
Quelle contenute in questo libro sono fotografie segnaletiche di condannati a morte. Negli anni del Grande Terrore staliniano migliaia di semplici cittadini furono arrestati e accusati dei più inverosimili delitti: spionaggio, terrorismo, trame controrivoluzionarie. E nel giro di pochi giorni, senza processo, fucilati. Molti di loro sono stati seppelliti in fosse comuni a Butovo, alla periferia sud di Mosca, ma nessun documento ne dà notizia. Col tempo, di Butovo si sono perse le tracce, e gli autori delle fucilazioni sono morti portando con sé il proprio segreto. Anche delle vittime si sono perse le tracce, dei loro nomi come dei loro volti. Per decenni ai parenti sono stati consegnati falsi certificati di morte che parlavano di lager e di decesso per polmonite o arresto cardiaco. Solo dopo la caduta del regime è stato possibile rintracciare questo luogo di morte, i fascicoli giudiziari, le foto segnaletiche. Ora sappiamo che tra l'agosto 1937 e l'ottobre 1938 a Butovo sono stati fucilati e seppelliti 20.765 innocenti. Le fotografie qui raccolte sono state fatte poco prima della fucilazione, e sono l'ultima immagine di queste persone. Vediamo volti di uomini e donne sconvolti dall'improvvisa catastrofe, spezzati dall'enormità delle accuse, prostrati dall'incertezza e dal timore della morte. E il mistero dell'uomo che ci fissa da queste immagini, un mistero che fa risaltare per contrasto l'oscenità dell'arbitrio che ha cercato di schiacciarlo.
Al casinò con Mussolini è il punto di arrivo di una vasta ricerca sull'industria dell'azzardo e sugli ambienti finanziari, politici e culturali da cui questa traeva linfa nei primi decenni del secolo scorso. La documentazione restituita dagli archivi fornisce risultati sorprendenti, talvolta sconcertanti. Scelto un osservatorio privilegiato come Sanremo, la traccia si lascia seguire negli intrighi spionistici della prima guerra mondiale, nell'oscura gestazione del fascismo e nell'ambiguo atteggiamento del regime verso le forze che controllavano su scala internazionale il business della roulette. Prima di essere rapito e ucciso, Giacomo Matteotti stava indagando sugli ultimi decreti legge emanati da Mussolini, che riguardavano le concessioni petrolifere e la liberalizzazione del gioco d'azzardo. E intorno agli affari legati ai due decreti ruotarono le ipotesi subito avanzate dai giornali per spiegare la sua scomparsa; solo più tardi prese piede la versione che fosse stato assassinato a causa della coraggiosa denuncia di brogli e violenze elettorali fasciste. Il libro ricostruisce lo sfondo del delitto che ha consegnato il paese a venti anni di dittatura e che rappresenta quasi l'archetipo di tutti i misteri irrisolti della sua storia. La morte di Matteotti è però solo la più tragicamente famosa tra quante costellano un lungo cammino in cui si affiancano progetti politici, finanziari ed esoterici, senza che spesso sia possibile decifrare l'ordine di precedenza.
Sulla data di nascita della prima Gran Loggia non esistono dubbi: è il 24 giugno 1717, quando quattro logge londinesi decisero di «federarsi». Ma sulla storia più antica della Massoneria, sulla sua «natura» e sulle sue stesse finalità il dibattito è aperto e non esiste massone che condivida esattamente le idee di un suo «confratello». In particolare, nella Massoneria moderna, o «speculativa», è possibile riconoscere un tessuto illuministico, sempre percorso da un «filo rosso» esoterico. Queste due anime coesistono, anche se spesso non trovano reciproca legittimazione. L'anima illuministica è quella che ha promosso l'impegno della Massoneria per la modernizzazione e la laicizzazione della società, ma questo per la Massoneria «esoterica» è una degenerazione che ha comportato il taglio di radici risalenti ad antiche religioni misteriche. D'altra parte è vero che intorno alla Massoneria le leggende sono sempre fiorite copiose, incoraggiate dall'alone di mistero che fin dai primordi l'ha circondata. Alcune di esse si sono sviluppate in narrazioni complesse, ispirate dai massoni stessi o dai potenti nemici che l'Istituzione annovera soprattutto nell'area latina. Valga per tutte il mito della «connessione templare», ancora oggi uno dei più vitali. Su questi diversi argomenti, Sacchi cerca di fare ordine e chiarezza, nella consapevolezza che la distinzione dell'aspetto storico da quello mitico non è sempre ovvia, nemmeno nelle logge. E senza tradire il principio che non esistono storia sacra e storia profana: solo buona storia e cattiva storia.