
Una dinastia, una città, un secolo: casata simbolo di Milano, i Visconti furono la famiglia che più di tutte riuscì a imporsi nella feroce lotta per la supremazia che imperversava nell'Italia del '300, dominandone la scena politica fino alla metà del secolo successivo. Grazie a un racconto in presa diretta, Daniela Pizzagalli - autrice di biografie storiche e grande esperta di Medioevo e Rinascimento - dà voce ai protagonisti e fa scorrere davanti ai nostri occhi grandi eventi e aneddoti sconosciuti, momenti decisivi e storie private: dalle faide con i Torriani per il controllo della città meneghina alla discesa in Italia dell'imperatore Enrico VII, dai drammi familiari che colpirono i Visconti agli attacchi delle leghe antiviscontee che provarono a fermarne l'inarrestabile ascesa, fino agli anni di fulgore che portarono alla posa della prima pietra del Duomo. L'incalzante narrazione della Pizzagalli, primo volume di una trilogia dedicata alla dinastia milanese, rende più avvincente di un'invenzione romanzesca la spregiudicata corsa al potere che, tra battaglie e intrighi politici, permise ai Visconti di creare il più potente stato dell'Italia di allora proiettandoli al centro delle vicende europee.
Si può discutere in eterno su Mussolini: su come sia pervenuto al potere, sulla sua politica, sulla sua ingenuità, sulla sua follia. Una cosa è però indiscutibile: egli fu uno dei più grandi giornalisti del suo tempo e il primo a servirsi della stampa come un'arma di propaganda micidiale. In questo volume, l'ultima opera curata da Renzo De Felice, potremo vedere Mussolini, direttore di due giornali, preparare la sua ascesa al potere, passare dal socialismo all'interventismo, scatenare le camicie nere, esaltare le masse. Il suo fiuto per la notizia, il saperla raccontare (anche distorcendola), l'attaccare gli avversari e il non concedere loro tregua. Con una prefazione di Indro Montanelli.
Il 10 dicembre 1812, una gelida giornata d'inverno, Napoleone giunge in slitta a Varsavia. Sparsi tra la capitale polacca e il fiume Niemen si aggirano esausti, con le divise lacere, in preda alla fame, 30000 uomini. Sono tutto ciò che resta della Grande Armée che nel mese di giugno aveva invaso la Russia, forte di 500000 soldati. In questo libro Nigel Nicolson ripercorre le tappe di questa disfatta.
Una folla di personaggi, di luoghi, di eventi popola questo libro. Il filo conduttore è la curiosità dell'autore che insegue le sue passioni: la politica internazionale del Novecento, l'Italia vista dagli stranieri, la storia occulta dei servizi segreti, la Russia e l'America quali incarnazioni di opposti caratteri nazionali.
John Reed era un giornalista americano non particolarmente noto. Tuttavia la sorte gli concesse di trovarsi a Pietroburgo, di assistere in prima persona ai momenti decisivi della Rivoluzione d'Ottobre e di conoscerne i protagonisti. Un libro che racconta l'entusiasmo per quella che doveva essere l'inizio della palingenesi del genere umano. Introduzione di Rossana Rossanda.
Un avvenimento glorioso e tragico che non si conclude con il colpo di Stato del 18 brumaio (22 ottobre-21 novembre), ma che continua, irreversibile, lungo tutto il periodo napoleonico, per giungere alla monarchia di Luigi Filippo e al Secondo Impero: un movimento che ha avuto per conseguenza definitiva l'instaurazione, non solo in Francia, ma anche in Europa e in America, di una economia e di una società nuove.
Gli anni terribili del secondo conflitto mondiale visti dalla redazione di un giornale, nei ricordi del noto giornalista e scrittore. La retorica del regime e le storie disperate ma anche allegre della povera gente, le bombe, la fame, gli amori brevi e i rimpianti quasi ossessivi. Il racconto di una generazione che ha vissuto con passione gli anni della guerra.
Il 7 dicembre 1941, proprio mentre a Washington veniva consegnata la dichiarazione di guerra, sfruttando in tal modo il gioco del fuso orario, gli aerei dell'aviazione imperiale nipponica del capitano di corvetta Fuchida piombavano sulla baia di Pearl Harbor e annientavano praticamente la flotta americana del Pacifico, affondando sette navi da battaglia, alcune decine di altre unità minori e distruggendo oltre 200 aerei. Ma le tre portaerei USA che erano il vero obiettivo dell'attacco non si trovavano, misteriosamente, all'ancora nella baia devastata e proprio l'Enterprise, la Hornet e la Yorktown nel corso della battaglia di Midway, tra il 4 e il 16 giugno 1942, avrebbero mutato il corso della guerra del Pacifico.
Secondo le ambiziose intenzioni del maresciallo Montgomery, i 35000 paracadutisti americani, inglesi e polacchi impiegati nell'operazione Markert-Garden avrebbero dovuto aprire alle forze alleate le porte della Germania impadronendosi dei ponti di Gave e di Nimega, sulla Mosa e di Arnhem, sul Reno. Tutto all'inizio procedette per il meglio ma all'ultimo ponte i 10000 paracadutisti che dovevano conquistarlo presero terra, a ondate successive, ignorando che proprio lì erano di stanza, in periodo di riposo e di ricostituzione, i resti di due Panzerdivisionen delle SS. Fu un massacro: solo 2400 di loro riuscirono a ritirarsi nelle linee alleate. Ryan ricostruisce questa tragica e gloriosa pagina di storia.
Quando si sposarono il mondo credette di assistere al coronamento e all'inizio di una bella favola: lui, Umberto di Savoia, erede al trono di una delle più antiche monarchie d'Europa: bello, ricco di fascino, l'incarnazione perfetta del Prince Charmant delle favole. Lei Maria José del Belgio: viso da cammeo, bionda, sportiva, coltissima, piena di gioia di vivere. Ma subito cominciarono le incomprensioni: lei educata a una corte liberale e che trascurava le ritualità, lui cresciuto nella rigida etichetta della corte sabauda. Dopo la catastrofe dell'8 settembre lei avrebbe voluto unirsi alle forze partigiane, lui fu costretto dal padre a svolgere la funzione di Luogotenente fino al referendum del 1946.
Una ricostruzione storico-sociale del movimento delle crociate che sconvolse l'intero bacino del Mediterraneo dal 1096 al 1291. Per i papi che lo promossero la giustificazione era "Deus lo vult"; per Hegel era lo Spirito della Storia che spingeva l'Europa verso l'Oriente; per altri furono la prova generale del colonialismo ottocentesco; per altri ancora furono feroci guerre d'aggressione i cui semi nefasti continuano a produrre ancora oggi atroci frutti. Gad Lerner rivisita questa pagina storica sottolineando come la stessa Chiesa abbia condannato con un importante "mea culpa" quel tragico periodo.

