
Questo denso e agile volumetto spiega in maniera chiara e divulgativa quanto sappiamo sulla struttura della comunità ebraica di Roma, illustrando allo stesso tempo il contesto storico e politico in cui essa si sviluppò. Impresa non facile, a causa della carenza dei dati che ci sono pervenuti; con grande onestà Elsa Laurenzi non nasconde questo problema, né presenta ricostruzioni "facili" ma infondate. Accompagna invece il lettore alla scoperta di una società che mantiene i propri costumi e la propria cultura vivendo all'interni di un'altra più vasta società, tanto profondamente diversa quanto tollerante, che seppe integrare realtà varie e contrastanti. Si basa sulle varie fonti disponibili, gli scrittori antichi, i testi epigrafici, le testimonianze archeologiche e fornisce, mediante un glossario distribuito all'interno del testo, utili e puntuali spiegazioni di termini non a tutti noti.
Sullo sfondo della complessa situazione politica (le grandi monarchie assolute), religiosa (il clima da dopo Controriforma) e sociale dell'Europa nel XVII secolo, si sviluppa e concretizza la civiltà dell'immagine, in una ricerca forzata della novità nelle forme esteriori ed estetiche. Per i suoi miglioramenti non solo in campo creativo (arte, teatro, poesia), ma anche scientifico, questo periodo è conosciuto come il "secolo d'oro". Il volume analizza l'arte in Europa con i suoi protagonisti e le sue evoluzioni principali.
Legata indissolubilmente all'elemento naturale acqua, "La Storia di Portuense" ha origine dalle terre sommerse. Intrappolata tra i grandi bacini, l'acqua marina forma quello che i romani chiameranno Campus Salinarum. Intorno alla metà del I secolo d.C., l'imperatore Claudio fa costruire la via che poi darà il nome al quartiere: la via Portuensis. È il collegamento con Portus, il nuovo scalo marittimo dell'urbe. Portuense è anche terra di martiri cristiani. In seguito alle persecuzioni di Diocleziano del 303, infatti, nella chiesetta di Santa Passera vengono sepolti gli eremiti egiziani Ciro e Giovanni, mentre nelle Catacombe di Generosa vengono deposti i resti dei martiri Portuensi, Simplicio e Faustino. Con la decadenza dell'Impero romano, la via consolare diventa una delle strade percorse dagli invasori per arrivare a Roma. È il 455 quando i vandali di Genserico, sbarcati a Portus, la percorrono per arrivare alla scomparsa Porta Portuensis. Solo l'intervento di papa Leone I riuscirà a scongiurare la completa distruzione della città.
Il complesso rapporto tra la monarchia e il baronaggio ha sempre condizionato la vita politica siciliana, e da esso ne discende tutta la storia costituzionale isolana. A supporto di questa ipotesi un Appel des Siciliens del 1817 rappresenta un vero e proprio manifesto del malcontento della classe dirigente e intellettuale siciliana nei confronti della monarchia borbonica alla luce degli accordi che scaturirono dal Congresso di Vienna. La perduta individualità della Sicilia, divenuta provincia napoletana, era mal digerita dal ceto nobiliare che, attraverso l'Appel, rivendicava le antiche origini della storia costituzionale isolana, risalenti al XII secolo allorché i baroni sedevano già in parlamento. Da questo incipit costituzionale bisogna, dunque, partire per spiegare le vicissitudini politiche, istituzionali e sociali dell'isola. Il tratto saliente che contraddistingue l'intera ipotesi interpretativa del documento preso in esame è che la classe baronale ha rappresentato l'elemento insostituibile della politica isolana, nonostante i continui cambiamenti di corona avvicendatisi nel corso dei secoli.
Il libro di Giuliana Laschi è una guida per chiunque voglia conoscere la storia e il funzionamento dell'Unione Europea. Con linguggio privo di tecnicismi, vengono ricostruite le genesi del processo di integrazione, l'evoluzione delle politiche comunitarie, la struttura del trattato di Maastricht e l'attuale discussione sull'allargamento dell'Unione a est, in un'ottica sempre attenta al più ampio contesto delle relazioni internazionali.
Il libro rappresenta un documento di importante testimonianza. Quella che viene raccontata è storia di prima mano: gli indios e i loro costumi, le credenze originarie, prima della contaminazione spagnola. La scrittura di Las Casas è semplice ed efficace, a differenza della tipica prosa dell'epoca, e conduce il lettore a calarsi con semplicità nel ritratto di un intero popolo, spazzato via dall'avidità europea. Opera tradotta in tutta Europa, ha influenzato il pensiero illuminista del filosofo francese Montaigne ed è stata la base, nei secoli moderni, per la ricostruzione di una coscienza storica sudamericana. Le cronache e le descrizioni contenute in essa raccontano le atrocità commesse dai conquistadores e ne hanno fatto, nel corso del tempo, uno strumento di propaganda per i nemici del colonialismo spagnolo e un elemento cardine della "leggenda nera".
Il 3 settembre 1939, in risposta all'occupazione della Polonia da parte di Hitler, la Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania, e l'intero paese si prepara ai bombardamenti e all'invasione naziste. Le istruzioni del governo, impartite alla popolazione, non smorzano affatto la gravità dell'ora: «Dove il nemico atterrerà» avvertono, «i combattimenti saranno violentissimi». Vengono smontati i segnali stradali, distribuite trentacinque milioni di maschere antigas ai civili, l'oscuramento è così totale che nelle notti senza luna i pedoni urtano contro i pali della luce e inciampano nei sacchi di sabbia. La paura di ritrovarsi i tedeschi nel giardino di casa è tale che persino gli alti vertici dello Stato si preparano a scelte estreme. Harold Nicolson, futuro segretario parlamentare al ministero dell'Informazione, e la moglie, Vita Sackville-West, mettono nel conto la possibilità di suicidarsi pur di non cadere in mano nemica. «Dovrà essere qualcosa di rapido, indolore e poco ingombrante» scrive Vita al marito. Nel maggio 1940 i bombardamenti cominciano realmente. Dapprima con attacchi apparentemente casuali, poi con un assalto in piena regola contro la città di Londra: cinquantasette notti consecutive di bombardamenti, seguiti nei sei mesi successivi da una serie sempre più intensa di raid notturni. Nel maggio 1940, alle prime incursioni aeree sul suolo britannico, il primo ministro Neville Chamberlain, sfiduciato di fatto dal parlamento, si dimette e re Giorgio vi nomina al suo posto Winston Churchill. Dal 10 maggio 1940 al 10 maggio 1941 si svolge l'anno decisivo delle sorti del Regno Unito, l'anno che si conclude con «sette giorni di violenza quasi fantascientifica, durante i quali realtà e immaginazione si fusero, segnando la prima grande vittoria della guerra contro i tedeschi». L'anno in cui «Churchill diventò Churchill - il bulldog con il sigaro in bocca che tutti noi crediamo di conoscere - e in cui tenne i suoi discorsi più memorabili, dimostrando al mondo intero che cosa fossero il coraggio e la leadership». Erik Larson lo narra in questo libro, cronaca dei giorni bui e di quelli luminosi di Churchill e della sua cerchia ristretta, e racconto dei «piccoli ma curiosi episodi che rivelano come fosse realmente la vita durante le tempeste d'acciaio di Hitler».

