupestre, l'inizio della civiltà indiana viene convenzionalmente fisato nella protostoria, con la civiltà della Valle dell'Indo. L'arco cronologico è qui esteso fino al 1857, anno della caduta dei Moghul e dell'annessione ufficiale da parte dell'Impero britannico.
"Che cos'è l'arte e dove è iniziata? Perché facciamo arte e perché l'arte cambia in continuazione?" Sono solo alcune delle molte domande che Julian Bell si pone in questa nuova storia dell'arte per il XXI secolo. Con una sapienza da addetto ai lavori e un'ammirevole maestria, Bell tesse i diversi fili del racconto artistico creando un saggio splendidamente scritto, lucido e avvincente che è allo stesso tempo una perfetta introduzione alla più ampia storia dell'arte e un'incursione dentro la mente artistica.
Risorgimento italiano non solo come periodo di importantissimi avvenimenti storici: proprio in quegli anni, in virtù di determinate circostanze, la fotografia - tecnica da poco messa a punto e rivoluzionaria nell'ambito delle arti visive - inizia a essere largamente usata e diventa un modo per diffondere notizie e lasciare tracce di memoria, ma anche per esprimersi artisticamente. Dopo un'interessante introduzione, su come i contemporanei vedessero questa nuova tecnica di documentazione storica, il volume si articola in ampie sezioni dedicate ai luoghi simbolo del Risorgimento, al ritratto e all'identità nazionale. Partendo dalle foto della Repubblica Romana, le immagini delle rovine risorgimentali (da Palermo a Gaeta fino a Porta Pia) tracciano la nascita dei reportage di guerra. Segue la sezione dedicata ol ritratto fotografico, un'invenzione dell'epoca, per rintracciare le radici di un uso già politico dell'immagine: sfilano così Mazzini, Garibaldi, Cavour. Nel volume trova spazio anche un'Italia non ufficiale, i volti dei briganti, le prime testimonianze di tentativi di uso artistico della fotografia e le immagini di paesaggio come segni di identità nazionale.